Cambiare il mondo
The Revolution will not be Televised

The Revolution will not be Televised

Nel 1974 Gil Scott Heron incide The Revolution will not be Televised (qui il testo). Preveggente come Pasolini. Ad un dibattito un uomo è intervenuto dicendo che no, Pasolini non si può definire preveggente, ma semplicemente uno che aveva gli occhi bene aperti. Va bene anche così. Dunque Gil dagli occhi bene aperti scrive che la rivoluzione non sarà teletrasmessa. Se qualcuna/o di voi può tradurla per tutte/i, siamo grate.

Diciamo che dopo avere elencato decine di situazioni che durante la rivoluzione non accadranno e il cui significato potrebbe essere traslato ad oggi : “la rivoluzione non ti farà stare comodo in poltrona guardando le bocce di Cristina, la rivoluzione non ti farà stare il culo al caldo mentre guardi i risultati elettori e ti spari una coca cola che fino ad un minuto prima hai condannato al telefono con un amico, la rivoluzione non arriverà sullo schermo raccontata dal bel faccione del politico di turno, la rivoluzione non accadrà alla radio mentre blateri di cazzate con i tuoi amici seduto nel salotto della zia…” Ma è il finale che mi attizza e che spero attizzi anche voi:

“The revolution will put you in the driver’s seat.

The revolution will not be televised, will not be televised,

will not be televised, will not be televised.

The revolution will be no re-run brothers;

The revolution will be live.”

“La rivoluzione ti sistemerà al posto del conducente.

La rivoluzione non sarà teletrasmessa, non sarà teletrasmessa, non sarà teletrasmessa, non sarà

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Ciao Mamma, il mio Cervello è andato in Corto

Da qualche giorno sono ospite di un’amica in un piccolo meraviglioso paese dell’entroterra sardo: scrivo, passeggio, guardo le donne ai telai produrre tappeti incantevoli, penso. Leggo Sardegna 24, un nuovo quotidiano diretto da Giovanni Maria Bellu che spero possa essere riprodotto con questa impostazione in altre città: si parla di problemi locali ma con l’approccio dell’indagine, della denuncia seria senza clientelismi, lo leggo e mi appassiono. Riporto l’articolo di fondo del direttore che mi tormenta da stamane: che vergonga, che disastro, io voglio fare qualcosa, voglio reagire. Voglio incidere sul cambiamento. Settantamila micro aziende sarde a settembre dovranno chiudere. 210 mila addetti da allora in poi, saranno a spasso, e considerando le loro famiglie si arriva a calcolare che 600 mila persone, nei prossimi mesi saranno ridotte sul lastrico. Gianni Piacciau del movimento «Artigiani e commercianati liberi Sardegna», già iniza a intravedere la prospettiva dell’Argentina nei giorni acuti della crisi. E non è un concetto irreale o esagerato, perchè oltre al baratro della disoccupazione, si aggiungono le pratiche vessatorie dello Stato: i sardi dovranno pagare oltre 300 milioni di euro, che arrivano con le cartelle di Equitalia pronti per essere riscossi dall’erario.

“Non era affatto una macabra metafora del fallimento economico come morte civile il carro funebre che ha accompagnato il corteo delle vittime di Equitalia. Era invece una sintesi cronachistica di quanto, nel silenzio pudico di famiglie capaci di conservare la dignità anche nei momenti più disperati, sta accadendo nella nostra terra. Sì, ci siamo arrivati. Si è compiuto

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Sputiamo su Hegel o no?

Sputiamo su Hegel l’ho scritto perché ero rimasta molto turbata constatando che quasi la totalità delle femministe italiane dava più credito alla lotta di classe che alla loro stessa oppressione”, così scrive Carla Lonzi nel 1970, in quello che diventò un libro culto per le donne di quella generazione.

Avrei potuto scrivere questa frase io, pensavo qualche giorno fa, 41 anni dopo la pubblicazione da parte della piccola casa editrice Rivolta Femminile. 41 anni dopo, una vita fa. Carla Lonzi, trasgressiva critica d’arte, è morta giovane, purtroppo da tempo. Mi sono persa a pensare cosa proverebbe se fosse viva oggi, considerando che la ragione per cui scrisse il suo libro resta prepotentemente  attuale. Mesi fa partecipavo ad una riunione di un gruppo “femminista”: la ragione dell’incontro era pensare ad un comunicato dopo la brutale aggressione da parte di un extracomunitario a Roma che aveva portato alla morte di una donna: uno dei problemi che venne sollevato e che trovò ampio consenso era “che non fosse  forse il caso di manifestare per denunciare l’ennesimo atto di violenza perché la destra avrebbe potuto manipolare la notizia e usarla per incentivare una politica contraria agli extracomunitari; inoltre “il partito” non consigliava prese di posizione nette…”. Ricordo che  guardavo le donne intorno a me e pensavo intanto alla donna morta massacrata di botte. Prima di tutto Donna, scrivevo in un post recente.

