Ho potuto leggere con calma l’interessante articolo di Wu Ming qui a lato, solo mentre viaggiavo verso Saluzzo. Prima non avevo avuto tempo.
D’accordo su tutto, mi è parso evidente che lui/maschile pensa quello che io/femminile faccio concretamente. Ritengo entrambe le nostre funzioni fondamentali: lui spiega bene in quattro cartelle con riferimenti importanti cio’ che io ho compreso e che è premessa del mio lavoro nelle scuole e nei convegni.

Ora una premessa la devo fare io a voi qui: Non c’è più tempo. Tempo scaduto. In giro per l’Italia c’è l’emergenza. In giro per l’Italia si trovano 3 tipi di situazioni:
-assemblee di giovani affamati di futuro, speranze, progetti, concretezza
-adulti in cerca di obbiettivi intorno ai quali attivarsi
-adulti catatonici incapaci (apparentemente)  di qualsivoglia reazione.

Allora, e mi spiego definitivamente, non è questo tempo di lussi, e per me lusso è anche l’indugiare in piaceri che la parola colta produce. E’ come se in trincea un soldato si crogiolasse nella lettura dell’Arte della Guerra di Sun Tzu: ottimo testo, ma intanto al tuo compagno hanno fatto saltare le cervella. Magari era più utile darsi da fare aiutandolo, nascondendolo, proteggendolo. Non è tempo di lessico corretto a tutti i costi: scrivo spesso così di fretta che salto volutamente le doppie. Sapete, non sono una zulù: la mia laurea in letteratura grida vendetta: tant’è, la lascio gridare. Io intanto corro a Collecchio, a Belluno, a Gioia del Colle: le mie doppie restano nei tasti del pc. Sono fiduciosa che non scompariranno: ho una preparazione solida e non le dimenticherò: appena avrò tempo, tante S M G F schizzeranno dai tasti e si sistemeranno al loro post sul foglio. La mia daseinkompetenz, la mia competenza dell’esserci mi guida e mi dice che 30 ragazzi a scuola a cui parlare sono più importanti di un post scritto con più cura, di una mail riletta due volte.
Da tempo, dice Wu Ming, abbiamo perso i genitori simbolici e ci ricorda che il Padre simbolico può essere anche una donna. E’ vero Wu Ming, è quanto mai vero. Genitore simbolico, severo e comprensivo giacché non sempre uno elude l’altro, lo sono diventata io per i tanti ragazzi che incontro, che sono alla ricerca proprio di questo e solo di questo: padri simbolici che siano in grado di compiere un atto fondativo. Attendono, le ragazze ma in particola modo i ragazzi, che noi adulti si faccia gli adulti, che non si sia noi “bambini capricciosi, incapaci di trovare equilibrio tra legge e desiderio”. Che è anche  il problema del PD: adulto ma capriccioso, incapace di divenire un adulto. E’ tempo di progetti concreti, è tempo di usare la rete per passarci le informazioni, che è poi la sua funzione primaria. Non è tempo per regalare le nostre vite alla rete.
Allora attendo concretamente i vostri contributi, attendo proposte su cosa fare: cosa stiamo facendo noi lo sapete. Lo ripeto: non c’è più tempo, bisogna agire ora, prima che anche la generazione dei quindicenni sia consegnata all’apatia.

E c’è un ultimo punto: io rispetto e apprezzo il lavoro e il linguaggio di Wu Ming. Che non è il mio, ma a cui mi sono accostata con rispetto e interesse per comprendere e per entrare in comunicazione con lui. Chiedo a Wu Ming, e ancor più a voi, di provare a comprendere  il mio linguaggio, che è  poi quello del femminile. Che parte dall’esperienza personale per comprendere il tutto. Troppe volte ho visto, anche sul blog, come diverse persone, donne, si rifacciano al linguaggio maschile, quello dei “padri”, ritenendolo in qualche modo superiore.

Non è così. Non è mai stato così. Non è un linguaggio superiore, è solo il modo di comunicazione che esiste da millenni. Rivendico l’autorevolezza del mio di linguaggio. In particolare oggi dove, purtroppo, di padri non se ne vedono.