Anche ieri un uomo ha ammazzato la moglie, lei voleva lasciarlo. Poi si è buttato dalla finestra col figlioletto in braccio. Sono morti in tre.
Ora io sto ascoltando in giro tutto un “tirarsi fuori dalle disgrazie delle donne”. Tra cui il femminicidio e la violenza.
Far parte della categoria delle morte ammazzate non fa piacere a nessuno, capisco. E allora va bene lavorare sulla nostra forza, e non accentuare le nostre debolezze.
Ma negare il problema non è la soluzione.
Sul tema della violenza verso noi donne c’è un silenzio imbarazzante da parte di molte deputate senatrici ministre che affollano ormai la politica. Ripeto: affermare la nostra forza è doveroso ora, ricordare i nostri successi, radunarsi per contare quelle che ce l’hanno fatta, brindare agli aumenti di stipendio, quando ci sono, è fantastico.
Ma negare che negli ultimi tempi il numero di femminicidi sia preoccupante e, ancor peggio, constatare che le notizie a riguardo siano messe in cronaca, è drammatico.
Giusto per ribadire: I FEMMINCIDI NON SONO CRONACA.
Poi possiamo anche dire che dato che ci sono già tanti problemi, crisi economica e mafia nella capitale in primis, una donna ammazzata in più non conta.
Bene, allora diciamolo e prendiamone atto.
Perchè è questo ciò che sta avvenendo e dunque dirlo è importante: la morte delle donne per mano di uomo non è fatto interessante. Ora che lo abbiamo scritto e abbiamo affermato con onestà una verità scomoda ma che è davanti agli occhi di tutti e tutte, possiamo iniziare a ragionarne.
Ragioniamone con forza ma ragioniamone.
Perchè è evidente che chi teme di essere considerata debole nel riconoscere l’enorme problema del femminicidio, è in effetti debole. Che teme la verità ed ha difficoltà nell’ agire con coraggio il cambiamento, preferendo l’adattamento agli usi dei vincenti.
Ripeto: negare i femmincidi non porterà a risolvere il problema da cui derivano.
Caro Primo Ministro, care Ministre ci vuole un Ministero delle Pari Opportunità.Come constatate, non basta eleggere Ministre Donne per attuare un profondo cambiamento culturale.