Perché non reagiamo? Chiedo a tutte noi donne alla fine del documentario.
“Perché non abbiamo il tempo di farlo” mi risponde una lettrice del blog che vive all’estero, “schiacciate come siamo nell’impresa impossibile di conciliare tutto senza sentirci in colpa”.
La mancanza cronica di tempo sta certo alla base dell’impossibilità di reazione di noi donne.
Mi diceva una signora matura giorni fa: ” Sarete anche emancipate, ma lavorate il triplo di noi, dentro e fuori casa”.
L’ennesima statistica che fotografa la condizione femminile a livello europeo lo conferma. Le donne italiane sono quelle che lavorano di più sommando il tempo dedicato al lavoro dentro e fuori casa.
Il lavoro retribuito si somma al lavoro contraddistinto dalla gratuita’: la cura degli anziani, della casa, la crescita dei figli sono ancora in Italia di competenza delle donne.
Poi c’è il tempo, pochissimo, che ci ritagliamo e dedichiamo ai nostri interessi: potremmo rinunciarci? Ma dopo, che vita sarebbe? Ci sono poi le relazioni affettive con la fatica che oggi spesso richiedono.
Si aggiunge il bisogno di “comparire” di essere “bella” a tutte le età, secondo canoni mai stabiliti da noi.
Abbiamo riempito le nostre vite di impegni, responsabilità. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto doveri su doveri.
Perché all’estero le donne sembrano cavasela meglio di noi?
Forse perché da noi la pressione sul” dovere essere belle” si somma al peso di una tradizione cattolica che ci imbriglia in un ruolo materno protettivo all’eccesso verso i nostri figli e spesso verso i nostri compagni.
Un’amica mi rispondeva così alla proposta di uscire insieme a cena: “ devo chiedere a mio marito”. Il linguaggio racconta molto di noi. Professionista, adulta, colta, le è forse sfuggito quel “devo chiedere?”
Prendere coscienza, reagire, farsi carico del cambiamento presuppone potere disporre di tempo, energia e strumenti di analisi adeguati.
Torno su di un punto a che a me pare importante: trovare un po’ di tempo per confrontarci tra donne, per aumentare la nostra consapevolezza e la nostra forza.
Per essere consapevoli della nostra bella differenza e proteggerla, per farci crescere. Ed essere così pronte ad indicare ai nostri compagni un femminile che sia più grande e profondo di quello che ci impone la tv.