Sguardi

Casalinghitudine

Laura Albano mi accoglie alla Casa del Popolo di S.Bartolo in Cintoia con un pacchettino per me. La ringrazio per essere così presente, per non mollarmi nei momenti in cui temo di essere risucchiata da questa avventura. Poi la serata scorre con l’entusiasmo che ormai connota la Toscana: più di cento persone al sabato sera in un quartiere di Firenze si attardano a discutere de Il Corpo delle Donne: vecchi giovani donne uomini. E’ chiaro che se ripartire si potrà in questa Italia disastrata, accadrà qui, dove non tutto è morto.

Il giorno dopo, in treno, ho aperto il  regalo di Laura: Casalinghitudine di Clara Sereni, edizioni Rizzoli. Una bella sorpresa, un bell’incontro, il cucinare come atto d’amore e di daseinkompetenz, la nostra competenza dell’esserci anche nelle piccole indispensabili cose della vita.…

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La TV per Sabina/2

Ospitiamo la rubrica di Sabina Ambrogi, giornalista per il Manifesto e molto altro. Sabina è bravissima e arguta: in un altro Paese se la contenderebbero i migliori quotidiani: ci vuole molto a capire che è molto più frizzante e sferzante lei di molti tromboni mummificati che discettano di tv come cariatidi, pagati profumatamente e che non mollano la poltrona? Grazie Sabrina, noi ti apprezziamo moltissimo.

Marketing reazionario sul corpo delle donne

Uno degli argomenti più in voga nei palinsesti Raiset è la meta-tv, cioè la tv che parla di se stessa, benché partecipanti e “esperti” dovrebbero essere a loro volta oggetto di riflessione, e semmai di esilio dal panorama mediatico. Eccezion fatta per Tv talk su Rai 3 condotta con ricerca di onestà e approfondimento, parlare di tv e comunicazione è il modo classico per azzerare l’accresciuta consapevolezza da parte degli spettatori nei confronti della televisione, e con essa diluire il dissenso fingendo di mostrarlo, buttandola in applausi e zuffe, al netto di qualsiasi analisi seria. Uno dei temi più autoreferenziali e auto assolutori è quello del corpo delle donne, con relative precisazioni sulla morale e accalorati dibattiti su cosa sia. Argomenti che finiscono in rete dove si amplifica il discorso televisivo, e manco a dirlo sono ripetuti dalla politica. In verità, la gestione politico-ecclesiastica del corpo della donna, così come il suo racconto suggerito dal marketing, portano a un gruppo di persone illiberali un grande vantaggio economico. E la paranoia del premier per l’orchìdea bellezza (solo femminile, come se

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Per Sarah

Ieri notte l’hanno trovata, era vicino a casa, seppellita dalle pietre in fondo ad un pozzo; non c’entrava Facebook o una fuga d’amore. Più banalmente lo zio l’ha ammazzata, per il solito motivo: lui la voleva, lei no. Dunque l’ha strangolata. Niente di nuovo. Ora inizierà il solito circo mediatico popolato da voyeur dall’interesse morboso. Mi vengono i brividi.

Sarah aveva 15 anni e in tutti questi giorni l’ho pensata con tenerezza infinita: ero certa fosse scappata per un desiderio adolescenziale irrefrenabile di avventura; ero certa sarebbe tornata. A 15 anni, nonostante l’aspetto spesso adulto, si è ancora bambine, magari si fa già l’amore, però si disegnano i cuoricini sul diario, si promette fedeltà eterna all’amica del cuore, si tengono tanti pelouche sul letto. Come la piccola Noemi Letizia, resa mantide dal nostro immaginario malato e perverso.

C’è una questione maschile di cui è urgentissimo discutere. E proprio agli uomini che, come me oggi, si sentono affranti dalla morte di Sarah, chiedo di avviare una riflessione sul perché di tanta violenza e di tanta rabbia. La prima causa di morte per le donne sono le botte, botte che ci massacrano, pugni con cui vengono spaccati denti, ossa, organi interni. Io non riesco ancora a capire perché di fronte ad un appello come questo la prima reazione degli uomini sia di rifiuto e difesa. Nessuno pensa, non io, che tutti gli uomini siano dei violenti. Ma quando i giornalisti stranieri mi chiedono “perché le donne italiane non reagiscono?” io, anziché rispondere …

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La Tv per Sabina/1

Da qualche settimana ospitiamo con piacere Sabina Ambrogi, giornalista brillante e graffiante critica televisiva. Ecco l’articolo apparso il 25 settembre su Il Manifesto.

