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Reggeremmo l’Incontro?

Sabato sera le donne de  Il Corpo delle Donne si sono  ritrovate a Reggio Emilia per lo spettacolo di Pina Bausch, Kontakthof, con ragazzine/i dai 14 anni. Corpi alla ricerca di espressione, corpi non televisivi. Poi al mattino, nel bel chiostro che ci accoglieva, abbiamo parlato, e poi pranzato.

Com’è andata? chiede Claudio sul blog. Bene, bene direi.

Però vi rispondo con la mail di Marina, che è arrivata a Reggio da Napoli per stare con noi:

“Una volta sognai di raccontare delle storie e di sentire qualcuno che mi toccava affettuosamente il piede per incoraggiarmi. Abbassai lo sguardo e scoprii di trovarmi sulle spalle di una vecchia che mi teneva forte le caviglie e mi sorrideva. Le dissi : – No, no, vieni tu sulle mie spalle perché tu sei vecchia e io sono giovane -. – No, no -, insistette, – così dev’essere -. Vidi che lei stava sulle spalle di una donna molto più vecchia, che stava sulle spalle di una donna ancora più vecchia, che stava sulle spalle di una donna col mantello, che stava sulle spalle di un’altra anima, che stava sulle spalle…”

Tratto da Donne che corrono coi lupi, di Clarissa Pinkola Estes

Ecco, è andata così. Altro non saprei dire, per ora.…

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TvBlog.it sull’intervento di Lorella Zanardo al Festival del Giornalismo di Perugia.

Tvblog.it parla della presenza de Il Corpo delle Donne all’incontro Donne, media e potere del Festival del Giornalismo di Perugia.…

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Il punto della situazione

A settembre scrivevamo così…

Facciamo il punto a un po’ meno di un anno dall’entrata in rete del video:

IL VIDEO è stato visto da centinaia di migliaia di persone, è disponibile in piu lingue ed è stato recensito ovunque nel mondo

Il BLOG continua ad avere un buon passaggio: per noi è lo strumento ideale per continuare ad innalzare il livello di consapevolezza sui temi della rappresentazione delle donne nei media

I FORUM sono stati attivi 6 mesi. Questo è uno strumento su cui abbiamo dei dubbi. Le discussioni sono talvolta interessanti ma spesso si arenano per l’intervento di qualche disfattista. Spesso mi pare che circoli molta energia sottoutilizzata

NUOVI OCCHI questo è un progetto bellissimo. Abbiamo iniziato a formare gli insegnanti con esiti interessantissimi. Abbiamo lavorato con la consulta degli studenti di Ravenna, Faenza e Lugo. Con i prof di Napoli Pozzuoli, Melegnano, ecc. Stiamo cercando fondi. Presto vorrei che chi tra voi lo desidera, si coinvolga con noi concretamente e fisicamente (REGGEREMMO L’INCONTRO) per la diffusione di NUOVI OCCHI che rappresenta realmente il cambiamento.

LIBRO: Ho scritto un libro che esce mercoledi 21 per Feltrinelli. Cerco di raccontare cosa è accaduto in questo anno. Mi è parso un modo onesto di cercare di finanziarci, anche se con i saggi e con le storie non ci si arricchisce, però…

Mercoledi ve ne parlerò piu diffusamente.

OCCHIO ALLO SPOT Su questo stiamo iniziando a lavorare con l’associazione Pari o Dispare di cui vi darò …

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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

E’ LA NOSTRA GIORNATA. Non una festa, che ancora non c’è moltissimo da festeggiare, ma la nostra giornata sì.

Una giornata per parlare, discutere e confrontarci. Per fare rete tra di noi: nei momenti di passaggio, come questo che stiamo vivendo, sentire il supporto delle altre donne è importante.

Il 7 marzo di un anno fa proiettavamo per la prima volta il nostro documentario all’ Associazione Arca 2000 di Milano, a cui dobbiamo molto.

Grazie di cuore a tutte e a tutti voi.

Ecco le locandine e i nomi delle associazioni che proiettano IL CORPO DELLE DONNE per l’8 marzo.

Sono quelle di cui abbiamo notizia, poi ci sono decine di scuole, altre associazioni, gruppi di donne che ci dicono che per questa giornata guarderanno il documentario insieme alle amiche, direttamente dal nostro blog.

Perdonateci se qualche nome ci è sfuggito, avvisateci che vi aggiungeremo con piacere!

Roma, Commissione Consigliare “Elette” del Municipio XVI

Montreal (Québec, Canada), Centro Donne Italiane

Torino, Associazione AlmaTerra

San Domenico di Fiesole (FI), Istituto Universitario Europeo

Reggio Emilia, Istituto professionale don Zefirino Iodi

Lesina (FG), Associazione culturale OLTRELago

Acireale (CT), Comunità “Madonna della Tenda”

Napoli, seminario della casa editrice “L’isola dei ragazzi”

Pero (MI), assemblea RSU

Taranto, circolo femminle Arci

Bologna, Comitato Pari Opportunità Arpa Emilia Romagna…

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La Realtà

“Sono una manager, non una donna” grida stizzita Margareth al suo assistente, buttando a terra il fiore che quest’ultimo le aveva porto durante una convention.

