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La nuova versione di AMICA: un commento di Laura Albano

La nuova versione di AMICA: un commento di Laura Albano

La versione rinnovata di Amica, annunciata con rulli di tamburi sui siti specializzati in editoria facendo presagire chissà quali novità e contenuti (vedi ad esempio qui), è una roba vecchia come il cucco. La triplice copertina propone la donna in versione: 1.casalingua (non è un lapsus), 2.venere in pelliccia (anche gli animalisti non hanno gradito), 3.mamma che si sente più donna (piccolo dettaglio: è la Herzigova). Qui trovate un raffronto con l’Amica di trent’anni fa, che raccontava una donna non certo scollegata dai cambiamenti sociali. Qui un’ottima analisi collegata ad alcune statistiche. E qui il punto di vista di Un’altro genere di comunicazione. E se la nuova Amica anche a voi sa di vecchio magari – con garbo – ditelo alla Direttora.

Laura Albano…

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Il coraggio del Direttore

Interessante post sul tema del corpo modello unico e del rifiuto, conscio e inconscio, verso il  corpo fuori schema.…

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El Pais: niente donne all’Expo 2015

Il quotidiano spagnolo El Pais riprende la nostra denuncia sulla scandalosa assenza delle donne dai Tavoli Tematici di Expo 2015. Mentre i giornali italiani… dormono.

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Le Monde e il Corriere della Sera

Tra ieri e oggi due dei principali quotidiani di Italia e Francia si sono occupati di noi: Le Monde trattando del nostro lavoro nelle scuole in un articolo di Philippe Ridet che parla del “movimento” delle donne italiane, lo trovate qui sotto; il Corriere della Sera attraverso questo articolo del suo opinionista televisivo Aldo Grasso. Giudicate voi.

Une minute de silence, suivie d’un cri. Un hurlement pour dire “Basta !”. Dimanche 13 février, de Turin à Palerme, des dizaines de milliers d’Italiennes libéreront ainsi leur colère contre SilvioBerlusconi. Basta !, ses call-girls qui s’offrent au sultan en échange d’un petit rôle à la télévision, d’une place éligible sur les listes électorales ou d’argent. Basta !, les orgies du bunga-bunga. Basta !, ce modèle de femmes jetables et interchangeables dans lequel elles refusent de se reconnaître. Leur mot d’ordre : “Maintenant ou jamais.” Plus de trente ans après les grandes batailles des féministes italiennes pour le divorce (1974) et l’avortement (1981), une nouvelle vague voit le jour. Le déclic ? Les affaires Noemi, puis Patrizia, puis Nadia et enfin Ruby : autant de jeunes femmes, parfois mineures, qui ont fréquenté les nuits d’Arcore (la résidence milanaise de M. Berlusconi), jetant une lumière crue sur une “putanocratie” où la promotion des femmes est une question de tour de poitrine plus que de mérite. Samedi 29 janvier, déjà, plusieurs centaines d’entre elles ont manifesté, une écharpe blanche autour du cou, derrière une banderole où l’on pouvait lire “L’Italie n’est pas un bordel”. Plusieurs

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Nein, danke

Questo articolo di Lorella Zanardo è uscito il 2 febbraio su L’Unità:

Studiavo a Monaco di Baviera, avevo vent’anni e guardavo le mie amiche tedesche con un misto di ammirazione e stupore. Quando mi veniva proposto qualcosa che non mi convinceva del tutto, quando mi si invitata da qualche parte che non mi interessava, riuscivo sì a rifiutare, ma il mio era sempre un «No… grazie… scusa ma… no» e sorridevo imbarazzata… su L’Unità

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Traduzione italiana dell’articolo apparso su NRC Handelsblad

Questa è la traduzione fatta da Larisa Isolde Boom, che ringraziamo di cuore!

Lorella controcorrente: “Frantumo la resistenza”

Le donne della televisione italiana vengono stimate soltanto per il loro valore come sex simbol, secondo Lorella Zanardo. Gli Italiani guardano la tivù rassegnati o si girano d’ altra parte. Per rompere questa apatia la Zanardo ha fatto un film, sviluppato un corso di formazione per le scuole e organizzato dibattiti. Tutto senza un euro. “C’è lavoro per decenni”.

Il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo mette il pubblico di fronte ad una realta’ molto imbarazzante. Il film è un susseguirsi di immagini quotidiane tratte dalla tivù’ italiana che disonorano le donne. Il pubblico della sala dove questa sera il film viene progettato viene inorridito dal documentario. In rete, dove tre millioni di persone hanno guardato il j’ accuse finora , questa emozione si sente da un anno e mezzo. Nel blog ilcorpodelledonne.it si possono leggere delle discussioni accese. Tantissime persone invitano la Zanardo a venire anche nelle scuole dei loro figli o nel loro centro civico per parlare della degenerazione della televisione pubblica e commerciale italiana.

Sullo schermo appare un prosciutto appeso al gancio per la carne. Accanto una ragazza nella stessa posizione. Un macellaio timbra il suo sedere con un marchio di garanzia. Un altra biondina scarsamente vestita è seduta sotto un tavolo in una gabbia di plexiglas assumendo la funzione di gamba del tavolo. Il presentatore nega che la ragazza venga umiliata:”Ha pure i buchi per respirare”.

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Il Fatto Quotidiano

Sull’edizione cartacea di oggi 21 gennaio, intevista a Lorella Zanardo.…

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