grazie a Chiara Baldin corrispondente da Lisbona, per questo testo
Chi, tra le ragazze e le donne che stanno leggendo queste parole, ha mai sofferto, almeno un pochino, di dolori mestruali? E soprattutto… chi tra loro si è mai lamentata di questa periodica sofferenza?

Non stenterei a credere che il 98% delle donne lettrici ne ha sofferto e continua a soffrirne. Io per prima.

Ora provate a immaginare di avere una situazione genitale simile alle immagini qui sotto:

 Cosa notate?

Avete visto le cuciture parziali (immagini I e II) e totali (immagine III)?


Conoscete il tipo di pratica? Pensate che dia problemi e causi molto dolore ogni volta che la donna ha il ciclo mestruale?

Ebbene sì. Atroce e fortissimo dolore.

Si stima che 140 milioni di donne in tutto il mondo siano state sottoposte a tali mutilazioni dei genitali femminili (MGF) e che ogni anno 3 milioni di bambine ne siano a rischio. Circa 8.000 ogni giorno. In Europa, 500.000 tra ragazze e adulte soffrono per tutta la vita le conseguenze delle mutilazioni genitali.


Ogni anno sono circa 20.000 le donne e le ragazze provenienti da paesi a rischio MGF * che chiedono asilo all’Unione europea (UE).

*Paesi di origine a rischio MGF: Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Costa D’Avorio, Jibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda e Yemen.

Questi dati nazionali sono del Demographic and Health Surveys (DHS) published by Macro, and the Multiple Cluster Indicator Surveys (MICS), published by UNICEF.

I principali paesi d’asilo per donne e ragazze provenienti da paesi a rischio MGF sono Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Il Portogallo non è un’eccezione. Anzi: la pratica di mutilazione esiste, nonostante spesso occulta, tra le comunità di migranti nel Paese lusitano. La Guinea-Bissau, unico paese lusofono in Africa, è teatro nascosto di queste brutalità fisiche e psicologiche femminili, anche in Portogallo.

 

Ma cosa sono le MGF?

Le MGF consistono nella rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni.

Tornando alle immagini di cui sopra, la pratica della numero I è conosciuta anche come clitoridectomia: questo tipo di mutilazione consiste nella rimozione parziale o totale della clitoride e/o il suo prepuzio. Il nome tradizionale della mutilazione dei genitali femminili che comporta l’asportazione del solo prepuzio della clitoride è denominata ‘Sunna’, facendo riferimento agli “usi o costumi” del profeta Maometto. E’ considerata (erroneamente, nel caso delle MGF) come obbligo religioso.

Nell’immagine II, la pratica è conosciuta anche come escissione nella quale la clitoride e le piccole labbra vengono parzialmente o totalmente rimosse, con o senza l’asportazione delle grandi labbra.

Il tipo di MGF illustrato nell’immagine III è la forma più grave, conosciuta anche come infibulazione o tipo faraonico. La procedura consiste nel restringimento dell’orifizio vaginale con creazione di tessuto connettivo. Viene effettuata tagliando le piccole labbra e/o le grandi labbra, con o senza la rimozione della clitoride. I lembi della ferita vengono cuciti o comunque tenuti insieme per un certo periodo di tempo (per esempio, a volte, le gambe femminili vengono legate insieme). Una piccola apertura viene lasciata per l’urina e il flusso mestruale. L’infibulazione viene aperta tramite la penetrazione nel rapporto sessuale o con un intervento chirurgico.

Esiste infine un IV tipo che comprende tutte le altre pratiche dannose per i genitali femminili per scopi non terapeutici come punture, piercing, incisione, raschiatura e cauterizzazione.

 

Come vengono praticate?

La pratica viene generalmente eseguita su bambine di età compresa tra i 4 e i 12 anni, anche se in alcune culture è praticata già pochi giorni dopo la nascita, al più tardi poco prima del matrimonio o durante la prima gravidanza. Si noti bene che una donna può essere sottoposta alle MGF più di una volta, per esempio dopo il parto.

Le MGF sono solitamente eseguite da praticanti tradizionali che utilizzano un oggetto appuntito, come un coltello, una lama di rasoio o schegge di vetro. Vi sono anche prove di un aumento dell’incidenza delle MGF eseguite da personale medico. Ovviamente: SENZA ALCUNA ANESTESIA.

 

Perché vengono praticate?

CONTROLLO SESSUALITÀ FEMMINILE

Il piacere, fisiologico e umano, è la principale “colpa”. In molte comunità, la verginità di una ragazza/donna è un prerequisito per il matrimonio ed è fondamentale per il concetto di onore della famiglia. Le MGF, in particolare l’infibulazione, sono difese in questo contesto come mezzo utile per ridurre il desiderio sessuale e di conseguenza il rischio che una ragazza/donna possa avere rapporti sessuali prima del matrimonio, in modo da preservare la sua verginità. L’infibulazione è dunque il “certificato” della verginità.