“La Dott.ssa Santi è una donna con le palle, per questo l’abbiamo assunta” dice il direttore presentando la nuova manager al consiglio di amministrazione.

Accadeva anni fa, accade tutt’ora.

In una società dove “se non lavori non esisti”, intendendo lavoro come unica possibilità di affermazione di sé, molte di noi hanno deciso di lavorare come uomini per esistere, per diventare visibili.

Il prezzo è stato altissimo.

Non c’era scelta: tempi e metodi di lavoro erano declinati al maschile e noi li abbiamo adottati. Che altro si poteva fare? Chi entrava e si trovava ad essere unica donna tra una moltitudine di uomini non aveva scelta: bisognava adottare stili di comportamento maschili. Quelli delle donne erano però diversi, né meglio, né peggio.

Ci siamo adeguate.

E, come bene scrive Marina Terragni nel suo libro “La scomparsa delle donne”, il rischio è che noi donne si stia scomparendo o che come, dico nel documentario Il Corpo delle Donne, sia  in gioco la sopravvivenza della nostra identità.

La più potente responsabile dei casting di Mediaset è stata per anni una donna. La vedete anche nel film di Erik Gandini Videocracy. E’ un lavoro terribile: non si tratta di selezionare ragazze graziose che sappiano ballare. La scelta viene fatta con criteri maschili: “chinati, fai vedere il culetto, fai boccuccia.” La prescelta sarà quella che alzerà l’audience, quella …

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Incontrarsi

Carissimi e carissime,

ce ne andremo in vacanza per un paio di settimane.

Sono stati mesi speciali, densi di attività, mail, post, inviti.

Qualcosa si è mosso.

L’inerzia che pareva averci bloccato da anni, forse sta lasciando il posto a un nuovo stato d’animo, a cui non è ancora possibile dare un nome e che ancora non sappiamo verso quale tipo di azione ci condurrà.

Molti di voi chiedono un’ azione concreta e nota: manifestare pubblicamente e fisicamente ha ancora un senso in quest’epoca dominata dai media? Non ho una risposta, ci sto pensando. Certo è che in un momento storico dove “se non appari non esisti”, perché una manifestazione abbia risonanza dovrebbe coinvolgere migliaia di persone e anche così non è garantita sempre e comunque la visibilità.

La rete.

Per noi de IL CORPO DELLE DONNE Internet ha significato moltissimo.

Visibilità, passaparola efficace, diffusione capillare in Italia e all’estero. Dibattiti, festival, confronti e la conferma che c’è un’Italia che non appare ma che esiste ed è ora che venga allo scoperto.

Il come è tutto da inventare.

Internet ci permette di tessere delle relazioni a volte profonde. La rete ha reso il nostro blog un punto di incontro importante.

L’enorme differenza rispetto ad anni fa è la non fisicità della nostra relazione.

Noi che lottiamo intorno e per il corpo delle donne, non abbiamo corpi, la rete non li prevede.

Anni fa, come diceva Susan George, bastava scendere in piazza e unirsi ad una manifestazione e subito si aveva …

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Essere femministe

Accade che dopo gli incontri in cui presentiamo IL CORPO DELLE DONNE, e dopo la trasmissione dell’Infedele da Gad Lerner, molte donne e anche qualche uomo, mi si avvicini e mi dica: “Ma sa che lei non sembra femminista a guardarla?” o “ Meno male, lei parla di donne ma non sembra una femminista”.

Negli ultimi anni si è data spesso una connotazione negativa al termine femminista.

“Femminista”, mi diceva una ragazza giorni fa, ”è una donna oggi vecchia ma ancora arrabbiata. Le femministe hanno fatto tanto per noi donne. Però erano contro gli uomini. Invece noi no. Noi agli uomini vogliamo piacere. E il contesto di oggi è migliore, non è più quello degli anni 70”.

Anche le ragazze della tv vogliono piacere, un piacere che assomiglia a una resa, piacere abdicando a chiederci come noi vorremmo piacere e non scegliendo di piacere come il mercato o la tv ci chiede di essere.

E’ in fondo quello che diceva Alba Parietti durante la trasmissione di Gad Lerner lunedi 4 maggio “mi sottopongo alla chirurgia perché voglio continuare a piacere e a piacermi”.

E’ un desiderio condivisibile quello di continuare a piacere, anche invecchiando. Però vorremmo poterlo fare a modo nostro.

Abbiamo invece introiettato lo sguardo maschile a tal punto, o quello che noi presumiamo essere lo sguardo maschile, sino ad avere perso la capacità di riconoscere i nostri desideri più profondi e veri, quelli da cui partire per piacerci al di là delle richieste del mercato.

Perché è avvenuto?

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