Riprendo l’ interessante commento n.34  di Ilaria.

Aggiungo: dobbiamo lavorare sulle idee ma  non solo a mio avviso. Dobbiamo iniziare a lasciare fluire il femminile profondo, quello che stiamo tenendo rinchiuso da troppo tempo. Credo che non sarà solo con la testa che cambieremo bensì anche con l’agire di un livello profondo di empatia verso le persone  e verso il mondo. C’è bisogno di un cambiamento2 ( alla seconda) come dice Watzlawick.
Un cambiamento che preveda uscire dal sistema dato, non solo cambiare gli elementi all’interno del sistema . Il mio libro piace a molti, ma gli stessi a cui piace poi aggiungono : ” è interessante anche se spesso è “semplice” . E quel semplice intende che ci sono pochi dati e pensieri razionalmente complessi: cosa peraltro da me accuratamente evitata. Di saggi sul femminile ne esistevano a decine e ne continuano a uscire ma nessuno ha provocato l’enorme reazione del doc IL CORPO DELLE DONNE. Intendo: bello il libro della Walters però  lo leggi e nulla cambia, sei solo un po’ piu acculturata in materia.  A me il motivo del successo del doc  è chiaro, ma non tutti lo hanno compreso: il doc è maieutico ed è  pieno di com- passione. Solo questo. E questa “semplice” attitudine è quella che può cambiare il mondo. Nessuno di voi finora ha commentato il finale de Il Corpo delle Donne, né del doc, la donna “violata” di Pina Bausch, nè del libro, il breve racconto ” Il Signor Mario” dove affronto il difficile tema dell’accompagnare la morte. Perchè non ne parlate? Vi imbarazza? Lo rimuovetete? O forse vi arriva al cuore e quindi, giustamente, non volete parlarne? Sappiate che per me il capitolo finale e la postfazione sono le parti che contano di più del libro.

Leggo talvolta i commenti degli uomini alle immagini sexy/erotiche su youtube:  spesso sono volgarissimi e a volte di una violenza inaudita, feroce e incalzante: il desiderio è di annientamento del femminile.

Ebbene, non provo mai paura né odio: Provo una com-passione grandissima, vorrei abbracciare il ragazzo che scrive, vorrei contenere quell’odio, comprenderlo   e dissolverlo. Vorrei lenire quella solitudine feroce, quell’impossibilità di vicinanza che li rende disumani. Leggo lettere di pornodipendenti giovanissimi che sprofondano all’inferno giornalmente, imprigionati in una ripetitivitù di bocche, cosce, seni che li annienta; “Spogliati, spogliati, dai cazzo spogliati” . Non è certo l’ennesimo corpo nudo di cui sono alla ricerca,  ma di qualcosa  di ben più celato a cui non sanno dare un nome, che li ossessiona e di cui avrebbero disperatamente bisogno.

E penso alle migliaia di ragazzine violate  giornalmente da sguardi di maschi la cui immaginazione pare ormai irrimediabilmentente corrotta. Spesso li intercetto per strada e vorrei fermarli, vorrei mettere uno scudo tra quelle occhiate rapaci e quei corpicini acerbi.

Di che cosa hanno  paura?  Questa ricerca ossessiva di parti del nostro corpo non darà  alcuna risposta alla loro  ricerca di Femminile. Eppure accade e le ragioni sono spaventosamente al di fuori di noi, del nostro essere persone.