La performance di Valeria Cosi ispirata al nostro lavoro, FemmeHomme, aprirà la serata del Premio Toscana Factory, all’interno di Fabbrica Europa a Firenze, il 20 maggio.
Continua a leggere...20 maggio, Suzzara (Mantova): doppio incontro.
Doppio incontro con Lorella Zanardo; al mattino per gli studenti dell’Istituto Manzoni, alle 17 al Cinema Politeama per tutta la cittadinanza.…
Continua a leggere...Acido Solforico
“Venne il momento in cui la sofferenza non li sfamò più. Ne pretesero lo spettacolo.” Amélie Nothomb
Con Acido solforico, la Compagnia Macrò Maudit esplora il tema del potere della comunicazione televisiva innestandolo all’interno di uno dei più grandi abomini storici compiuti dall’Uomo contro l’Uomo. Dal celebre romanzo di Amélie Nothomb, una cruda trasposizione teatrale in cui emerge il sadismo ipocrita di un pubblico che deplora l’orrore ma non ne perde una puntata. Uno sconvolgente reality show creato per intrattenere un pubblico annoiato ed assuefatto. Un set televisivo e un campo di sterminio in diretta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Protagonisti uomini e donne qualsiasi, rastrellati per strada e destinati all’eliminazione. Il dolore è telegenico, lo show seguitissimo. Lo spettatore interagisce da casa e uccide con il televoto. La lotta quotidiana tra prigionieri e kapò, il campo di prigionia, le vessazioni e le morti ricordano da vicino la devastazione dei campi di sterminio, fin dal primo atto del processo di disumanizzazione cui le vittime dello show sono sottoposte: l’eliminazione del proprio nome, sostituito da un codice alfanumerico. La televisione tutto può, è un non-luogo in cui ogni cosa è possibile e credibile. Apparire nel suo schermo, per alcuni, rappresenta l’obiettivo di tutta una vita. Rappresenta la VITA. Un grembo da cui nascere, in alta definizione. Per molti altri, rappresenta invece il mondo cui gli spot li ha preparati a desiderare di appartenere. Al Teatro Menotti, via Ciro Menotti 11, dal 12 al 29 maggio.
Continua a leggere...Milano On My Mind 2
Sono a Marsiglia per l’incontro EIGE, organizzazione della Comunità Europea, dove domani si parlerà di stereotipi di genere. Da qui seguo i risultati parziali delle elezioni di tutta Italia ma in particolare di Milano, sono certa capirete :-). Non dico nulla, sono in attesa… E sono piena di desiderio……
Continua a leggere...Pisapia in testa a Milano!
Dati sorprendenti giungono ai milanesi, alcuni felicemente sbigottiti, Pisapia è in netto vantaggio.…
Continua a leggere...Girls Girls Girls
Il 28 e 29 maggio, al PIM OFF di Milano, in Via Selvanesco 75, Girls Girls Girls, spettacolo teatrale di Giulia Abbate ispirato d al nostro documentario. Moltissimi artisti ci hanno contattato e stanno lavorando su opere teatrali, di danza, visive .
Descrizione:
“Il 60% del pubblico televisivo è composto da donne. L’offerta dell’immagine del corpo femminile in televisione è pornografica”. La manipolazione dell’immagine della donna, tramite la televisione e la pubblicità nella società contemporanea, rende la donna un oggetto che deve rispondere a funzione ornamentale: il corpo della donna è offerto come bene di consumo. Il progetto girls, si ispira al documentario di L. Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù “Il corpo delle donne”; girls analizza le immagini della televisione, ma ribalta l’oggetto della rappresentazione, creando un cortocircuito in un’immaginario contemporaneo prestabilito che manipola e rende lo spettatore schiavo davanti all’unidirezionalità dell’odierno linguaggio televisivo. Girls è un progetto mutevole, che si incontra con le esperienze delle persone che ne prendono parte, non è uno spettacolo precostruito, lascia spazio all’imprevisto, all’opinione dello spettatore. Gli attori che offriranno il loro corpo alla rappresentazione cambieranno ogni sera e si confronteranno con richieste improvvise a loro sconosciute, incarnado le marionette soggette a richieste spesso incomprensibili, come la televisione ci ha abituati a subire, ma anche la possibilità viva di una reazione e di una ribellione.
/ BIO compagnia
Container nasce a Milano nel 2006 dall’incontro tra Giulia Abbate e Fabio Cherstich, diplomati rispettivamente in drammaturgia e regia alla scuola …
Continua a leggere...Milano on my mind
Certo mi perdonerete, da due anni scrivo e non ho quasi mai uitlizzato questo spazio per trattare di questioni milanesi. Però tra poco ci sarà da eleggere il nuovo sindaco e vorrei dirvi un paio di cose.
-la prima: Milan è un gran Milan, si diceva. Ed è stato così per decenni. Da tempo Milano ha perso la sua grandezza, noi la amiamo ancora, ma a fatica. Più di tutto manca quella generosità che faceva sì che il “cumenda” avesse sì molto denaro ma capitava che con questo finanziasse anche il design negli anni ’60 o aiutasse gli artisti alle prime armi. Ora gli stilisti hanno requisito quasi tutti i vecchi cinema e teatri della città dove due volte all’anno fanno sfilare 10 modelle anoressiche. Perchè questi spazi non vengono aperti ai cittadini? In giro si respira un’aria cattiva, egoista, così come l’aria senza più ossigeno che respiriamo.
Gente di poco conto ma con molto potere, un potere conquistato in modo veloce ed ambiguo, tiene in pugno la città. Per anni noi milanesi abbiamo sopportato l’inquinamento, la scarsità di verde, i prezzi altissim,i perchè Milanoin fondo conservava un primato culturale all’interno del Paese: ricordo Grotowsky al teatro dell’Arte, la Bausch al Lirico, l’avanguardia teatrale che tutta di qui passava. Ora, lo sappiamo, se vogliamo vedere una performance innovativa dobbiamo andare a Roma, ma anche a Reggio Emilia per la danza, a Ravenna, a Firenze. Qui non accade quasi più nulla. Per anni ho vissuto a Parigi e, ogni volta …
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