Posts tagged "tv"

Dire la verità

“Usa un tono pacato”, “Non dire troppo”, “Stai attenta”, “Non esagerare”.

Da dicembre 2008, quando il lavoro su IL CORPO DELLE DONNE è cominciato, questi sono i commenti che ci siamo sentiti dire più spesso.

Perché?

Me lo sono chiesta sabato quando al Comune di Lerici ho presentato davanti ad una classe di terza media.

Mentre le immagini scorrevano mi sono vergognata tanto, tantissimo.

Mi sono sentita male, fortemente a disagio.

Cosa dico quando si accenderanno le luci? Cosa dico a questi ragazzini?

Che siamo degli adulti falliti perchè costringiamo dei bambini e delle bambine, dei ragazzini e delle ragazzine a guardare una televisione che è vergognosa?

Che siamo costretti ad inventarci NUOVI OCCHI PER LA TV, la formazione nelle scuole, per cercare di contenere i danni?

Davanti a me le immagini della gatta nera, la valletta sado maso in stivali di pelle nera, tette debordanti e tuta di lattex che è andata in onda per mesi in un quiz preseral guardato anche dai bambini. Intorno a me c’erano i volti puliti, gli sguardi limpidi, le facce innocenti che hanno i ragazzini a 13 anni.

Siamo costretti ad addestrarli a guardare la tv.

Ma la verità è che questa tv non dovrebbe esserci.

Non dovremmo permettere che una tv così indecente esista: perché dobbiamo temere di dire la verità?

L’altro giorno uscendo da casa alle otto del mattino l’aria a Milano era così irrespirabile, così schifosa che ho avuto un moto di rabbia e, senza rendermi conto di ciò che …

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MASLOW E IL BURQA

Questa è la scala di Maslow

Rappresenta i nostri bisogni. Primari: mangiare bere respirare ecc; Secondari: come l’autorealizzazione e via via fino ai bisogni spirituali. Non significa che questi ultimi siano meno importanti: semplicemente se non ho da mangiare o non posso respirare, difficilmente mi tormenterò chiedendomi se sia meglio studiare filosofia o matematica: prima dovrò trovare ossigeno, altrimenti morirò.

L’altro giorno è uscito un articolo di svariate pagine su Repubblica che trovate qui.

Raramente ho visto dedicare tanto spazio ad un tema che riguarda noi donne da parte dei quotidiani.

Credo che sia indispensabile ripassare la scala di Maslow.

E poi riguardare con attenzione queste immagini:

che, ricordiamo, vanno in onda in trasmissioni preserali con molti bambini tra il pubblico.

Viaggio molto, moltissimo. Mi sarà capitato in Italia di vedere 5 donne con il burqa in un anno in giro per l’Italia.

Invece mi è capitato di vedere centinaia di immagini offensive, vergognose, insultanti per le donne sulle reti pubbliche e private italiane.

Occuparsi oggi in Italia del problema del burqa equivale a volere arrivare ad uno dei gradini piu alti della scala di Maslow, quando non si ha  nemmeno l’acqua da bere.

Siamo in uno stato di degrado culturale terribile, intere generazioni sono state lasciate sole davanti alla tv, centinaia di migliaia di ragazzi crescono in Italia con questa  tv come balia: è veramente  urgente un’indagine su come gli italiani si rapportano a pochissime donne con il burqa? O è piu urgente occuparsi di creare una Authority …

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Donne e TV: Un nuovo modo di guardare all’identità femminile

Pubblichiamo qui di seguito l’adesione de Il Corpo delle Donne all’appello alle Istituzioni in occasione del rinnovo al Contratto Rai ,di cui vi avevo gia parlato in un post passato. Non è in corso una raccolta firme ad oggi. Vi faremo sapere gli esiti di questa iniziativa

Sottoscrivo con molto piacere l’appello alle istituzioni di Gabriella Cims e sostenuto dalla campagna Donne e TV lanciata da Key4biz.

Il Corpo delle Donne è il titolo del nostro documentario di 25′ sull’uso del corpo della donna in tv.

Siamo partiti da un’urgenza.

La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante.

La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime.

Da qui si è fatta strada l’idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma “non vede”.

L’obiettivo è stato interrogarci e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero ” pogrom” di cui siamo tutti spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione.

Da quando il

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Roberta Gisotti per la trasparenza dell’Auditel

Pubblichiamo qui di seguito una lettera aperta per la riforma dell’Auditel che Roberta Gisotti ha inviato alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per i Servizi Radiotelevisivi.

Gisotti, capo redattrice di Radio Vaticana, docente di Economia dei Media, fondatrice di Megachip – Democrazia nella Comunicazione, membro del Comitato per l’Applicazione del Codice di Autoregolamentazione sulla tutela dei Minori in TV, ha pubblicato due libri sull’Auditel e uno sulla Rai: da tempo si batte per la riforma dell’Auditel nella direzione di una maggiore trasparenza della rilevazione dei dati dell’ascolto televisivo.

Roberta Gisotti non è donna che si perde d’animo: combatte per una televisione che sia restituita ai cittadini e di maggior qualità. Vi invito a diffondere il suo appello: senza una riforma dell’ Auditel difficilmente avremo una televisione migliore.

