Posts tagged "Tempo"

Come bucce di patate

Anni fa conservai per qualche giorno, sul tavolo del soggiorno, un quotidiano che riportava una mia intervista sul tema donne e potere. Venne a trovarmi il mio amico Andrea, lesse l’articolo, posò il giornale e sorridendo mi disse “vedi che con i quotidiani, il giorno dopo ci si avvolgono le bucce di patate.”

Capii o meglio sentii che aveva ragione.

Da quel giorno non conservo più nulla che mi riguarda.

La mia amica Clara dice che sbaglio, che ai miei figli potrebbe piacere un giorno leggere di questa bella avventura de Il Corpo delle Donne. Magari allora cercheranno in rete e forse qualcuno di voi avrà conservato qualche ritaglio polveroso da fornir loro.

Mandala di Pace – La dissoluzione

L’altra notte è andata in onda una mia intervista su Rai 2: io ero a letto.

Rivedermi in tv è un’esperienza che non amo: non perché non mi piaccio io, ma perché non mi piace il mezzo televisivo così come è utilizzato ora: nulla di interessante emerge mai, non si impara mai niente.

Trovo che occuparsi di tv sia in assoluto la cosa meno interessante che mi sia capitata di fare. Ciò che mi motiva è la consapevolezza di essere utile per molti ragazzi e ragazze, che mi scrivono e mi dicono di continuare.

Ieri a Punto Rosso è arrivata una lettrice del blog, 18enne insieme al suo ragazzo.

Gliel’ho scritto anche sulla dedica che mi ha chiesto per la sua copia del libro “sei già il cambiamento per

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La valle dei morti

Ehi, laggiu’ c’è qualcuno che ci sente? Nessuno? Non ci sente nessuno?

Mi aggiro da qualche tempo nella Valle dei Morti. Per i primi mesi ho utilizzato il coraggio ed ho affrontato lande deserte col batticuore ma certa che la’ in fondo ci fosse il Luogo che cercavo. Ero certa che la solitudine che mi circondava fosse un fatto temporaneo: infatti uomini e molte donne si sono messi in cammino con me.

La Valle dei Morti non è un bel posto. Catapecchie ovunque che tentiamo di recuperare o ricostruire ma da soli è difficile. Ogni tanto ci avvicinano strani esseri. All’inizio li confondevo, pensavo fossero umani come me e che volessero ricostruire le catapecchie con me. Apparentemente erano umani. Poi però, mi chinavo a prendere una tegola o un mattone per ricostruire la catapecchia, e quello che io credevo essere un umano mi chiedeva in cambio qualcosa. Cosa se ne farà se siamo nella Valle dei Morti, pensavo. Altre volte quello che io credevo un umano, invece di ricostruire, si sedeva e mi chiamava; iniziava allora lunghi discorsi. Mi spiegava con supponenza che era inutile ricostruire: ci fossimo riposati sarebbe giunto qualche viandante facoltoso a cui potevamo rivendere le catapecchie facendogli credere che fossero palazzi “funziona, funziona” mi diceva. Una volta il simil umano ha persino nascosto gli ultimi mattoni dietro una rupe, pensando noi dormissimo: voleva rivenderceli il giorno dopo. Cosa se ne farà del denaro mi chiedevo, visto che siamo nella Valle dei Morti. Mi parevano tipi originali …

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Il nostro 2009

Ecco la lettera che insieme a molte rappresentanti di istituzioni, abbiamo inviato al Presidente Napolitano, prendendo spunto dalla nostra Costituzione.

LETTERA CONDIVISA

Due giorni fa abbiamo pubblicato la mozione al senato del Pd che prende spunto dal nostro documentario per chiedere una corretta immagine delle donne in tv.

Serviranno queste iniziative? Mi chiedete sul blog, su face book.

Si.

Come ho già avuto modo di scrivere, servono, ma serve anche e di più la nostra partecipazione attiva.

Servono le mozioni  al Senato e i cittadini che si ricordano di farle applicare.

