L’Italia che ci piace, quella che incontriamo da 3 anni nelle scuole, quella che esiste eccome! di cui i media italiani non parlano, ma di cui raccontano con piacere i media stranieri.
Ricevo mail cosi tutti i giorni: provo piacere orgoglio, subito dopo però ansia e agitazione per tutto quello che si potrebbe fare ma non riusciamo a fare.

Abbiamo fatto miracoli in qs tre anni ma è ancora poco.

Da settembre iniziamo un nuovo percorso tutto centrato sui ragazzi e sulle ragazze.

Scriveteci, vi verremo a trovare.

Sono una maestra, ho 36 anni, faccio parte di un archivio di studi e ricerhe sui generi (Archivia, presso la Casa internazionale delle donne di Roma). Sono nata a Benevento, ma a 19 anni mi sono trasferita a Roma in cerca di formazione (sono laureata in sociologia) e dell’apertura alla diversità che solo una grande città può dare. Poi, per motivi di lavoro, mi sono trasferita a Pistoia, dove attualmente risiedo e lavoro.

Da due anni, nella mia scuola, mi sto occupando di un progetto per la prevenzione degli stereotipi di genere tra i bambini e le bambine, strutturato in un corso di formazione per le insegnanti e in una parte operativa da svolgere in classe. E’ a proposito di quest’ultima che ti scrivo.

La mia classe è una quarta elementare e io sono fiera dei miei alunni/e (questo te lo scrivo perché a volte bisogna ribadire – anche e se stesse – il concetto che alcune di noi amano questo lavoro, nonostante sia costantemente sotto attacco). Ho fatto un documentario in classe. Ho ripreso il modo in cui i bambini e le bambine riflettono sugli sterotipi più ricorrenti, in particolare quelli relativi alla suddivisione del lavoro di cura. Ho fatto commentare loro delle storie, delle pubblicità (citando un bellissimo pezzo tratto dal libro che accompagna il tuo documentario). Ho fatto dir loro cosa non amano dell’altro genere. Infine, ho intervistato un gruppo di insegnanti della mia scuola che da tempo porta avanti un lavoro sull’identità, incluso quella di genere. Il documentario dura 50 min., si intiola “Bomba libera tutti – Stereotipi e differenze di genere in una classe delle elementari”. Vorrei tanto che lo guardassi e che mi dessi un parere.

Posso spedirtene una copia in dvd? A quale indirizzo?

Non so dirti quanto condivida PIENAMENTE le osservazioni che fai circa l’importanza di farsi avanti, non tanto, nel mio caso, per meritare una posizione (per fortuna sono un’insegnante di ruolo), quanto per poter condividere percorsi, idee, contenuti: per migliorarli, e soprattutto per migliorarci come persone.