Posts tagged "gad lerner"
Gad Lerner: Bei nomi nel CdA Rai, mi spiace non condivido

Gad Lerner: Bei nomi nel CdA Rai, mi spiace non condivido

Bei nomi nel CdA Rai: mi spiace, non condivido.

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Gad Lerner e la farfallina

Gad Lerner e la farfallina

http://www.gadlerner.it/2012/02/21/i-tempi-sono-cambiati-cara-belen.html

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Italia, Europa?

Anni fa, quando lavoravo a Parigi e dirigevo un’ attività internazionale che comprendeva anche la gestione di importanti campagne pubblicitarie, fui una tra i primi repsonsabili di gestione di business e marketing a livello europeo. Esperienza interessantissima che mi insegnò parecchie cose tra cui di non cadere nell’errore di suddividere l’Europa in macroaree determinate dai confini nazionali quando si vogliono analizzare i gusti dei consumatori: ci sono più similitudini nelle abitudini di acquisto tra una donna milanese e una di Francoforte, che tra una parigina e una della Camargue.

Imparai anche che allargare i confini serve ad allargare le nostre potenzialità di azione: come ho scritto nel mio libro Il Corpo delle Donne, se c’è un modello di vita che mi piace e non lo trovo  all’interno del Paese dove vivo, cercherò di andare là dove più trovo somiglianze, o di importare que ldeterminato  modello da noi. Appresi anche però che la lingua è ancora un grande ostacolo, nonostante la Comunità Europea: se da un lato molte decisioni internazionali vengono ormai prese tenendo conto dell’entità “Europa”, è purtroppo ancora vero che le differenze lingustiche ci imprigionano in confini ristretti. E’ il caso della libertà di espressione nei media e della rappresntazione della donna nei media: chiunque abbia vissuto all’estero conosce la profonda arretratezza del nostro Paese in merito a qs temi: immaginate la differenza che farebbe per tutti noi se la lingua fosse unica in Europa o se padroneggiassimo le lingue straniere: potremmo guardare BBCWorld e conoscere la …

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Grasso e le donne

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Gad Lerner su Vanity Fair:

Dopo vent’anni abbondanti di lavoro in televisione contravverrò parzialmente, per una volta, alla regola che da solo mi ero autoimposto fin dall’inizio: mai replicare alle recensioni dei critici, per rispetto della loro autonomia di giudizio. Niente ringraziamenti quando parlano bene, niente proteste quando parlano male, niente precisazioni o arruffianamenti sotterranei. Che sia proibito a chi fa tv intrecciare un dialogo con chi per mestiere valuta le sue creature. Se faccio un’eccezione con Aldo Grasso, che detiene la rubrica televisiva sul “Corriere della Sera” da prima ancora che io cominciassi a lavorare nell’elettrodomestico rettangolare, è perché sono reduce da una manifestazione promossa da donne arrabbiate che hanno fatto sentire efficacemente la loro voce in ogni contrada d’Italia. Da decenni la questione femminile non assumeva nel nostro paese un tale rilievo pubblico, dando luogo a discussioni appassionate e civili, nonostante il ministro dell’Istruzione che ha qualificato in anticipo le manifestanti come “poche radical-chic” (peccato che la Gelmini non legga Grasso, altrimenti avrebbe potuto mutuarne la variazione altrettanto sarcastica ma più originale di “sinistra Vanity Fair”). Cosa c’entra Aldo Grasso con le donne arrabbiate, vi chiederete? Per carità, poco o nulla. E’ solo per via del suo mestiere, il critico televisivo. Possibile che non fosse venuto in mente a lui di esercitare, nel corso della sua lunga carriera, una critica al modo in cui sono mostrate e trattate le donne nella tv italiana? Eppure inchieste comparative sul trattamento dell’immagine della donna nelle diverse

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I miracoli avvengono!

Vi segnaliamo con stupore e gioia l’articolo di Gad Lerner: i maschi italiani, forse imbarazzati dall’italico 72esimo posto del gender gap, comprendono che la questione è molto più loro che nostra: bene! Andiamo avanti così. Un abbraccio affettuoso a tutti gli uomini che coraggiosamente affronteranno la questione maschile. Noi siamo al vostro fianco.

IL MASCHIO italiano schierato con le donne che si ribellano all’offesa della loro dignità? Tale è la sfida allo stereotipo del vitellone nazionale, da esporlo come minimo a sospetti e ironie… su la Repubblica

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La Maestra Elementare

Leggo sul sito di Gad Lerner una bella storia di buona scuola, di quelle che ti fanno amare le maestre che si prodigano per istruire e formare i loro allievi. Dico spesso che incontrare almeno un/a insegnante brava/o nella vita, è meglio di vincere al lotto. Un insegnante con cui costruire una relazione, da cui ci si senta ascoltati e con reale desiderio maieutico http://www.gadlerner.it/2010/12/17/cosi-ho-imparato-a-amare-litalia.html

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Il corpo delle donne studiato dalla Rai

Gad Lerner ha scritto questo articolo su Vanity Fair e sul suo blog. Parla del convegno Donne in TV e nei Media: un nuovo corso per l’immagine femminile, e ripercorre i fatti degli ultimi mesi, e le persone, che hanno portato a riprendere il dibattito su questo tema.…

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