Scrive Lonzi: Prendendo coscienza dei condizionamenti culturali, di quelli che non sappiamo , non immaginiamo neppure di avere,

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Protestare Serve!

Ecco il nuovo sito di Expo che è stato presentato il 17 maggio, dunque martedi, a Milano. Si chiama Donne e Expo 2015 è tutto un tripudio di donne. La morale è: protestare, serve.

Se protesti con altri, ottieni prima i risultati. Se sei un attivatrice di cambiamenti, fallo per il bene del mondo e un po’ anche per te. L’attivatrice di cambiamenti sa che i benefici saranno goduti da altre/i: lei sarà per tutte/i una grandissima rompiscatole. Se sei un attivatrice di cambiamenti sai che spesso i cambiamenti avvengono in tempi lunghi: non importa, vai ocmunque avanti. La change agent non ha paura del dissenso. La agente di cambiamento sa che se ottiene troppo consenso significa che non sta apportando cambiamenti reali. Se hai ottenuto i cambiamenti per i quali hai lavorato, sappi ch può accadere e altre/i godano dei frutti: la società è conservatrice e non ama chi provoca cambiamenti. Le attivatrici di cambiamento sono spesso seguite da donne e uomini poco inclini al rischio che comporta attivare cambiamenti ma molto abili a godere dei frutti provocati dal cambiamento. Spesso chi attiva cambiamenti viene idolatrato. Da morta. 🙂 Ciò detto, il sito Expo muliebre è bello. Pare quasi vero.

MORALE Come dice Manuel Agnelli: E’ ben più  doloroso se per nemici e amici non sei più pericoloso. Quindi: continuiamo a vigilare sull’Expo.…

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Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo

Diamo a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio: facendo questa massima nostra e non volendo decidere chi sia Cesare e chi sia Dio nella vicenda che segue.

Da parecchi anni Loredana Lipperini scrive libri e post con l’obbiettivo di innalzare il livello di consapevolezza sul tema della rappresentazione delle donne nei media: il suo testo Ancora dalla parte delle bambine ne è un esempio. Oltre a ciò affronte il tema durante numerosi dibaitti e interviste.

Giovanna Cosenza insegna linguaggio dei media all’Università: spesso tratta del tema della rappresentazione della donna nei media innalzando il livello di consapevolezza su questo tema.

Marina Terragni illumina da anni il borghesissimo Corriere della Sera con illuminanti aritcoli sulle donne.

Io, Lorella Zanardo, insieme a Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi ho scritto e diretto un documentario visto da 3 milioni e mezzo di persone che ha innalzato il livello di consapevolezza delle persone su questo tema, dei giovani e delle giovani in particolare che sono sensibili al linguaggio delel immagini. Oltre a ciò tengo un blog, una pagina FB ma piu’ di tutto vado nelle scuole e incontro centinaia di ragazze e ragazzi. E innalzo il livello di consapevolezza.

I blog gestiti da giovani donne: vitadastreghe, donne pensanti, unaltrogeneridicomunicazione, svolgono da due anni circa un importante lavoro di innalzamento del livello di consapevolezza sul tema della rappresentazione delle donne nei media.

Le donne citate qui sopra oltre all’UDI, ad Annamaria Testa, a …

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Il Coraggio è una Virtù

Mai come ora avremmo bisogno di tipi come Peppino. Quelli con la faccia sfrontata, che pare non prendano nulla sul serio. Quelli che ridono, di tutto e che non sanno stare seri. Quelli che con una risata seppelliscono secoli di sistema mafioso. Il giorno che ammazzarono Moro, ammazzarono anche Peppino, reo di avere osato ridere, e di conseguennza di avere demolito un sistema millenario mafioso.

Come mi manca Peppino. Come ci mancano tipi così, che saprebbero sepppellire con una risata i bari, gli opportunisti travestiti da “compagni” e insime a loro, la loro miserabile claque.…

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Al Parlamento Europeo

Vi scrivo da Bruxelles, dove ieri abbiamo presentato il nostro progetto, chiedendo supporto per Nuovi Occhi da portare nelle scuole. Sala affollata, con molti rappresentanti italiani, deputati e giornalisti, tra cui David Sassoli, Debora Serracchiani, Mariolina Sattanino. Silvia Costa e Patrizia Toia hanno promosso l’evento. Molti gli stranieri naturalmente, con varie televisioni europee. Confermo che il nostro lavoro è ormai conosciutissimo all’estero. Ci hanno anche detto che qui c’è raramente una così ampia partecipazione di giovani. Vado ora ad un appuntamento con un funzionario europeo che si occupa di Media Literacy. Qui a Bruxelles sembra primavera. …

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