I miracoli avvengono!

Dodici giorni per passare la voce, facciamolo anche nei paesi e nelle borgate.

La dignità delle donne e quella degli uomini sono strettamente correlate: laddove l’una viene calpestata, ne esce calpestata anche l’altra…

Quanto è vero, quanto sudore e quante lacrime mi è costato l’affrancamento dal veleno che mi è stato inculcato già con il primo latte. A quattordici anni sapevo già cosa volevo e cosa non volevo: volevo amare una donna perchè fosse carne della mia carne (e viceversa) e non volevo essere come mio padre. Nessuno mi insegnò come riuscirci. Il resto è la mia vita. Sono sposato felicemente e tuttora combatto con gli impulsi che, volente o nolente, erompono da me… Sperando che Tina apprezzi il mio impegno… Lo apprezza, siamo stati fortunati ad incontrarci. Un abbraccio a tutte/i.

Da uomo, Susanna, sono perfettamente d’accordo. Le donne devono tornare a dialogare/progettare/lottare insieme in alternativa al mondo maschile. Il mondo e la storia sono da sempre in mano agli uomini e chi lo nega – uomo o donna che sia – fa davvero il gioco del sistema. La retorica del lavoro insieme – uomini e donne, intendo – su questi argomenti a me risulta dolciastra. Da uomo che, da sempre, non ha davvero un buon rapporto con gli uomini, dico: combattete il pensiero maschile, non lo blandite nella convinzione di indurlo a cambiare. A una dittatura non si chiede cortesemente di cadere, occorre provocarne la caduta. Tardivo, considerata la storia e le conseguenze oggettive di questi millenni, ma la caduta della dittatura maschile (che tuttavia ha trovato drammaticamente sponde in una moltitudine di donne) sarebbe davvero il più grande cambiamento di tutti i tempi !

Massimiliano, non capisci che alle donne un certo maschilismo sta bene? Sono loro le artefici di questa mentalità, attraverso le loro scelte sessuali. Ho sentito e letto tante parole, ma i fatti no, perché non sono nella loro natura.

Vi posto un articolo che avrei voluto scrivere io: http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article7718

@Susanna: io capisco il bisogno di ritrovare una solidarietà tra donne che purtroppo si è persa nel nostro Paese, o si è degradata in deviazioni faziose (vedi personaggi come Daniela Santanchè, che si ritiene altrettanto paladina dei diritti delle donne… in ben altri sensi) ma noterei anche che almeno una parte della società è maturata rispetto all’epoca femminista. A quell’epoca – correggimi pure se sbaglio – eravate una minoranza ristretta, e in relazione con un universo maschile totalmente analfabeta sui vostri temi e sensibilità, mentre adesso siete una “massa critica” molto consistente, e potete contare su schiere di uomini su una lunghezza d’onda molto vicina alla vostra e in grado di costruire l’alternativa insieme.

@ Valentina S.
Se non ci fossero uomini che pensano in modo diverso, non ci sarebbe Massimiliano Naldoni che scrive quello che ha scritto. Però, a mio avviso, nella maggior parte dei casi gli uomini che parlano favorevolmente dell’emancipazione femminile lo fanno in modo gattopardesco. Le eccezioni, come noto, sono sempre fuori dalla maggior parte dei casi.

“Ho sentito e letto tante parole, ma i fatti no, perché non sono nella loro natura.”

Cioè l’incapacità è connaturata al genere femminile. Dov’è la porta del tempo che ti ha spedito qui dal medioevo?

@ #18
Non ho parlato di incapacità femminile, nel senso di inferiorità. Certo, è inutile nasconderlo: per quanto riguarda il valore (ex valore purtroppo) della coerenza avete una marcia in meno.
Mi potete censurare quanto volete, ma la maggior parte degli uomini sono d’accordo su una stessa cosa, cioè sul fatto che le donne dicono di volere un certo tipo di uomo ma poi si concedono al tipo di uomo del tutto differente. Imprimetevelo nella vostra mente: questa credenza è il peggior nemico della propaganda femminista, non è Berlusconi, non è la disoccupazione femminile, non sono le gravidanze.
Troppi uomini lo capiscono troppo velocemente, troppi uomini parlano tra di loro trasmettendo questa nozione base, e purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi hanno ragione. Gli antifemministi, le femministe, i maschilisti vostri alleati, potranno urlare quanto pare a loro di essere superiori, di avere ragione, di essere le vittime, che gli altri sono i cattivi, ma le chiacchiere rimangono chiacchiere, quando i fatti sono troppo poco difficili da decifrare.
Dovete fare un salto di qualità, in direzione dell’introspezione e dell’empatia. Con l’introspezione potete metabolizzare le dinamiche sociali e sessuali e piano piano vederle in maniera più distaccata e potete ordinare le vostre idee; con l’empatia potete capire le motivazioni per cui gli uomini si comportano e la pensano in un certo modo, potete capire chi è l’attuale Dio e le motivazioni per cui è lassù.
In quanto antifemminista non dovrei porgervi la mano, ma lo sto facendo in qualità di grande sostenitore dei valori dell’introversione.