E non possiamo permettercelo neanche noi. Si aggiunga che – benché molti stentino a coglierla – esiste una stretta connessione fra la violenza contro le donne, e quella contro il Pianeta: e sta nella cultura che sottende alla sopraffazione.
Per questo si tratta di 2 sfide strettamente collegate: e questo 25 novembre è ora di dirlo.
E’ ora di riconoscere, e di dire, che la cultura dello stupro delle donne e la cultura dello stupro del Pianeta sono la stessa cosa.
Noi donne possiamo fare la differenza; e possiamo cominciare a farla mettendo a tema, per il 25 novembre, anche la connessione che esiste fra violenza contro le donne, e violenza contro il Pianeta.
#nonesistePianetaB
Riconosciamo cosa nasconde la cultura dello stupro nel suo senso più pieno, così come ben sintetizzato da Vandana Shiva: ho più volte sostenuto che lo stupro della Terra e lo stupro delle donna sono intimamente connessi – sia metaforicamente, nel modo di cui si costruisce la visione del mondo, sia materialmente: nel modo in cui si costruiscono le vite quotidiane delle donne. (esiste) connessione tra lo sviluppo di politiche economiche violente ed inique, e l’aumento di crimini contro le donne. (…) L’idea di una crescita illimitata in un mondo limitato può mantenersi solo attraverso il furto delle risorse del debole da parte del potente. E il furto di risorse, essenziale per la crescita, crea una cultura dello stupro: lo stupro della terra, delle economie locali autosostenibili, lo stupro delle donne. (…) dobbiamo cambiare il paradigma dominante: porre fine alla violenza contro le donne significa anche superare l’economia violenta a favore di economie pacifiche e non violente, capaci di rispettare le donne e il Pianeta.
Basta mettere la testa sotto alla sabbia. Basta con la politica degli struzzi.