NOI che non molliamo MAI

NOI che non molliamo MAI

Carissime e carissimi, ci prendiamo un po’ di tempo: non so quanto. Abbiamo, ho, bisogno di spazio, tempo, riflessione. Accadono molte cose e il pericolo è sempre lì, in agguato: far diventare la propria vita un’estranea. Ci prendiamo un periodo non solo di riposo, bensì di creazione. E per farlo abbiamo bisogno di silenzio, per far emergere il nuovo. E’ come quando restiamo incinta: il seme si radica meglio se facciamo spazio per farlo crescere. Vi auguro molto bene, sinceramente. Che sia un Anno di scelte piene di significato per ognuna di noi. Per chiudere questo Anno, voglio condividere con voi le tappe di questo percorso iniziato 4 anni fa. Non c’è tutto ciò che abbiamo fatto, gli incontri sono state molti e non di tutto abbiamo tenuto traccia. Ricordiamo che il web è un grande strumento di democrazia ma solo gli INCONTRI reali cambiano il mondo. Vi abbraccio.

Le tappe del nostro cammino di questi quattro anni: “Tanta roba!”  🙂 ha esclamato un sedicenne di una delle molte scuole che abbiamo visitato. Sì, tanta. E a questa lista, che è parziale, aggiungiamo i migliaia di post e commenti sul nostro blog Il Corpo delle Donne, su Facebook e su Twitter per mantenere fede al nostro impegno: il web per informare, gli incontri sul territorio per realizzare il cambiamento reale.

Non c’è progresso senza cultura diffusa. I dati su cui è necessario intervenire al più presto sono quelli che riguardano lo stato culturale del nostro Paese: il tasso di abbandono …

Continua a leggere...
Io lo So

Io lo So

Care ragazze, cari ragazzi.Oggi formarsi una coscienza critica ed indipendente richiede lavoro e dunque fatica. Significa che per essere correttamente informati dobbiamo leggere i quotidiani MA NON BASTA. Non basta nemmeno guardare la tv. Serve sapere l’inglese e consultare i siti della stampa indipendente europea e mondiale. E’ indispensabile guardare cosa scrivono anche i piccoli quotidiani locali, spesso vicino alle persone. “L’OBBEDIENZA non è più una VIRTU” certamente non è una virtù seguire, senza interrogarsi, le opinioni più diffuse. Ed è indispensabile chiedersi sempre “come siamo giunti a questa situazione?” Il Movimento 9 dicembre usa spesso, non sempre ma spesso, toni che non condivido. E allora io mi chiedo ” si poteva evitare? cosa potevamo fare, cosa potevo IO fare, per evitare che la protesta degenerasse?” Solo interrogandoci e sentendoci parte del problema e della soluzione agiremo la CITTADINANZA ATTIVA. IO LO SO che la tv continua ad essere il maggiore agente di socializzazione. IO SO che gli/le italiani usano la tv come maggiore mezzo di informazione (dati censis) IO SO che il SERVIZIO PUBBLICO non fa il servizio pubblico e da 20 anni ABDICA al suo compito di informare ed educare ( lo scrive anche la bbc in homepage) IO SO che attraverso la tv e la scuola si formano cittadini maturi e consapevoli che non userebbero i toni che ora giudichiamo deplorevoli ( e siamo ipocriti perchè questi toni potevano essere evitati) IO SO che il LAVORO E’ un DIRITTO INALIENABILE e che la CRISI non è vero …

Continua a leggere...
Sejam realistas, peçam o impossível!

Sejam realistas, peçam o impossível!

 Siate realiste/i, chiedete l’impossibile! Lettera da Lisbona di Chiara Baldin Un compito per voi da svolgere nei prossimi secondi: provate a definire il vostro mese di novembre in tre parole, leggete questo post e riportate nei commenti le parole da voi pensate. Siate realiste/i però… e continuate a chiedere l’impossibile! November is the cruellest month… come personalizzerei il verso dell’amato T. S. Eliot.Realista, Rosso, Rivolta: sono le tre parole per definire il mio Novembre.Nel penultimo mese del duemilatredici, Lisbona è stata palco e teatro di grandi giornate di sensibilizzazione crudele, spietata e militante. Da modesta ospite e partecipatrice, ho silenziosamente alzato la voce insieme a tante/i giovani e adulte/i lusitane/i.