Il mondo rovesciato dei talent ragazzini

Due programmi fotocopia Rai e Mediaset descrivono meglio di ogni altro quanto la parola futuro sia solo un titolo per comitati populisti. Si tratta rispettivamente di Ti lascio una canzone, Rai Uno, condotto da Antonella Clerici e Io canto, Canale Cinque, condotto da Gerry Scotti. Non si tratta di programmi televisivi pensati per bambini, ma si tratta di uno spettacolo per adulti di una certa età, che giudicano col televoto le esibizioni di bambini, mini proletari che servono gli ingranaggi di una macchina per industrie di merendine (per bambini obesi), per il profitto di editori, e ricchi conduttori che creano grandi monopoli. Ma il punto è davvero un altro. Quasi nessuno di quei bambini andrà da nessuna parte, perché lo spettacolo musicale in Italia si fa quasi solo in tv, e ormai solo con la formula del «cercasi talenti» che beninteso, una volta trovati, non saranno mai reimpiegati in nessun posto. Il talent show azzera i costi degli ingaggi degli artisti: si tratta di artisti (in questo caso di bambini) che, a loro spese di tempo, sacrificio e denaro, si formano e si esibiscono gratis. L’esibizione gratuita è chiamata ipocritamente: «un’occasione per mostrarsi in pubblico». Occasione che per chiamarsi tale non deve essere irregimentata e controllata dalla ripetitività imposta dal marketing e dal monopolio di un paio di persone,

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LIBERE: il 3 ottobre a Milano

Ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse,

siamo andate nel mondo piene delle vostre aspettative.

Solo che fuori non ne sapevano niente

e tutto andava nel solito vecchio modo.”

Sono le parole che la giovane protagonista rivolge ad una donna matura in un confronto nato all’insegna di una distanza, quasi di un’inimicizia. Che però si trasforma via via in un dialogo nel quale affiorano affinità e aspirazioni comuni. Fino a intravedere la possibilità di un orizzonte condiviso, di un annodarsi di fili che sembravano sciolti.

Libere è stato scritto da Cristina Comencini per Di Nuovo, un’ associazione di donne che in un documento condiviso spiegano perché non si riconoscono nella rappresentazione dei media che lede la dignità delle donne e ne sottrae la realtà, preoccupate per la crescente quantità di episodi di violenza di genere inversamente proporzionale al tasso di occupazione che è il più basso in Europa, per la precarietà delle conquiste, le difficoltà del lavoro e della maternità, l’insufficienza del welfare.

Per ragionare sull’EMERGENZA nell’Italia di oggi, per costruire insieme una convenzione di donne, Di Nuovo invita a partecipare allo spettacolo e al dibattito: domenica 3 ottobre, al Teatro Franco Parenti di Milano, alle ore 21.

Noi de Il Corpo delle Donne andremo con particolare interesse per il dibattito che seguirà.

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Pubblicità sessista

Questo è il video dell’intervento di Lorella Zanardo su Rai1, discutendo di pubblicità sessista con addetti ai lavori e altri ospiti.

Qui di seguito il contributo al dibattito della giornalista Sabina Ambrogi, che ci ha inviato questo suo articolo, apparso anche su Il Manifesto, che volentieri pubblichiamo:

Corpi in vendita per cancellare tutti i conflitti.

La  pubblicità  di un’azienda del nord Italia che vende assorbenti e fazzolettini umidificanti è questa:  compri due o tre prodotti, mandi all’azienda il codice a barre, e poi viene estratto un premio.  Non si  tratta di una somma di denaro che  puoi  spendere come credi, ma la tua  scelta deve avvenire   tra un paio di tette  o un paio di chiappe  nuove, o altre parti del corpo chirurgicamente modificabili entro i seimila euro. È escluso l’arco dentale. Nel cavilloso e burocratico dossier che illustra il  concorso si precisa che la vincitrice verrà sottoposta a una visita psicologica prima dell’operazione. Hanno pensato proprio a tutto: pure a arginare e capire paternalisticamente la disistima appena incoraggiata.  Questa pubblicità passa  attraverso la rete con un sito internet, e tappezza  Roma con le  due parti rilevanti della donna moderna: un paio di tette o in alternativa un culo,  giganteschi e minacciosi. Il claim è:te le pago io/te lo pago io.

Ogni strategia di marketing è sempre  il risultato di  un’industria che suggerisce,impone o crea contenuti. Ma poi questo contenuto  deve entrare in un tessuto culturale pronto a recepire. E due sono i processi rilevanti in corso che

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Il corpo delle donne e il ciclo della creatività

Questo seminario, condotto da una Levatrice, è dedicato alle Madri che sentono il bisogno di accompagnare le Figlie, in età da scuola media, verso una conoscenza del corpo femminile corretta, amorevole e divertente riscoprendo la Forza e la Gioia dello stare insieme fra donne. Il Sapere è un’arma potente da cui partire per combattere i tanti tabù che ancora sopravvivono sulla sessualità e che, insieme ai pregiudizi e alle informazioni distorte, compromettono sia il vissuto della propria identità sessuale che la costruzione di una relazione di coppia matura,  soddisfacente e fondata sul rispetto reciproco. Garantire alle bambine in divenire donne occasioni di incontro con la Sapienza del loro corpo, rappresenta un passo prezioso perchè possano imparare a viverlo con serenità, complicità e fiducia. Questo incontro, della durata di un pomeriggio intero, è fatto di giochi, animazione, condivisione, doni e tante informazioni interessanti ma non noiose perchè è un’alchimia di scienza, femminilità e poesia! Si suggerisce alle Madri di non lasciarsi intimorire dalle giustificate perplessità o ritrosie delle Figlie che invece si divertono sempre un mondo e di contattare direttamente l’Ostetrica per eventuali chiarimenti. Programma di questo seminario: anatomia del corpo della donna e fisiologia del ciclo mestruale. Un successivo seminario tratta la conoscenza del corpo maschile e del Ciclo della Procreatività dal concepimento alla Nascita.

Ostetrica Paola Lussoglio

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