La tre giorni del Festival Italiani Brava Gente è terminata. I lavori in concorso oltre al nostro hanno parlato di mafia, corruzione, declino e svilimento della politica, pregiudizi. Lo hanno fatto tutti con passione e con il coraggio degli autori di mettersi in gioco in prima persona, così come abbiamo fatto noi. Questo è stato il filo rosso che ha attraversato il festival e che ha caratterizzato le discussioni e gli interventi legati alle proiezioni dei documentari: senza impegno diretto, in politica, per i diritti, per sensibilizzare le coscienze, senza questo impegno in prima persona, non è possibile fermare il declino politico, sociale e culturale che attanaglia la società italiana. E’ stata un bellisssima esperienza di incontro e confronto con atri autori e il nostro ringraziamento e incitamento va agli organizzatori, che hanno dato vita a tre giorni ricchi di valore e contenuti. I nostri complimenti sinceri vanno a tutti i nostri colleghi in concorso e in particolare al vincitore Salvatore Fronio con il suo “Vota Provenzano”.
Noi del Corpo delle Donne torniamo al lavoro forti di questa esperienza e gratificati dalla MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA e soprattutto dal dibattito e dalle discussioni sincere e partecipate che ha destato il notro documentario.
Tra queste il confronto su “Lo sfruttamento erotico della Televisione”:
[“Una sessualità continua ventiquattro ore su ventiquattro su sei canali”. Questa è l’immagine che la televisione trasmette agli spettatori, tra l’altro composti, come ricorda la co-autrice del documentario Il corpo delle donne Lorella Zanardo, per il “60 % da donne, le quali hanno il potere d’acquisto”. Il film è una carrellata di immagini televisive raccolte in quindici giorni di intensa registrazione e da sole raccontano come la donna viene vista, ma anche come si mostra. La domanda da cui sono partiti i tre registi (oltre a Lorella Zanardo erano presenti alla presentazione in sala Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù) è: “Perché la donna accetta tutto questo?” La risposta che hanno ricavato dal film e quello che è emerso in sala è che “anche la donna è complice”, ma il documentario cerca di andare oltre e lavora su due temi: “la donna vista come oggetto e l’impossibilità di avere più di quarant’anni nell’immagine pubblica”. I registi hanno detto di voler approfondire il tema in futuro.
( pubblicato da Francesco Federici )]