Il 12 era la giornata dei referendum, tra poche ore sapremo i risultati. Intanto a Roma quasi un milione di persone GLBT (gay, lesbian, bisex, trans gender) si sono incontrate per chiedere che i loro diritti vegano rispettati. Ho guardato a lungo i video della giornata, ho ascoltato le amiche/i che erano alla sfilata dei carri. Emerge una chiarissima evidenza: si sono divertite /i come pazze e pazzi ma ciò che più mi interessa, il corpo ostentato, agito, esposto, dichiarato, travestito, truccato è stato il mezzo di comunicazione più evidente. Non voglio usare oggi questo spazio per approfondire le problematiche gay, né per analizzare quanto dolore e fatica ci possa essere in chi deve lottare per esistere ed essere accettata/o così com’è (e su questo punto anch’io come donna qualcosa ne so). Constato solamente una energia formidabile che girava, vecchie tipe in jeans e camicia rilassate e in trasferta che azzardavano due passi di ballo con una drag queen favolosa in piume e paillettes rosa. Machi robusti e oliati che ancheggiavano vicino a una ragazza timida sorridente abbracciata alla sua ragazza, corpi di ballo queer arrivati da lontano per fare festa: insomma, io che ballerei sempre e comunque e che nella prossima vita questo farò, mi sono detta che, mannaggia, la prossima volta ci vado anch’io.

Pensavo a piazza del Duomo in festa per i risultati delle elezioni: si sta vicini, si gridano slogan, si ride alle battute di Bisio… ma niente corpo, niente energia fisica che rivoluziona gli …

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