Servono le lettere al nostro Presidente, e poi serve di più che si rammenti ai media degli impegni presi.

Serve produrre il documentario Il Corpo delle Donne, e non mollare la presa e continuare con il monitoraggio televisivo giornaliero (gran fatica, grazie a Cesare e al suo piccolo team di volontari).

Dobbiamo abbandonare l’idea che sia sufficiente eleggere dei rappresentanti politici che tutelino i nostri interessi. Non è così, non è più così da tempo, magari sarà diverso in futuro.

Questo è il problema oggi per gli  uomini e ancor più per le  donne. In una vita piena di lavoro, famiglie, doveri, nelle nostre vite di corsa dove ci si divide tra mille impegni, trovare il tempo della consapevolezza, della presa di coscienza, della militanza o dell’impegno, è durissima. Mezz’ora al giorno, consigliavo su L’Unità del 31 agosto 2009 .

Basta mezz’ora al giorno. Tutti insieme mezz’ora al giorno.

Cio’ che di buono ho imparato in molti anni di …

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Metterci la faccia (3)

“C’è una ruga che parte dalla mia tempia e termina sotto l’occhio destro. Esita, vacillando lievemente, incerta su dove vuole arrivare. È la strada che percorremmo un giorno in Provenza, quando si era fatto tardi ed avevamo fame e voglia di fare l’amore e non si trovava un albergo, e questa strada continuava tra i campi di lavanda e io sudavo e tu non ti perdevi d’animo, e infine arrivammo.

Poi c’è una ruga, piccola ma profonda, tra le sopracciglia. Breve come la telefonata che veniva da lontano a farmi piangere, come la notte passata ad aspettare notizie, come un’inutile preghiera.

“Ci sono due rughe sottili agli angoli della mia bocca. Quelle sono le risate convulse tra i banchi di scuola, all’ultima ora del venerdì, o ai funerali, quando non si dovrebbe ridere ma non si riesce a smettere, o nella penombra di un cinema, o le risate per i comici di piazza nelle sere morbide d’estate quando avevamo un po’ bevuto.

Il ventaglio di segni intorno ai miei occhi, invece, sono giornate di sole accecante sul mare, gite in barca tra le isole greche col salmastro che brucia la pelle e vino bianco nei calici verdi e parole leggere come il vento. E svolte improvvise, pianti immotivati, litigi, letture notturne fino alle ore piccole senza poter posare il libro, sorprese, delusioni, innamoramenti.

Le rughe sulla mia fronte sono come le onde del mare, come l’orizzonte di colline del mio paese, come i capelli di mia figlia quando si scioglie …

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12 dicembre 2009: Viva la Patria

Il significato del termine Patria è Terra dei Padri, ed anche “unione dei popoli che vivono sotto le medesime istituzioni ed hanno generalmente un solo linguaggio”.

40 anni fa, venerdì 12 dicembre 1969, alle 16.37, in Piazza Fontana a Milano scoppiò una bomba ad alto potenziale. Messa nell’ufficio di una banca piena di persone da alcuni militanti neo-fascisti, uccise 18 persone e ne ferì un centinaio. 14 morirono subito, 3 nei giorni e mesi successivi per le ferite e la 18esima morì nella notte tra il 15 e il 16 dicembre: era Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico ingiustamente sospettato di essere uno dei responabili della strage e in quel momento sotto interrogatorio alla  alla questura di Milano. Dei feriti molti rimasero senza braccia o gambe. Si ritiene che elementi deviati dei servizi segreti abbiano depistato le indagini fin dall’inizio e negli anni successivi per impedire che si giungesse alla verità.

