Posts tagged "politica"

Dialogo tra un uomo e una donna

Pubblichiamo per intero il testo del dialogo con Nichi Vendola. In neretto i punti che mi paiono importanti, perché forieri di un nuovo modo di pensare e forse di essere. Su questi è importante avere la vostra opinione. Grazie.

NICHI E LORELLA: «CI METTIAMO LA FACCIA»

Coltivano pensieri lunghi, scuotono anche chi non la pensa come loro. E stanno costruendo un sorprendente ponte sul futuro. Dialogo esclusivo tra due atipici 50enni: il politico-guru (Vendola) e la documentarista-blogger (Zanardo).

Tempo fa in un dibattito Elisa s’è alzata e mi ha detto: “Io ho 18 anni e cambierò il mondo, ma tu e quelli come te dovete aiutarmi”. Credo che la mia generazione abbia compiuto uno scempio e il mio compito per i prossimi dieci anni è creare un ponte sulle macerie e consegnarlo a chi ha 15, 16, 17 anni. Il mondo si può cambiare e i ragazzi possono dare molto». È diretta Lorella Zanardo, autrice del fortunatissimo documentario Il corpo delle donne (oggi anche un libro Feltrinelli). Con questo spirito sta girando da un anno – a sue spese – le scuole italiane, per denunciare la rappresentazione univoca delle donne e promuovere la consapevolezza del linguaggio televisivo. «In questi giorni i giornali si chiedono se farò il ticket con Veltroni o con Bersani. Ma io lo faccio con lei!». Ride Nichi Vendola, governatore della Puglia. I giovani li conosce bene: su di loro ha fatto una gigantesca scommessa con le sue politiche. «C’è una generazione che si …

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Metterci la Faccia (8)

C’è bisogno di facce, facce vere, facce che raccontano di una vita che non si ferma all’apparenza. Volti alternativi ai “non volti” televisivi e pubblicitari. Che raccontano di noi a chi ci incontra.

Oggi 10 luglio è uscito su D Repubblica un articolo sull’incontro tra me e Nichi Vendola, avvenuto il mese scorso durante il  giro della Puglia per gli incontri con gli studenti e le presentazioni del libro.

Cio’ che trovo interessante è che dalla nostra conversazione emerga la possibilità del cambiamento. Nessuna paura nell’utilizzare parole “alte”, nessun timore di volare alto.

Politica per occuparsi del mondo e delle cose del mondo.

 

 

 

Qui potete leggere on line l’articolo. (da pagina 52)…

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L’Italia l’è malada. Discutendo di legalità, una sera d’inverno, con Salvatore Borsellino

Pubblichiamo il testo del discorso introduttivo di Silvia Buzzelli, professoressa associata di procedura penale europea e sovranazionale all’università di Milano Bicocca, all’incontro pubblico con Salvatore Borsellino svoltosi a Monza il 19 gennaio.  Silvia Buzzelli  l’ho incontrata alla presentazione del libro intervista di Piero Scaramucci a Licia Pinelli e mi ha subito interessata con la passione che comunicava, con il suo “metterci la faccia” nelle attività di cui mi raccontava. L’altra sera a Monza avrei dovuto esserci anch’io ma, un contrattempo me l’ha impedito. Andremo noi  appena possibile a cercare Salvatore Borsellino per un’intervista al blog.

Buona lettura e buona settimana.

Da dove partire, caro Salvatore? Era il 1882 quando, nelle campagne di Rovigo e del mantovano, iniziò il primo grande sciopero: fu un’agitazione senza precedenti, una lotta durissima – fatta di arresti, persecuzioni, processi – che si estese nel lodigiano, nel parmense, in tutta la nostra Pianura Padana, insomma. “La boje, la boje e de botto la va fora”, bolle, bolle e, all’improvviso, trabocca: questo era il grido dei braccianti che, nel Polesine, cantavano “L’Italia l’è malada”. Bisognerebbe, forse, imparare la dignità di quelle donne e di quegli uomini (uniti nelle leghe e nelle società di mutuo soccorso); bisognerebbe – chissà – intonare di nuovo “L’Italia l’è malada”.

Perché ” L’Italia l’è” ancora ” malada” (o no?), e quali sono i sintomi?

“L’Italia l’è malada” perché si propone di intitolare una strada a un latitante (perdonate, uso le categorie del codice di procedura penale, le sole che conosco), un condannato …

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Il nostro 2009

Ecco la lettera che insieme a molte rappresentanti di istituzioni, abbiamo inviato al Presidente Napolitano, prendendo spunto dalla nostra Costituzione.

LETTERA CONDIVISA

Due giorni fa abbiamo pubblicato la mozione al senato del Pd che prende spunto dal nostro documentario per chiedere una corretta immagine delle donne in tv.

Serviranno queste iniziative? Mi chiedete sul blog, su face book.

Si.

Come ho già avuto modo di scrivere, servono, ma serve anche e di più la nostra partecipazione attiva.

Servono le mozioni  al Senato e i cittadini che si ricordano di farle applicare.

Servono le lettere al nostro Presidente, e poi serve di più che si rammenti ai media degli impegni presi.

Serve produrre il documentario Il Corpo delle Donne, e non mollare la presa e continuare con il monitoraggio televisivo giornaliero (gran fatica, grazie a Cesare e al suo piccolo team di volontari).