Ai membri della Commissione parlamentare di vigilanza

sui Servizi radiotelevisivi

Gentili deputati e senatori,

buon anno a voi perché sia un anno migliore della nostra Tv, tanto spesso svenduta e umiliata sull’altare di interessi economici e politici estranei alla missione del servizio pubblico. Abbiate in questo 2010 il coraggio di onorare il ruolo assegnatovi dal Parlamento di vigilare sui servizi radiotelevisivi ponendovi dalla parte dei cittadini, uomini, donne, bambini, giovani, anziani sacrificati da una programmazione sottomessa – perfino nell’informazione giornalistica – alla dittatura dell’audience, regolata dall’Auditel, sistema di rilevamento quantitativo degli ascolti, del tutto convenzionale al fine spartire gli investimenti pubblicitari, inaffidabile sul piano scientifico, strumentale per l’uso che se ne fa fino a tributare

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Tempi

Ieri stavo col mio ragazzo facendo zapping in tv.mi sono fermata su “il colore dei soldi” con Enrico Papi: IO-lo voglio lasciare,voglio proprio vedere se l’esagerata sono io o non si stanno più controllando. Arriva la soubrette per fare il suo balletto,bellissima,per carità,due chiappe fenomenali,per carità,ma perche’ sono COSTRETTA a vederle? LUI-Hai ragione…e’ praticamente nuda!! IO-e secondo te come sta ballando?Sinceramente… LUI-….da t..!!!! IO-E tu lo sai che io non sono una moralista,o un’invidiosa repressa,no?Mi pare che insieme ci siamo visti anche qualche porno,ci siamo divertiti,ma questo lo ammetti che e’ qualcosa di completamente diverso? LUI-sisi,ti capisco perfettamente. IO-capisci che non e’ un discorso solo di veline,di quanto sono o meno istruite…nel senso che per me quella potrebbe anche avere due lauree e per me non cambierebbe nulla. LUI-Certo!Non e’ comunque questo l’orario per mandare una laureata mezza nuda che ammicca agli spettatori!! IO-E se invece di riprendere lei,riprendevano un uomo in slip con i muscoli e facevano primi piani alle sue chiappe scultoree e il suo “pacco”ben dotato? LUI-…mi sarebbe roduto parecchio… IO-l’importante e’ che mi capisci,visto che qui sembra che certi discorsi sensati li fanno passare per folli o moralisti,o addirittura cambiano la parte lesa,invitando ex veline a difendere la categoria,a dimostrare che non sono delle oche,quando a nessuna importa di sapere se siano istruite o meno…cambiano perfino quello che stiamo chiedendo.

Continua

Ricevo quanto sopra nei commenti delle nostre lettrici: “Fare qualcosa per cambiare velocemente”, auspica la nostra amica.

Allora per cambiare velocemente, richiesta che ci viene …

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La dominazione maschile

Diamo spazio, a partire da oggi, a uomini che ci scrivono. Con cadenza settimanale questo blog sarà a disposizione di interventi maschili: consentiteci di selezionarli sulla base di quanto riteniamo sia di interesse condiviso.

La decisione è frutto di un dato: molti uomini scrivono al blog, altrettanti ci scrivono direttamente. E’ stata una bella sorpresa, che non ci attendevamo, e che ci riempie di speranza: Essere Due nel mondo, come dice Luce Irigaray, rappresenta un gran bel progetto di vita.

Firmati o anonimi non importa: ciò che conta è il dialogo che si è innescato tra noi donne e voi uomini. Prezioso.

“…non è mai venuto meno in me lo stupore di fronte al paradosso della doxa […], il fatto che l’ordine stabilito, con i suoi rapporti di dominio, i suoi diritti e i suoi abusi, i suoi privilegi e le sue ingiustizie, si perpetui in fondo abbastanza facilmente, se si escludono alcuni accidenti storici, e che le condizioni d’esistenza più intollerabili possano spesso apparire accettabili e persino naturali.”

Pierre Bourdieu, La dominazione maschile, 1998

Mentre studiavo filosofia all’università, sul finire degli anni ’90, uscì questo libro del sociologo francese Pierre Bourdieu. Subito lo comprai e iniziai a leggerlo, spinto dall’attrazione per ogni pensiero che mettesse in discussione l’ordine del mondo. Non mi coinvolse e non lo finii. Nonostante la chiarezza dell’argomento e la mia innata avversione per la prepotenza (e i “vincitori” in genere) non poteva coinvolgermi. Perché non avevo compreso il problema e il saggio era …

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L’Europa

Per il fatto di parlare lingue diverse, l’Europa resta spesso un concetto astratto, un’ entità che suggella patti economici ma che lascia, ad oggi, usi e costumi intatti.

Ipotizziamo che la lingua italiana fosse parlata correntemente in tutta Europa e che la nostra televisione, privata e pubblica, potesse trasmettere in Olanda, in Svezia, in Francia… dappertutto.

Immaginiamo la mia amica Kristin, norvegese, mentre prepara la cena a Oslo, verso le h 19 mentre Ole, suo figlio di 9 anni, fa i compiti. Fuori c’è buio e fa freddo, la casa è calda ed accogliente.

La tv è accesa: di solito a quest’ora vanno in onda dei cartoni animati bellissimi che raccontano di fate e gnometti. Ole cambia canale. I suoi amici gli hanno detto che sul nuovo canale italiano c’è un quiz, Mercante in Fiera, dove ci sono dei personaggi come la strega di Biancaneve, però senza i vestiti. Improvvisamente  sullo schermo appare la Gatta Nera : abiti sadomaso, sguardo torvo, sorriso azzerato. Kristin smette di pulire le aringhe comperate al mattino al mercato sul porto, guarda Ole catturato dallo schermo: chi è quella signora vestita come il gatto con gli stivali ma che fa anche paura?

Kristin è dapprima sorpresa, poi incredula. Chiama al telefono la sua amica Gudrun: “Ma hai visto cosa c’è in tv? Accendila… ma è incredibile… ma…..” Gudrun corre ad accendere e non crede ai suoi occhi: vede la Gatta Nera che, truce, passa una busta ad un uomo piccolo e di aspetto comune: “Ma …

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