Ehi, laggiu’ c’è qualcuno che ci sente? Nessuno? Non ci sente nessuno?

Mi aggiro da qualche tempo nella Valle dei Morti. Per i primi mesi ho utilizzato il coraggio ed ho affrontato lande deserte col batticuore ma certa che la’ in fondo ci fosse il Luogo che cercavo. Ero certa che la solitudine che mi circondava fosse un fatto temporaneo: infatti uomini e molte donne si sono messi in cammino con me.

La Valle dei Morti non è un bel posto. Catapecchie ovunque che tentiamo di recuperare o ricostruire ma da soli è difficile. Ogni tanto ci avvicinano strani esseri. All’inizio li confondevo, pensavo fossero umani come me e che volessero ricostruire le catapecchie con me. Apparentemente erano umani. Poi però, mi chinavo a prendere una tegola o un mattone per ricostruire la catapecchia, e quello che io credevo essere un umano mi chiedeva in cambio qualcosa. Cosa se ne farà se siamo nella Valle dei Morti, pensavo.
Altre volte quello che io credevo un umano, invece di ricostruire, si sedeva e mi chiamava; iniziava allora lunghi discorsi. Mi spiegava con supponenza che era inutile ricostruire: ci fossimo riposati sarebbe giunto qualche viandante facoltoso a cui potevamo rivendere le catapecchie facendogli credere che fossero palazzi “funziona, funziona” mi diceva. Una volta il simil umano ha persino nascosto gli ultimi mattoni dietro una rupe, pensando noi dormissimo: voleva rivenderceli il giorno dopo. Cosa se ne farà del denaro mi chiedevo, visto che siamo nella Valle dei Morti. Mi parevano tipi originali e inquietanti: la Valle dei Morti è un posto che cade a pezzi, a noi pareva chiaro che, avessimo atteso ancora un po’ saremmo precipitati nell’abisso tutti, loro compresi. Ma loro parevano non curarsene, continuando i loro traffici che a me apparivano superflui.

Altre volte ci avvicinavano strani esseri femmine. Apparentemente più simili a me, iniziavano a ricostruire le catapecchie con solerzia. Non ne abbiamo mai completata una: le strane creature si inalberavano, bloccando l’indispensabile lavoro, per decidere chi ricoprisse il ruolo di geometra, di muratore, di manovale, di piastrellista: non in base alle competenze ma in base a chi dovesse ricoprire la posizione di maggior potere.

Che originali creature pensavo! Potere su cosa, su chi? Qui siamo nella Valle dei Morti e stiamo scomparendo, cosa conterà mai decidere chi ha più potere, magari più avanti nel tempo avrà senso, ma ora…

In effetti vi devo dire che la Valle dei Morti non è popolata solo da morti. O meglio le creature che la abitano sembrano vive, camminano, mangiano, si vestono, discutono per giorni di inezie. Ma io so per certo che sono morti. Per certo. Non è solo che hanno lo sguardo vitreo: è che sopportano qualsiasi umiliazione, ma proprio qualsiasi, senza dare segno di essersene accorti. Quindi deduco che siano zombie, insomma quindi non vivi…

All’inizio c’erano i figli delle strane creature che erano un vero refrigerio per me e i pochi altri con cui ricostruisco catapecchie. Poi è arrivato uno del primo gruppo, li ha tutti messi davanti ad un televisore, strano un televisore nella Valle dei Morti, direte voi, e anche i figli delle strane creature sono divenuti come i loro padri e le loro madri: zombie.

Un giorno poi è avvenuto un fatto eccezionale: un gruppo di vivi ci si è appropinquato! “ Che brutte catapecchie! Bisognerebbe ricostruirle” ci hanno detto. Io ero felicissima, finalmente trovavo qualcuno con cui condividere. Ebbene questi vivi non erano morti, bensì pazzi! Ci credereste? Nella Valle dei Morti, che è un luogo in disfacimento, queste persone che capivano! capivano la gravità della situazione…ebbene non ci crederete…si sono seduti. Seduti! Sì, si sono seduti e hanno cominciato ad analizzare la situazione nei dettagli. Intanto le catapecchie crollavano, i fiumi esondavano , la terra tremava. Loro stavano seduti e analizzavano. Poi un giorno, e io non credevo ai miei occhi, sono andati a cercare uno del primo gruppo “ per cercare accordi su come impostare la ricostruzione delle catapecchie” mi hanno detto.

Il gruppo dei pazzi è quello che io capisco di meno, devo ammetterlo.

All’inizio del mio viaggio, quando non avevo ancora visto la Valle dei Morti, mi occupavo di problemi che ora giudico superflui.

Pensavo che le donne e gli uomini avessero uguali diritti. Pensavo anche che le donne se avessero avuto uguali diritti, avrebbero potuto occuparsi di cose importanti come la cura delle Valli e di chi abita nelle Valli.

Ma mi sono accorta che tutto precipita e che ci dobbiamo occupare di cose più urgenti. Da un po’ ammassiamo mattoni e tegole alla rinfusa, qualcuno e qualcuna che ci aiuta c’è. Da qualche tempo chi ci aveva sentito chiedere aiuto è sceso a darci una mano e noi ne siamo stati subito rinfrancati. Ci sono altri, però, ancora vivi, che ci guardano dalle finestre delle catapecchie e ci gridano : ”dai andate avanti così” ma devono essere paralizzati penso, perché non scendono a ricostruire le catapecchie.