Non è vero che non ci sia una verità su Piazza Fontana. Secondo l’Associazione vittime di Piazza Fontana le indagini hanno alla fine chiarito chi sono i colpevoli. Solo che non esiste una sentenza di condanna. E’ importante leggere e informarsi su Piazza Fontana e poi discuterne. Raccontate a chi non sa, a chi è troppo giovane, a chi ha dimenticato. Non dimentichiamo quel 12 dicembre 1969 e rendiamo così noi tutti giustizia ai fatti e alle persone. E’ importante, perché quel giorno ha contribuito a rendere meno credibile lo Stato. E senza ricordare e diffondere la verità …

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Mettersi in discussione

Arrivavo lentamente, mi fermavo sulla porta e guardavo, con attenzione, mi pareva.

La stanza era luminosa, almeno io la ricordo così. Gli altri allievi erano già seduti sulla moquette chiara, con le spalle appoggiate alla parete. C’era un senso di bellezza diffuso.

Stavo immobile e col batticuore. Piena di rispetto, mi pareva.

Non sapevo se oggi sarei potuta entrare: attendevo il permesso di farlo. Senza rabbia, mi pareva.

Il docente era assorto in cio’ che stava facendo, poi alzava la testa, si guardava intorno, guardava gli allievi. Poi il suo sguardo si posava su di me e io capivo che non ero pronta per entrare.

Tornavo a casa. Senza risentimenti, mi pareva.

Uno degli insegnamenti più importanti che ho ricevuto nella mia vita è stato imparare, per me faticosamente, a esercitare l’assenza di giudizio. Esattamente il contrario di ciò che insegna la nostra cultura. Se dimostri di saper giudicare e criticare, la società ti apprezza. Lo vediamo giornalmente nei dibattiti televisivi: ascolto azzerato, giudizi feroci.

Uno dei modi certi per non apprendere nella vita, è giudicare un’esperienza mentre la si sta vivendo, o una persona mentre sta ancora parlando. Il più delle volte ci precludiamo la possibilità di imparare, opponendoci criticamente. L’apprendimento necessita di tempi lunghi, di capacità di ascolto, di pazienza.

Il docente citato sapeva riconoscere la chiusura e il risentimento anche dallo sguardo dei suoi allievi. Teneva corsi meravigliosi sulla capacità di creare. E per creare al livello che ci proponeva, chiedeva ci presentassimo aperti per apprendere. Ma …

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Tempi

Ieri stavo col mio ragazzo facendo zapping in tv.mi sono fermata su “il colore dei soldi” con Enrico Papi: IO-lo voglio lasciare,voglio proprio vedere se l’esagerata sono io o non si stanno più controllando. Arriva la soubrette per fare il suo balletto,bellissima,per carità,due chiappe fenomenali,per carità,ma perche’ sono COSTRETTA a vederle? LUI-Hai ragione…e’ praticamente nuda!! IO-e secondo te come sta ballando?Sinceramente… LUI-….da t..!!!! IO-E tu lo sai che io non sono una moralista,o un’invidiosa repressa,no?Mi pare che insieme ci siamo visti anche qualche porno,ci siamo divertiti,ma questo lo ammetti che e’ qualcosa di completamente diverso? LUI-sisi,ti capisco perfettamente. IO-capisci che non e’ un discorso solo di veline,di quanto sono o meno istruite…nel senso che per me quella potrebbe anche avere due lauree e per me non cambierebbe nulla. LUI-Certo!Non e’ comunque questo l’orario per mandare una laureata mezza nuda che ammicca agli spettatori!! IO-E se invece di riprendere lei,riprendevano un uomo in slip con i muscoli e facevano primi piani alle sue chiappe scultoree e il suo “pacco”ben dotato? LUI-…mi sarebbe roduto parecchio… IO-l’importante e’ che mi capisci,visto che qui sembra che certi discorsi sensati li fanno passare per folli o moralisti,o addirittura cambiano la parte lesa,invitando ex veline a difendere la categoria,a dimostrare che non sono delle oche,quando a nessuna importa di sapere se siano istruite o meno…cambiano perfino quello che stiamo chiedendo.

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Ricevo quanto sopra nei commenti delle nostre lettrici: “Fare qualcosa per cambiare velocemente”, auspica la nostra amica.

Allora per cambiare velocemente, richiesta che ci viene …

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