Fino a metà novembre Lisbona ci ha risvegliate/i dal torpore ignorante e ha proiettato un Festival sulla Cittadinanza: otto giorni di documentari, dibatti, concerti e concorsi di poesia contro il razzismo hanno aperto gli occhi sul mondo, mobilitando riflessioni e sensazioni.

Ricorre l’anno europeo della Cittadinanza e il Festival “Rotas e Rituais” invita a vedere le multiple crisi che il nostro mondo sta attraversando, non solo come elementi preoccupanti e drammatici, ma anche come opportunità per perfezionare le nostre critiche, capire meglio come i nostri sistemi economici, politici, sociali e culturali si esauriscono in fumo e, soprattutto, per aprire un campo di possibilità ad altri modi di vedere, fare e articolare la libertà, la solidarietà e l’uguaglianza.[1] È inoltre un invito ad assumere il rischio della complessità, dell’incertezza, della differenza e a trasformarsi in azione e intervento.

Nel

Continua a leggere...

Adesso Chiariamo il Significato di Rottamazione

Renzi ha vinto e i suoi propositi, prima di tutto la legge elettorale, sono da me condivisi. Bene, siamo fiduciose. Però vorrei che ora, rinfrancato dalla vittoria, ci chiarisse il significato che dà alla parola rottamazione.

Se il suo proposito è rottamare una classe politica inchiodata alla poltrona e incapace di gestire il Paese, siamo  tutte/i d’accordo.

Ma non estenderei oltre il suo intento.

Ricordo che oggi il welfare nel Paese è rappresentato dalle donne ultrasessantenni. In pratica: tutti i lavori sfigati e faticosi che lo Stato non copre più, vengono svolti da donne comunemente definite vecchie: –anziani disabili da  curare : anche se sono amatissimi familiari, pulire il sedere, disinfettare le piaghe, sollevarli dal letto  ecc ecc non sono tra i   lavori  più ambiti e  meno faticosi

nipoti piccoli da accudire: andare a prendere i bambini all’asilo e farsene carico fino al rientro dei genitori: compito gravosssimo, chi ha provato a gestire 2 o 3 piccoli di 5 o 6 anni che si azzuffano per 5 ore al giorno sa di cosa parlo

nipoti grandi da accudire: il nipote è grande ma non trova lavoro. La nonna lo ospita nella sua stanzetta in più per qualche settimana ma dopo 4 mesi il ragazzo è ancora lì. Non ha un soldo e la esigua pensione della nonna  fa comodo anche per contribuire a pagare l’affitto dei genitori del ragazzo Potrei continuare.

Ribadisco  la mia gioia nel vedere una generazione di 40enni che si vuole fare …

Continua a leggere...
Dalla Parte della Bambina

Dalla Parte della Bambina

LUI 60, LEI 11. Per la Cassazione è amore. Per me è un grande dolore e la dimostrazione di dove siamo con il riconoscimento dei diritti delle bambine. Ieri la lettrice MArina mi ha segnalata una notizia su cui ho voluto riflettere prima di parlarne. Lui 60 anni dipendente pubblico dei servizi sociali calabresi, lei una bambina di 11 anni che viene affidata alle cure dell’uomo. Vengono trovati in una villetta sul mare, a letto e oltre non ho voglia di raccontare. L’uomo condannato, oggi viene riabilitato perchè la Cassazione ritiene ci fosse “Amore” tra i due. AMORE perchè la piccola gli scriveva messaggi d’amore e gli chiedeva” ma tu mi ami’?” Io, scusatemi, stamane non ho voglia di fare la professoressa e di analizzare con freddezza il caso. Ho il cuore, più che la testa, coinvolto in questa storia. Avete bambine di 11 anni per casa? ne avete consciute? E allora sapete che a 11 anni, anche se hanno un piccolissimo accenno di seni o si atteggiano a grandi, le bambine a 11 anni sono BAMBINE. Piccole. Sono appena uscite dalla scuola elementare. Sono delle creature innocenti e aperte al mondo, come è giusto che sia. Il caso ha voluto, ma sarà un caso, che mentre leggevo di questo caso calabrese, stessi guardando il film in dvd STELLA ed Sacher. Lo trovate in libreria e vi prego di guardarlo. Racconta la storia di Stella una piccola di 11 anni che si confronta con una vita dura, forse come quella