IGIENE
In alcune culture vi è la convinzione che i genitali femminili siano sgradevoli e sporchi. In alcune società che praticano le MGF, le donne non mutilate sono considerate impure e non sono quindi autorizzate ad occuparsi di cibo e acqua.

FATTORI DI GENERE E IDENTITÀ CULTURALE

Le MGF sono spesso ritenute necessarie perché una ragazza possa essere considerata una donna completa, e la pratica segna la differenza tra i sessi in termini di ruoli futuri nella vita e nel matrimonio. La pratica delle MGF è vissuta come obbligo da parte di una madre nel preparare le figlie al loro ruolo di future mogli. La maggior parte delle madri che praticano le MGF sulle proprie figlie lo fanno per garantire loro un futuro di rispetto e benessere.

RELIGIONE
Non vi è alcun legame tra la pratica e la religione secondo le scritture, tuttavia per far sì che la pratica sia accettata, si usa sempre più spesso il rispetto e il dovere religiosi della mutilazione.

 

Quali conseguenze hanno le MGF?

Tra le più gravi e brutali vi sono: morte per gravi forme di sanguinamento; shock neurogeno come risultato del dolore e del trauma; infezioni e setticemia; ritenzione urinaria; danni per l’uretra e per l’ano; complicazioni durante il parto; traumi psicologici.

 

Le mutilazioni dei genitali femminili, in qualsiasi forma, sono internazionalmente riconosciute come una grave violazione dei diritti umani delle bambine e delle donne: a giugno 2012 alcuni paesi europei hanno finalmente promulgato delle apposite norme di diritto penale sulle MGF.

Queste sono un atto esplicito riconosciuto che causa dolore estremo procurando danni significativi, sia a breve che a lungo termine, e costituisce un abuso fisico ed emotivo di bambine e donne. La pratica delle MGF è una violazione dei diritti delle donne, contribuisce alla loro posizione di disparità, basata sulla discriminazione di genere e sullo squilibrio di potere, impedendo così alle donne il progresso e la piena partecipazione alla società. Le MGF controllano la sessualità femminile e rafforzano gli stereotipi che privano le giovani e le donne del diritto di prendere decisioni indipendenti riguardo la propria autonomia e il controllo sulle proprie vite e i propri corpi.

La lotta contro le MGF nell’Unione Europea è stata ostacolata dalla mancanza di dati attendibili sulla prevalenza del fenomeno, e dall’assenza di sistemi efficienti di assistenza alle vittime. Nonostante ciò la Campagna europea END FGM, coordinata da Amnesty International Irlanda, in collaborazione con le ONG attive in materia di MGF nell’Unione europea, ha contribuito ad aumentare la consapevolezza riguardo il problema, così come il contributo degli studi sul campo e i lavori accademici.

 

A Lisbona alcune istituzioni come l’Ospedale “Fernando Fonseca”, l’Istituto d’Igiene e Medicina Tropicale, tecnici nell’area della salute e della statistica coordinati dal Centro di Studi di Sociologia e dall’Osservatoro Nazionale della Violenza di Genere (Facoltà di Scienze Sociali e Umane, Universidade Nova de Lisboa) avanzeranno proprio nel mese di marzo uno studio sulle MGF.

Lo studio durerà un anno e verterà sull’analisi delle dinamiche socioculturali che continuano a giustificare tale pratica, sulla preparazione del personale sanitario e sulla collaborazione con le associazioni culturali e umanitarie che si preoccupano quotidianamente di risolvere e aiutare donne vittime di MGF in Portogallo.

 

Il 6 febbraio, la Giornata Mondiale contro le MGF ha dato voce alle numerose realtà taciute e omesse. Come piccola attivista, da anni mi mobilito per trasmettere la conoscenza delle MGF e per la sensibilizzazione contro le tali, sperando che sempre più donne e persone siano consapevoli delle atrocità compiute nelle proprie città come di fianco alle proprie case e che le mutilazioni cessino di esistere. Ora più che mai.

Chiara Baldin

 

Per chi volesse informarsi, ecco alcuni link:
MGF in Portogallo http://apav.pt/apav_v2/index.php/pt/uavidre/areasintervencaouavidre/mutilacao-genital-feminina

http://www.amnistia-internacional.pt/index.php?option=com_content&view=article&id=41&Itemid=54

 

MGF nel mondo

http://www.endfgm.eu

http://www.uefgm.org

http://www.desertflowerfoundation.org

 

È consigliata la lettura di “Fiore del deserto” (“Desert flower”) di Waris Dirie.