Immagine 2La Lipperini io non l’ho mai incontrata. Fisicamente intendo. Tra di noi quindi il rapporto è pulito: nessun debito che mi imponga di scrivere del suo libro Non è un paese per vecchie.

La Lipperini l’ho incontrata solo nei suoi testi: chi ha visto Il Corpo delle Donne sa che  spunti  fondamentali del documentario  provengono dal libro Ancora dalla parte delle Bambine. Lettura a mio avviso imprescindibile per fare il punto su dove ci si trovi a crescere oggi se sei una ragazzina e vivi in Italia.

L’estate appena trascorsa è stata feroce: la fogna ci ha sommerse, in alcuni giorni la lettura dei quotidiani mi provocava una nausea acuta.

Il disagio coinvolge tutti, ma è indubbiamente durissima oggi ancor più per le donne, e una sintesi di ciò che sta accadendo la leggete qui: il post della Lipperini dice tutto quello che c’è da sapere, ci da tutte le informazioni che ci servono.

Tutte le informazioni che ci servono per agire.

Mi pare che nell’emergenza in cui viviamo l’unico modo serio di fare il proprio mestiere di giornalista sia provocare le coscienze per condurre ad un’azione di cambiamento sociale.

Tutto il resto, tutto il giornalismo cinico e salottiero mi pare una perdita di tempo che non ci possiamo più permettere.

“A Milano, Liliana 78 anni, ha rinunciato agli asparagi, all’olio di oliva, alla carne, all’acqua minerale. A Firenze una sua omonima vive con 568 euro al mese, la pensione di ex donna di servizio.. per non consumare i vestiti usa solo vestaglie, una per l’inverno, l’altra per l’estate. …alla Conad bolognese, i furti commessi da pensionati sono aumentati del 50%. Qualcuno mangia direttamente tra gli scaffali…..Quando li fermi i vecchi ti fanno star male – dice un colonnello dei carabinieri – appena riescono a riprendere fiato ti chiedono solo una cosa: ‘Per carità, non ditelo ai miei figli’”. Dicono alla Caritas che “in coda per la minestra, i pensionati hanno superato gli africani”.

Leggevo questi dati in agosto tratti dal nuovo libro della Lipperini e mi sono vergognata, profondamente: che Paese è quello che non è in grado di proteggere gli indifesi? Si può definire civile un Paese di adulti che si eccita e ruba energia a ragazzine travestite da lolite e fa crepare, umiliandole senza pietà, le donne anziane?

Quelle che peraltro rappresentano il welfare all’italiana: curano i nipoti, passano una parte della pensione ai figli e spesso li ospitano nelle loro case.

Trent’anni di azzeramento culturale ci hanno condotti ad una disperata lotta tra poveri: quando è troppo faticoso risalire all’origine dei nostri disagi, quando mancano gli strumenti culturali per analizzare il disagio, la rabbia si orienta verso chi è più miserabile di noi:

“C’è gente che odia i piccioni. Effettivamente sono animali fastidiosi… C’è gente che odia gli extracomunitari… c’è gente che odia il lunedi… io odio i vecchi.” pagine e pagine di messaggi di odio in rete, leggerli è un’esperienza forte, disturbante. A tratti ho avuto paura.

Il libro della Lipperini svela e analizza, documenta e non da via di scampo: ora sappiamo. L’alternativa all’azione è l’ignavia.

Oggi presento il libro di Loredana Lipperini a Milano, alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, alle h 18, insieme a Annamaria Testa.

Spero che possiate esserci.