Leggete qui sotto. Leggete per favore. Ricevo mail così  a decine tutti i giorni. Questa la pubblico perchè grida l’urgenza ma in più è progettuale, brava Gloria.
Noi donne siamo brave ad attivarci quando ci sentiamo indispensabili a salvare il mondo, in tempo di guerra è stato così, con le partigiane e non solo. Forse uno dei motivi per cui non riusciamo ad essere decisive in questo momento, a non essere assertive fino in fondo ed ottenere quanto ci meritiamo è che la meta è vaga: viene chiesto più potere, più visibilità, in pratica cosa vogliamo?
Qui, e lo scrivo nel post di ieri e di oggi e in futuro, ci chiamano a fare il nostro dovere: occuparci del mondo.
Per troppo tempo abbiamo abdicato al nostro ruolo, che è prenderci cura in senso ampio. Qui c’è da fare, leggete anche i commenti al post su FB. Si può lasciare dire a Gloria: “Loro sono il vero futuro, non io”? Possiamo? 

Gentile Lorella,
parlo direttamente a lei anche se non so chi leggerà. Sono una ragazza di 23 anni, al primo anno del corso di laurea magistrale in Semiotica. Da tempo desideravo scriverle per chiederle un consiglio, mi sono convinta ora dopo aver letto il post “Andare Avanti”. Da qualche tempo ho capito ormai che quello che desidero veramente fare nella vita è insegnare, fare formazione nelle scuole superiori. La strada che ho intrapreso non è delle più consone, ma è anche vero che l’educazione di cui mi vorrei occupare è quella che fa lei: l’educazione a media.
La prospettiva, il progetto che mi piacerebbe davvero portare avanti però riguarda la sensibilizzazione civico-politica, nel senso dell’importanza della partecipazione attiva seguendo le inclinazioni di ognuno – non nell’ottica di attivismo politico come viene concepito nell’immaginario collettivo (per banalizzare, mi iscrivo a un partito).
Mi piacerebbe costruire un progetto che cercasse di educare all’importanza del ritorno all’essere cittadino, nel senso più pieno del termine, insegnando a usare con consapevolezza tutti i nuovi mezzi di comunicazione che oggi, per nostra fortuna, abbiamo a disposizione, smettendo di pensarli solo come giochetti.
Vorrei, un giorno, mettere in piedi questo progetto soprattutto ora che sono stata persuasa ancora di più da questa chiacchierata (che mi piacerebbe potesse leggere non appena ha due minuti) con Sara http://glory11.wordpress.com/2011/11/04/crisi-politica-e-paura-del-futuro-dagli-occhi-di-una-16enne/ una ragazza di 16 anni a cui ho chiesto di descrivermi come percepiva l’attuale situazione italiana.

Le sue parole mi hanno devastata.

Riassumono tutti i tristi temi alla ribalta oggi: sfiducia nelle istituzioni, assenza di speranza per il futuro, ruolo della donna nella nostra società. Loro sono il vero futuro, non io. Se non sperano loro, la vedo dura.
Mi rivolgo così a lei che ce la sta facendo. Ovviamente non pretendo e non immagino neppure un “tutto e subito”, ma mi piacerebbe capire quali sono i primi passi da fare.
L’ho già fatta veramente molto lunga, mi scuso, ma è una questione veramente sentita.

 

PS qui a destra LETTERA DA LISBONA, leggete cosa fanno le donne in Portogallo!