Accade che dopo gli incontri in cui presentiamo IL CORPO DELLE DONNE, e dopo la trasmissione dell’Infedele da Gad Lerner, molte donne e anche qualche uomo, mi si avvicini e mi dica: “Ma sa che lei non sembra femminista a guardarla?” o “ Meno male, lei parla di donne ma non sembra una femminista”.

Negli ultimi anni si è data spesso una connotazione negativa al termine femminista.

“Femminista”, mi diceva una ragazza giorni fa, ”è una donna oggi vecchia ma ancora arrabbiata. Le femministe hanno fatto tanto per noi donne. Però erano contro gli uomini. Invece noi no. Noi agli uomini vogliamo piacere. E il contesto di oggi è migliore, non è più quello degli anni 70”.

Anche le ragazze della tv vogliono piacere, un piacere che assomiglia a una resa, piacere abdicando a chiederci come noi vorremmo piacere e non scegliendo di piacere come il mercato o la tv ci chiede di essere.

E’ in fondo quello che diceva Alba Parietti durante la trasmissione di Gad Lerner lunedi 4 maggio “mi sottopongo alla chirurgia perché voglio continuare a piacere e a piacermi”.

E’ un desiderio condivisibile quello di continuare a piacere, anche invecchiando. Però vorremmo poterlo fare a modo nostro.

Abbiamo invece introiettato lo sguardo maschile a tal punto, o quello che noi presumiamo essere lo sguardo maschile, sino ad avere perso la capacità di riconoscere i nostri desideri più profondi e veri, quelli da cui partire per piacerci al di là delle richieste del mercato.

Perché è avvenuto?

Perché questa assoggettamento al mercato?

Perché questa omologazione?

Perché è più facile, verrebbe da rispondere. Perché è molto meno faticoso conformarsi che proporre un modo autenticamente nostro.

“Se vi riconoscerete, vi riconosceranno” mi diceva Enrico Ghezzi la scorsa domenica, citando S.Tommaso durante una presentazione de IL CORPO DELLE DONNE a Genova.

E attendono solo di riconoscerci i molti uomini che scrivono il loro sdegno verso le immagini de IL CORPO DELLE DONNE, ci tengono a dissociarsi, a dichiarare il loro essere al nostro fianco.

Siamo rimaste troppo sole negli ultimi anni. Abbiamo creduto di potere fare a meno del confronto con le altre donne, ritenendo erroneamente che i diritti ed il rispetto fossero ormai acquisiti

Ecco, essere femministe aveva e potrebbe ancora avere il bellissimo scopo di creare dei luoghi di “riconoscimento”, dove la conoscenza di sé avvenga anche attraverso l’incontro con l’altra.