Il 12 era la giornata dei referendum, tra poche ore sapremo i risultati.
Intanto a Roma quasi un milione di persone GLBT (gay, lesbian, bisex, trans gender) si sono incontrate per chiedere che i loro diritti vegano rispettati.

Ho guardato a lungo i video della giornata, ho ascoltato le amiche/i che erano alla sfilata dei carri. Emerge una chiarissima evidenza: si sono divertite /i come pazze e pazzi ma ciò che più mi interessa, il corpo ostentato, agito, esposto, dichiarato, travestito, truccato è stato il mezzo di comunicazione più evidente.
Non voglio usare oggi questo spazio per approfondire le problematiche gay, né per analizzare quanto dolore e fatica ci possa essere in chi deve lottare per esistere ed essere accettata/o così com’è (e su questo punto anch’io come donna qualcosa ne so).
Constato solamente una energia formidabile che girava, vecchie tipe in jeans e camicia rilassate e in trasferta che azzardavano due passi di ballo con una drag queen favolosa in piume e paillettes rosa. Machi robusti e oliati che ancheggiavano vicino a una ragazza timida sorridente abbracciata alla sua ragazza, corpi di ballo queer arrivati da lontano per fare festa: insomma, io che ballerei sempre e comunque e che nella prossima vita questo farò, mi sono detta che, mannaggia, la prossima volta ci vado anch’io.

Pensavo a piazza del Duomo in festa per i risultati delle elezioni: si sta vicini, si gridano slogan, si ride alle battute di Bisio… ma niente corpo, niente energia fisica che rivoluziona gli schemi e in grado di proporre il nuovo.
Ma vuoi mettere la Gay Parade?

Penso alla simpaticissima femme fatale glbt, che gestisce il negozio Sexsade a Milano dove ho trascorso un pomeriggio sociologicamente incredibile a guardare e ad ascoltare tipe/i in apparenza normale (ma da vicino nessuno è normale…) acquistare oggetti, travestimenti, biancheria inenarrabile, supportati dal garbo, dall’assenza di giudizio, dall’ironia della proprietaria: uno spasso incredibile.

Penso ad alcune notti al Plastic a Milano con le drag queen in piedi sul banco che cantavano la Carrà: che liberazione, tutti fuori dagli schemi imposti dalla talvolta provincialissima Milano!
Insomma cosa avete, amiche e amici GLBT che mi seguite numerose/, che vi aizza così? 🙂
Non sarà che per capire e intraprendere i cambiamenti che ci aspettano, ci dobbiamo mettere di più al vostro ascolto?

P:S: Il 29 presento a Capannori in Toscana il bel documentario Diversamente Etero di Elena Tebano, Milena Cannavacciuolo, Marica Lizzadro e Chiara Tarfano