Il mondo ha bisogno di Maschile, ma spesso quello che vediamo agito è una  brutta copia di una forza creatrice e affidabile che pare stia sempre più scomparendo.
Ed è per questo che oggi scelgo con rispetto di pubblicare la lettera che Marina ci ha scritto alla morte di suo nonno. Una lettera che mi ha commossa profondamente .
Da tempo lavoriamo suilla costruzione di PONTI tra i generi e le generazioni, ponti che sono ricorrenti nel nostro video SENZA CHIEDERE IL PERMESSO.

Ho orrore della parola rottamazione delle persone. CIò che va rottamata è l’incompetenza, la disonestà, il cinismo. Abbiamo , io personalmente ho, un bisogno non più procrastinabile di uomini come il nonno di Marina.E nelle scuole i ragazzi/e stanno a bocca aperta all’ascolto dei “vecchi” che raccontano di una vita spesa bene. Venite e constatate. Non sono  i ragazzi/e che chiedono la rottamazione. Attenzione perchè questo è un Paese che sta perdendo la sua memoria. E io credo che senza valorizzazione di chi siamo stati, non si costruisca futuro.

“Mio nonno Mario era un uomo del fare: a noi nipoti non ha mai dato una mancia o comprato un giocattolo nuovo, ma ha sempre costruito o aggiustato qualcosa.
Era di quella generazione virtuosa italiana, con le mani sempre sporche perchè indaffarate, per cui le cose non si buttano ma si riparano.
Era burbero mio nonno, ma a tanti di quelli che al funerale sono venuti ha cambiato una lampadina o aggiustato una tapparella: cose stupide, vero? Eppure mentre il prete pagava pegno per i 50 euro versati “in offerta” sollecitata, recitando un’omelia standard, detta chissà quante volte, io pensavo a mio nonno fautore del welfare della mia famiglia.
Era mio nonno che, insieme alla nonna, veniva a ritirare le mie pagelle e a vedere anni di inutili lezioni di danza (mai capito da che quinta dovessi uscire); era mio nonno che giocava con me a casa dato che all’asilo non potevo andare per via di quell’asma di cui i dottori sapevano poco negli anni ’80 ed era lui che quando dissi che sarei partita per l’Australia aprì l’enciclopedia e se la studiò tutta.
Ecco nel video” Senza Chiedere il Permesso” io vedo una generazione che riprende a sporcarsi le mani e a voler fare, a voler costruire senza sosta un mondo che più li rappresenti.
E mi sono  stupita per la profondità degli interventi e mi ha dato una grande speranza per il futuro non remoto ma prossimo dell’Italia.
Vi abbraccio, Marina