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The Revolution will not be Televised

The Revolution will not be Televised

Nel 1974 Gil Scott Heron incide The Revolution will not be Televised (qui il testo). Preveggente come Pasolini. Ad un dibattito un uomo è intervenuto dicendo che no, Pasolini non si può definire preveggente, ma semplicemente uno che aveva gli occhi bene aperti. Va bene anche così. Dunque Gil dagli occhi bene aperti scrive che la rivoluzione non sarà teletrasmessa. Se qualcuna/o di voi può tradurla per tutte/i, siamo grate.

Diciamo che dopo avere elencato decine di situazioni che durante la rivoluzione non accadranno e il cui significato potrebbe essere traslato ad oggi : “la rivoluzione non ti farà stare comodo in poltrona guardando le bocce di Cristina, la rivoluzione non ti farà stare il culo al caldo mentre guardi i risultati elettori e ti spari una coca cola che fino ad un minuto prima hai condannato al telefono con un amico, la rivoluzione non arriverà sullo schermo raccontata dal bel faccione del politico di turno, la rivoluzione non accadrà alla radio mentre blateri di cazzate con i tuoi amici seduto nel salotto della zia…” Ma è il finale che mi attizza e che spero attizzi anche voi:

“The revolution will put you in the driver’s seat.

The revolution will not be televised, will not be televised,

will not be televised, will not be televised.

The revolution will be no re-run brothers;

The revolution will be live.”

“La rivoluzione ti sistemerà al posto del conducente.

La rivoluzione non sarà teletrasmessa, non sarà teletrasmessa, non sarà teletrasmessa, non sarà

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Il sesso. Da Gay. Per la BBC

Little Britain Questo è un episodio esilarante fantastico di Little Britain, la serie della BBC che rompe ogni tabù. Gli inglesi, leggete anche il post qui a fianco, che anticonformisti! Non ci sono banali schedine e meteorine e veline. Ma che satira, che sarcasmo! Da noi una trasmissione così chiude dopo 1 puntata. Che apertura verso tutti e verso tutti i modi di interpetare la sessualità.…

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Videopost: ACQUA BENE COMUNE, RAI SERVIZIO PUBBLICO

Ieri è circolato questo comunicato stampa del Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune:

COMUNICATO STAMPA

Ballarò e Anno Zero: no ai comitati referendari in studio

A sei giorni dai referendum del 12 e 13 giugno, il Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune è costretto a rilevare un vero e proprio muro di gomma rispetto ai talk show di informazione Rai. Le prossime puntate di Ballarò e Anno Zero saranno interamente dedicate ai referendum, nonostante questo le testate giornalistiche preferiscono chiamare in trasmissione rappresentanti partitici: gli unici, a quanto pare, abilitati a parlare in televisione. Troviamo scandaloso che il Comitato Promotore, quello che ha raccolto un milione e quattrocentomila firme e che ha promosso i referendum venga sistematicamente escluso o ridotto al ruolo di comprimario. Un vero e proprio blocco a chi non ha in tasca una tessera partitica, in barba agli autorevoli appelli del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che aveva raccomandato la presenza dei comitati promotori nei programmi Rai. Ricordando a tutti che il Comitato Promotore è un soggetto costituzionalmente riconosciuto rimaniamo basiti di fronte alla mancanza di rispetto per il lavoro di migliaia di volontari sparsi per tutto il territorio nazionale. Ci spiace constatare la disattenzione di programmi percepiti più attenti alle tematiche sociali. Diamo invece atto a Bruno Vespa di aver invitato a Porta a Porta un rappresentate del Comitato Promotore dei referendum pro acqua pubblica.

