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9 maggio 1978: Peppino Impastato veniva fatto saltare in aria dalla mafia di Totò Badalamenti.
Alla madre restituirono in una cassetta dei pezzi del corpo di Peppino. Non tutti che la bomba lo aveva frantumato in mille parti. Un piede però c’era e intorno a quello e poco altro ci si radunò per pregare.

Se c’è una cosa di cui possiamo essere certi è che Peppino Impastato, fosse qui oggi e avesse l’età che aveva allora, non starebbe tutto il giorno culo sulla sedia a #tweettare, sport italiano di quelli che si sentono a posto se oggi l’ashtag è Impastato: uauh che figo che sono!
Non dico che sia inutile: ma è quel che viene dopo che serve.

Twitter è stato utilizzato molto per la rivolta tunisina, dite?
No, guardate io ho incontrato uno dei responsabili: twitter è servito per informare poi però loro hanno fatto la rivoluzione. Mi pare ci sia una differenza.

Peppino con un antenna da un garage scamuffo trasmetteva parole che erano bombe vere. Ecco, il suo tweet era quello: prendere per i fondelli Badalamenti. Nessuna volgarità, ridere della mafia a crepapelle: avete ascoltato cosa  e come lo diceva? Così diverso dai video che impazzano su Repubblica delle Arcore’s Nights: lì è una goliardata che aumenta la fama del Premier. Peppino, come i migliori giullari di corte, ai quali infatti tagliavano poi la testa, coglieva il bersaglio e BAM! il capo mafioso crollava dal piedistallo e non faceva più paura: se ne poteva RIDERE! RIDERE! di questi poveracci che tenevano in pugno città e persone con la paura: macché uomini di onore! Che controllare attraverso il potere violento è espressione dei codardi.

Peppino usava la radio, le prime radio libere, come alcuni di noi usano i blog. Lui però intanto faceva la rivoluzione.
Scusate ma che oggi l’ashtag sia Peppino a me non piace.
Meglio: mi fa incazzare.
Mi interrogo al mattino: cosa farebbe  Peppino, oggi? Ah, prenderebbe di mira un obbiettivo e sparerebbe a zero, facendosi grasse risate, provocando cambiamenti a valanga.Un antenna e un garage scamuffo per la rivoluzione.
34 anni dopo twitter blog iphone ipad pc smart phone e noi servi della gleba.

Oggi è più difficile, direte.
Non so.
Bisogna usare la tecnologia come fosse uno strumento di battaglia. La radio era cruciale per Peppino, ma erano le sue parole a provocare crolli e terremoti di muri apparentemente invalicabili.
Usare meglio gli strumenti che abbiamo. Ma ci vogliono le parole giuste. E le parole giuste arrivano quando sappiamo esattamente cosa vogliamo, cosa ci tiene in vita e cosa non sopportiamo più.

Come diceva quello in Quinto Potere?: “sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”.
Ecco Peppino io me lo immagino che dice così, prima di accendere il collegamento. E poi, con il distacco meraviglioso della sicilianità più alta,iniziava a prenderli tutti per il culo.
Che lui lo sapeva che una bomba mica lo avrebbe ammazzato veramente. Io la sua risata la sento ancora… basterebbe, basterebbe, basterebbe, partire da lì.
http://www.youtube.com/watch?v=8C07xtsLAX0

P.S. Non rinnoveranno fino a giugno il CdA Rai scaduto da 2 mesi, in modo da permettere al vecchio CdA di approvare il palinsesto autunnale. Scordiamoci di passare  tutto l’inverno ad esaminare il sedere  di Raffaella Fico e le cosce di Belen. E’ ora che di chiedere il rispetto dei diritti.. Ecco cosa ci aspetta.