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Il coraggio del Direttore

Interessante post sul tema del corpo modello unico e del rifiuto, conscio e inconscio, verso il  corpo fuori schema.…

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Al Jazeera Oggi!

Oggi 13 giugno ore 14,30 in diretta a questo link intervista di Al Jazeera con Lorella Zanardo e le altre rappresentanti del movimento delle donne in Italia.…

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Corpi (etero, gay, transgender…)

Il 12 era la giornata dei referendum, tra poche ore sapremo i risultati. Intanto a Roma quasi un milione di persone GLBT (gay, lesbian, bisex, trans gender) si sono incontrate per chiedere che i loro diritti vegano rispettati. Ho guardato a lungo i video della giornata, ho ascoltato le amiche/i che erano alla sfilata dei carri. Emerge una chiarissima evidenza: si sono divertite /i come pazze e pazzi ma ciò che più mi interessa, il corpo ostentato, agito, esposto, dichiarato, travestito, truccato è stato il mezzo di comunicazione più evidente. Non voglio usare oggi questo spazio per approfondire le problematiche gay, né per analizzare quanto dolore e fatica ci possa essere in chi deve lottare per esistere ed essere accettata/o così com’è (e su questo punto anch’io come donna qualcosa ne so). Constato solamente una energia formidabile che girava, vecchie tipe in jeans e camicia rilassate e in trasferta che azzardavano due passi di ballo con una drag queen favolosa in piume e paillettes rosa. Machi robusti e oliati che ancheggiavano vicino a una ragazza timida sorridente abbracciata alla sua ragazza, corpi di ballo queer arrivati da lontano per fare festa: insomma, io che ballerei sempre e comunque e che nella prossima vita questo farò, mi sono detta che, mannaggia, la prossima volta ci vado anch’io.

Pensavo a piazza del Duomo in festa per i risultati delle elezioni: si sta vicini, si gridano slogan, si ride alle battute di Bisio… ma niente corpo, niente energia fisica che rivoluziona gli …

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Un’altra Economia è Possibile?

Tratto da cgil.it riprendiamo questo articolo che fa il punto sull’incontro di sabato 11 a Firenze:

Da Camusso a Lo Bello “Declino non irreversibile”.

Da paese industriale e del lavoro al fondo adesso della scala economica europea. Trent´anni di Italia, non da dimenticare, ma da cui capire come uscire indicando le responsabilità e facendo ognuno un mea culpa: perché «non esiste solo il fare ma anche il lasciar fare», dice l´economista Stefano Zamagni alludendo a «passioni tristi» che portano alla rassegnazione e all´«ormai». Quando invece «il declino – dice la segretaria nazionale Cgil Susanna Camusso – è innegabile ma non irreversibile». Le danno ragione economisti di fama come Zamagni, presidenti di Confindustria come Ivan Lo Bello, manager impegnate sulla differenza di genere come Lorella Zanardo, e il presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini, il padrone di casa ieri alla tavola rotonda organizzata da Unicoop e moderata dal giornalista di Repubblica, Curzio Maltese. Sotto accusa il recente falso modernismo e il sogno alla rovescia che ha indotto a credere nella finanza più che nel produrre, che ha glorificato la rendita e affossato il lavoro, che ha portato al 30% di disoccupazione giovanile ma anche femminile, gli interessi particolari, il nessun senso di comunità, la mancanza di un progetto, l´illusione liberista che è solo individualista. E la convinzione che cambiare si può. Con un modello economico e di vita diverso che recuperi, dice Lo Bello, «i valori del nostro passato e cancelli il paese fai da te», il paese «delle disuguaglianze e

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Maschi da Rottamare

Ci toccano maschi così, quelli un po’attempati ma che cuccano carne fresca. Il prodotto italico  che vive sull’amarcord del latin lover anni ’60. All’estero sono già tutti rottamati, qui sono una specie protetta, speriamo ancora per poco. Hanno un pubblico di lettori sgarzoli con porschettina,pancetta e diciottenne in mostra. Quelli che quando il cavaliere è stato trovato con le mani nel sacco, ridevano al bar invidandogli la minorenne.

Ecco l’articolo della crème del giornalismo italiano:

Non vorrei toccare il nervo scoperto dell’argomento degli argomenti, ovvero “il corpo delle donne”, ma le foto delle cameriere radunate in pubblica piazza per inveire contro Strauss-Khan ci hanno ipnotizzato in ragione di un fatto comune a tutte le sopracitate ritratte: erano, appunto, racchie. O meglio: di bellezza nascosta. Va bene che quello è pur sempre un banchiere ricco e di sinistra, dunque filantropo ma al puritanesimo un limite dovrebbero pur darlo. Le immolestabili, insomma, stiano al posto loro. Oppure vadano all’Infedele.

di Pietrangelo Buttafuoco

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Le donne sperano nei maschi delle nuove generazioni

Questo l’articolo apparso su Il Secolo XIX di Genova, con intervista a Lorella Zanardo:

Sembrava una missione impossibile, si è rivelata una preziosa esperienza che quest’anno è stata riproposta e ampliata. Il progetto portato avanti dalla professoressa Lucia Cecchi del Liceo Scientifico “A.Pacinotti” della Spezia ha coinvolto una classe del suo istituto che attraverso la raccolta di materiale video, e partendo dal documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne”, ha preso coscienza di quanto la pubblicità sia lesiva per il corpo della donna.. [continua]

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Sputiamo su Hegel o no?

Sputiamo su Hegel l’ho scritto perché ero rimasta molto turbata constatando che quasi la totalità delle femministe italiane dava più credito alla lotta di classe che alla loro stessa oppressione”, così scrive Carla Lonzi nel 1970, in quello che diventò un libro culto per le donne di quella generazione.

Avrei potuto scrivere questa frase io, pensavo qualche giorno fa, 41 anni dopo la pubblicazione da parte della piccola casa editrice Rivolta Femminile. 41 anni dopo, una vita fa. Carla Lonzi, trasgressiva critica d’arte, è morta giovane, purtroppo da tempo. Mi sono persa a pensare cosa proverebbe se fosse viva oggi, considerando che la ragione per cui scrisse il suo libro resta prepotentemente  attuale. Mesi fa partecipavo ad una riunione di un gruppo “femminista”: la ragione dell’incontro era pensare ad un comunicato dopo la brutale aggressione da parte di un extracomunitario a Roma che aveva portato alla morte di una donna: uno dei problemi che venne sollevato e che trovò ampio consenso era “che non fosse  forse il caso di manifestare per denunciare l’ennesimo atto di violenza perché la destra avrebbe potuto manipolare la notizia e usarla per incentivare una politica contraria agli extracomunitari; inoltre “il partito” non consigliava prese di posizione nette…”. Ricordo che  guardavo le donne intorno a me e pensavo intanto alla donna morta massacrata di botte. Prima di tutto Donna, scrivevo in un post recente.

Scrive Lonzi: Prendendo coscienza dei condizionamenti culturali, di quelli che non sappiamo , non immaginiamo neppure di avere,

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