Continua a leggere...
Nelson Mandela:Imparare a  Vivere senza Consenso

Nelson Mandela:Imparare a Vivere senza Consenso

I potenti piangono, pare. Io non ci credo. Piangi qualcuno che hai amato e stimato per ciò che è, non per ciò che rappresenta. In questa foto Mandela ha l’età di molte di voi che leggete qui: un giovane avvocato, di belle speranze. Un uomo che crede che in un Paese democratico ognuno debba essere messo in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale di persona. In Sud Africa non c’era libertà. E dunque questo giovane uomo trascorre 30 anni, un terzo della sua vita in una cella. Molti anni fa lessi “Lungo Cammino verso la Libertà”. Non è un libro appassionante, è a tratti noioso, però  una delle lettura più edificanti che abbia mai fatto. Perchè da quello scritto di MAndela ho imparato la pazienza, la perseveranza, l’andare avanti a testa bassa talvolta come un mulo, sopportando la fatica e l’umiliazione. Perchè se hai un ideale, e ideale significa  molto più di obbiettivo, devi essere preparato a sopportare molto. 30 anni in una stanza raccontati in un libro: i giorni si susseguono e non c’è molto da dire , vero? Per noi figlie e figli di questi anni, è incomprensibile, abituati come siamo a politici e a manager che devono raggiungere  obbiettivi trimestrali.  Una farsa incredibile, perchè non c’è cambiamento reale che non abbisogni di tempo e  fatica. Non è stato Nelson Mandela solo il paladino della lotta all’apartheid. E’ stato l’esempio per molte attiviste e attivisti della fatica implicita che si deve sopportare nella  preparazione alle …

Continua a leggere...
Oui, Je suis Feministe!

Oui, Je suis Feministe!

 

Io sono a Milano, che è in Lombardia, che è in Italia che è in Europa. Voi siete a Siracusa, Napoli, Tento, Pierolo, Ravanna, Mantova, Lecce…che sono in Italia, e che sono in Europa. Inizio così da un anno tutte le mie presentazione nelle scuole. Per far comprendere ai ragazzi/e che Europa non significa solo euro bensì  idee che posso importare ed esportare dal mio Paese. Leggiamo questo utilissimo articolo di Giulia Camin da Parigi. Ragazze: non c’è cambiamento senza fatica, questo articolo è dettagliato, serio, completo e quindi richiede un po’ di tempo. Troviamolo, è importante:-)

L’altra sera ho ceduto alla tentazione e, cenando, ho seguito in streaming il confronto tra i tre candidati alle primarie del PD. Quattro gli uomini in scena: tre i candidati, un presentatore mediatore del dibattito. Neanche una donna presente. La domanda riguardante le pari opportunità è stata essenzialmente una e verteva, mi pare, sulla questione donne e lavoro. Quali le politiche da attuare? Quale futuro per le donne italiane e per il paese intero bisognoso di risorse in cui investire? Pochi, pochissimi, i secondi per rispondere a questa domanda, una fra tante. Ho ripensato a quando, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, il 7 marzo 2012 ero al teatro La Cigale a Montmatre,Parigi, per seguire un dibattito non ripreso dalle telecamere in cui i candidati alle elezioni presidenziali rispondevano alle domande di 45 associazioni femministe francesi. Ricordo perfettamente la risposta di François Hollande, ma anche quella di Eva

Continua a leggere...