Annni fa organizzai un corso a cui invitammo Sygmund Baumann a Milano. Arrivò preoccupato, gli avevano perso i bagagli e gli assicurai che glieli avrei ritrovati a tutti i costi e infatti fu così. Conservo ancora la sua delicata dedica di ringraziamento sul libro che mi donò. Fu con noi un paio di giorni e sempre veniva accompagnato dall’ amatissima moglie, una signora timida, anziana di apparenza mite che il grande filosofo teneva per mano con un atteggiamento di amore e pretezione che mi tenne commossa per tutto il tempo trascorso insieme. Ritrovai quel sentimento nel suo libro sull’amore liquido.
Ieri sul New York Times c’era una foto della grande scrittrice Iris Murdoch e di suo marito, morto recentemente, John Bailey, anch’egli letterato e docente a Oxford.
I visi e i corpi dei vecchi non compaiono mai nei media, in particolare italiani.
Pare che i corpi se non sono lucidi, compatti, muscolosi, vibranti, non abbiano dignità di rappresentazione.
Lo sguardo con cui il vecchio Baumann guardava la sua compagna era quanto di più invidiabile, grande, attraente, sensuale che una donna possa desiderare. Lo avrei voluto su di me, in futuro, quello sguardo. Pensai che mi sarebbe tanto piaciuto che un uomo, una volta vecchia, avesse potuto guardarmi così.
Bailey, qualche tempo prima che l’alzheimer gli rapisse Iris, che lui curò fino alla fine con dedizione, scrisse “Elegy for Iris”.
Non so se sia tradotto, correte a leggerlo.
E preparatevi ad una commozione e a uno stupore senza fine.
E mi dispiace tanto, non sono arrabbiata, ma sempre tanto dispiaciuta, per quelle donne e ragazze che non comprendono che il lavoro sull’APERTURA delle GABBIE in cui stanno tenendo i CORPI delle DONNE non ha come obbiettivo la rimozione dei corpi delle donne dalle immagini, o la copertura dei corpi.
L’Apertura delle gabbie libera altri corpi, consente altre visioni, schiude a sensulità molteplici.
Non è il culo di marmo né i pettorali di acciaio né le tette tg 4 che provocano l’amplesso più bello, questo qualcuna ve lo dovrà dire ragazze.
Ma John Bailey, stimato compassato professore, che racconta di quella giornata torrida di 50 anni prima in cui la passione li fece rotolare, lui e la signora qui nella foto, giu’ dalla bicicletta e l’intensità fu da morirne tanto da poterla ricordare e provocare i nostri sussulti, mezzo secolo dopo.
E allora se i CORPI delle DONNE e degli uomini conservano una storia che i segni del tempo raccontano e se noi conservassimo occhi per leggerli, nessuna vergogna, nessun timore a rappresentare i CORPI e come appaiono, dopo avere attraversato la vita.