Non è giusto, attiviamoci. Abbiamo tutte e tutti una gran voglia di ascoltare durante …

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A.A.A. Cercasi Autrici Televisive

Ecco il bel servizio che Artè, la tv franco tedesca, ha realizzato sulla rinascita della protesta delle donne in Italia. Pochi minuti in cui intervista Francesca Comenicini, Alina Marazzi oltre a me e Marco Malfi Chindemi, coautore del nostro documentario. Un servizio pacato, sobrio, che racconta il contemporaneo. A seguire, nel programma Metropolis che lo ospita, altri servizi sulle donne nel cinema, nell’arte. Non una trasmissione di femministe, bensì un programma che può piacere anche a moltissimi uomini, ne sono certa. Come sono lontani i toni della tv nostrana dove tutto è gridato e dove si cerca di incasellare ogni richiesta in un’appartenenza politica! Autrici televisive che mi avete scritto, che talvolta ho incontrato, voi che lavorate per programmi che spesso vi mortificano: contattatemi. E’ il momento di scrivere programmi così come questo, belli e interessanti. Proviamoci. Dai che cambia. …

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31 maggio, Salisburgo (Austria): in Tv per i 150 anni d’Italia

Saremo ospiti di una nota trasmissione austriaca  TALK IN HANGAR 7. A Salisburgo si parlerà di Italia e dei suoi 15° anni. Con me altri ospiti amanti del nostro Paese, tra cui il bravissimo Mario Adorf.…

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Acido Solforico

“Venne il momento in cui la sofferenza non li sfamò più. Ne pretesero lo spettacolo.” Amélie Nothomb

Con Acido solforico, la Compagnia Macrò Maudit esplora il tema del potere della comunicazione televisiva innestandolo all’interno di uno dei più grandi abomini storici compiuti dall’Uomo contro l’Uomo. Dal celebre romanzo di Amélie Nothomb, una cruda trasposizione teatrale in cui emerge il sadismo ipocrita di un pubblico che deplora l’orrore ma non ne perde una puntata. Uno sconvolgente reality show creato per intrattenere un pubblico annoiato ed assuefatto.  Un set televisivo e un campo di sterminio in diretta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Protagonisti uomini e donne qualsiasi, rastrellati per strada e destinati all’eliminazione. Il dolore è telegenico, lo show seguitissimo. Lo spettatore interagisce da casa e uccide con il televoto. La lotta quotidiana tra prigionieri e kapò, il campo di prigionia, le vessazioni e le morti ricordano da vicino la devastazione dei campi di sterminio, fin dal primo atto del processo di disumanizzazione cui le vittime dello show sono sottoposte: l’eliminazione del proprio nome, sostituito da un codice alfanumerico. La televisione tutto può, è un non-luogo in cui ogni cosa è possibile e credibile. Apparire nel suo schermo, per alcuni, rappresenta l’obiettivo di tutta una vita. Rappresenta la VITA. Un grembo da cui nascere, in alta definizione. Per molti altri, rappresenta invece il mondo cui gli spot li ha preparati a desiderare di appartenere. Al Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11, dal 12 al 29 maggio.

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L’Agguato

La serata è stata bella, c’era nell’aria la possibilità di togliere i muri di incomprensioni che spesso si erigono tra donne. Ho parlato con Carla, ho parlato con Pinuccia, Marina mi ha introdotta, Luisa mi ha consigliata. E’ la Libreria delle Donne, stasera 10 maggio. Io ero stanca per due anni passati sul territorio, ma lì mi sono sentita bene.

Poi esco, tolgo la catena alla bici, sono le 11 di sera, in giro non c’è nessuno.

Le porte dell’auto parcheggiata davanti a me si spalancano di colpo, alzo la testa e 3 persone e una luce fortissima mi vengono incontro.

E’ la troupe di Strisica la Notizia.

Chiedo alla ragazza che mi investe con una serie di domande come si chiama, lei esita, poi veloce  mi risponde “Elena”,  ha 26 anni, dice che è contenta di avere fatto la velina, che nessuno l’ha obbigata e che io la offendo con il nostro documentario, dice così o qualcosa di simile.

Io sono sulla bici, e mi invade una tristezza infinita: Striscia usa quella violenza che io condanno: prima il plagio del documentario, ora questo agguato notturno, da ore mi aspettavano fuori dalla porta della Libreria.

Dico ad Elena ciò  che chi mi segue sa bene, e che sa anche lei presumibilmente, e gli autori: il nostro documentario è una critica all’uso del corpo delle donne nelle immagini tv, non alle donne che fanno tv. Di Striscia passano poche immagini nel nostro video. La reazione di Striscia è spropositata: noi con …

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