Dobbiamo abbandonare l’idea che sia sufficiente eleggere dei rappresentanti politici che tutelino i nostri interessi. Non è così, non è più così da tempo, magari sarà diverso in futuro.

Questo è il problema oggi per gli  uomini e ancor più per le  donne. In una vita piena di lavoro, famiglie, doveri, nelle nostre vite di corsa dove ci si divide tra mille impegni, trovare il tempo della consapevolezza, della presa di coscienza, della militanza o dell’impegno, è durissima. Mezz’ora al giorno, consigliavo su L’Unità del 31 agosto 2009 .

Basta mezz’ora al giorno. Tutti insieme mezz’ora al giorno.

Cio’ che di buono ho imparato in molti anni di …

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Immagina

Immagina che questa politica morta, che vedi intorno a te, venga infine sepolta e faccia spazio a qualcosa di nuovo che si alimenta della vita narrata da ogni persona.”

E speriamo che il nuovo che arriva si alimenti anche e molto della vita narrata dalle donne.

Sabato 24 ottobre viene presentato in 25 città italiane il MANIFESTO DEL LAVORO DELLE DONNE E DEGLI UOMINI, scritto da 8 donne del Gruppo Lavoro della Libreria delle Donne di Milano con l’obbiettivo di proporre a tutti, donne e uomini quindi, un modo nuovo di concepire il Lavoro. Ci siamo prese la libertà di guardare oltre, credendo fortemente che forzare i confini di un modo di intendere il lavoro ormai obsoleto, possa recare vantaggi e far crescere la libertà di tutti.

Per un anno noi autrici del Manifesto ci siamo incontrate per confrontarci sul tema “Donne e Lavoro”: partivamo da un sapere ricco e variegato risultato di una lunga ricerca i cui risultati sono condensati in un prezioso volume: Il doppio Si, cioè il sì che le donne di oggi dicono sia al lavoro che alla vita privata, con tutti i problemi che ne derivano.

Il Manifesto è rivoluzionario: come definire altrimenti un documento che parla di lavoro partendo dall’esperienza e dai desideri delle donne?

Fino a ieri sarebbe parso inconcepibile; oggi esiste. D’ora in poi ci sarà uno scritto su cui discutere e riflettere che afferma che sì, possiamo iniziare a progettare modi e tempi del lavoro che tengano …

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C’è DA FARE

Immersi nello sconforto per le notizie della nostra politica sempre più rivoltanti e con i media che affondano ogni nostro tentativo di credere che il mondo si possa cambiare – e però è vero: il mondo si può cambiare – prendiamo spunto da Ina Pretorius, e dalla sua daseinkompetenz, cioè da quella competenza dell’esserci nelle cose, nel qui e ora che le donne hanno così bene sviluppato e di cui spesso non sono coscienti.

In questo momento storico io credo sia utile mantenere alto lo sguardo e impegnarsi in azioni militanti quotidiane che possano migliorare la realtà intorno a noi.

Se in giro non si vede nessun politico che ispiri il nostro quotidiano con una visione che guarda lontano, occupiamoci di cio’ che ci circonda con cura e dedizione perché è ormai chiaro che saranno quelle nostre apparentemente piccole azioni a dare il senso ad un nuovo modo di intendere la politica.

Il silenzio pubblico delle donne su cui tanto ci si interroga, ad un orecchio attento si trasforma in questi giorni in una moltitudine di voci forti e chiare.

Mentre i media danno spazio ad una ragazzina appena maggiorenne chiedendole le ragioni della fine di un matrimonio tra un premier 70enne e la moglie 50enne, e quotidiani un tempo “seri” recensiscono le notti in balera della signora D’Addario , la scuola per molti è ripresa o riprenderà a breve. Settembre, i media lo sanno?, è il mese più faticoso per le donne madri: la scuola che riapre significa organizzare …

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8.700.000

La statistica è una scienza piena di sorprese. Materia per nulla arida, ad appassionati detective può rivelare dati interessantissimi che spiegano molto più di lunghi articoli.

Ottomilionisettecentomila. 8.700.000 sono le donne di 60 anni e oltre che vivono in Italia secondo gli ultimi dati Istat.

Ottomilionisettecentomila. 8.700.000 sono i giovani (totali maschi e femmine) dai 18 ai 30 anni, che vivono in Italia secondo gli ultimi dati Istat.

Interessante vero?

Una multinazionale su questi dati ci costruirebbe la sua strategia: due target di consumatori, stesso peso numerico, diversa propensione al consumo, diversa possibilità di consumo.

Campagne pubblicitarie diversificate. Uguale attenzione per i due target, poiché potenziali consumatori.

E i partiti politici Italiani?

Del target giovani i politici italiani di entrambi gli schieramenti, discutono molto. Ciclicamente si va alla ricerca del candidato giovane che possa attirare gli elettori giovani. Da un punto di vista operativo, le politiche sul lavoro per i giovani però stentano a decollare con le conseguenze gravi che tutti conosciamo.

Sorprendentemente del target donne 60enni e oltre i politici non parlano mai: 9 milioni di persone invisibili. Circa il 15% della popolazione di cui ci si è dimenticati, se non per qualche articolo sull’età pensionabile.

Le nostre città sono piene di donne ultrasessantenni in piena attività, i giornali ne parlano,l’aspettativa media di vita femminile è di 84 anni e più, le nonne tengono in piedi le famiglie badando gratis ai nipoti e facendo le veci di strutture carenti. Sessantenni che si sposano, risposano, vanno in vacanza, si

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