Qui il link, e qui sotto il testo, a una traduzione/riassunto dell’articolo su di noi uscito il 2 gennaio in Olanda. Dal sito Italia dall’Estero.

[NRC Handelsblad]

I giornalisti chiedono attenzione per gli ‘eroi’, le persone che combattono la sofferenza nel mondo.

Il progetto giornalistico One11.nl regala all’Olanda storie appassionanti di persone che invece di lamentarsi agiscono. Non si tratta di un giornale di buone notizie.

Lunghe gambe nude, seni a malapena coperti. Questa è la televisione italiana, prendere o lasciare, hanno detto a Lorella Zanardo. La televisione italiana preferisce mostrare le donne meno vestite possibile e il più possibile zitte.

Un’umiliazione, secondo la Zanardo. La televisione italiana trasforma la donna in un prosciutto, in un complemento d’arredo. Lorella Zanardo ha deciso di reagire. Ha lasciato il suo lavoro di manager alla Unilever, ha girato un video di denuncia e ha creato un sito internet, diventando il simbolo della lotta contro il declino culturale in Italia.

La Zanardo è una delle “eroine” presenti nel nuovo sito web One11.nl, un’iniziativa del giornalista Bas Mesters, corrispondente dall’Italia per NRC Handelsblad e NOS. Mesters l’ha intervistata per un libro sull’Italia, vista attraverso gli occhi degli italiani e si è ispirato a questa donna che non si limita a lamentarsi, ma si dà da fare, nonostante la paralisi e lo status quo dell’Italia di Silvio Berlusconi. ‘La Zanardo mi ha insegnato che ogni tanto non devi limitarti solo a pensare, ma anche agire’.

Dovremmo puntare i riflettori dei media più spesso su persone come lei, ritiene Mesters. Lentamente ha preso vita l’idea di un grande progetto: su eroi, persone che lo ispirano. Mesters ha contattato altri corrispondenti e cronisti. Tutti hanno scritto degli articoli in cui sono riportate citazioni di persone con le quali avevano parlato almeno una volta e che avrebbero volentieri voluto intervistare più a lungo. Come nel caso del direttore di una scuola di un quartiere povero di Bruxelles o della donna indonesiana che aiuta i lavoratori immigrati sfruttati.

‘Se tutti siamo d’accordo sul fatto che le cose non stiano andando bene nel mondo’, dice Mesters, ‘io ritengo che i giornalisti abbiano il dovere di dare la parola anche a quelle persone che affermano di avere delle soluzioni.’ I giornali parlano già di queste persone, no? ‘Spesso in brevi articoli a margine di analisi più vaste, e nella produzione quotidiana di notizie non è possibile tornare sull’argomento. One11 ora dà spazio a queste persone; raccogliamo le diverse storie e raccontiamo il loro modo di agire’.

Mesters vede One11 come un grande regalo per l’anno nuovo all’Olanda. Vuole fare qualcosa contro la chiusura mentale e il cinismo presenti nei Paesi Bassi. Molti Paesi hanno problemi più gravi dell’Olanda, ma lì ci sono persone che non si lamentano e che decidono di cercare di risolverli. Il nome del sito richiama il 9/11, gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, dei quali quest’anno ricorre il decimo anniversario. Oltre settanta corrispondenti e inviati speciali olandesi all’estero lavorano gratuitamente al progetto. Anche il realizzatore e il designer del sito web lavorano gratis. I media nazionali e regionali si occupano poi di diffondere gli articoli.

Mesters inizialmente voleva inserire il suo progetto nei media nazionali, i quali erano disposti a pubblicare gli articoli a patto che si trattasse di buon giornalismo, ma non volevano però ospitare un progetto a lungo termine. Non avevano interesse a storie puramente positive? ‘Non è un giornale di buone notizie’, spiega Mesters. ‘Raccontiamo le peggiori miserie ma proviamo ad aggiungere qualcos’altro. Oltre alle cinque ‘W’ – who, what, when, where e why – anche una sesta W: what now? E adesso?’

Tre eroi: 1. Eroi anonimi non usano Twitter e non sono ospiti di talk show alla televisione,quindi lo diventano su One11. Questo articolo porta la firma di Tijn Sadée, corrispondente da Bruxelles, che ha intervistato Bert Decorte, ex impiegato di banca, ora direttore di una scuola in un quartiere povero di Bruxelles. 2. Liza Jansen, corrispondente da New York, che ha intervistato Julia Frédérique, 70 anni, una donna haitiana impegnata ad aiutare il suo Paese colpito dal terremoto. Julia ha adottato due bambini e raccoglie beni di prima necessità. 3. Elske Schouten ha visitato Normawati, indonesiana, che si dà da fare per i suoi connazionali vittime di abusi e sfruttamento sul lavoro all’estero, per esempio in Medio Oriente.