“Maggie” mi apostrofa il funzionario dell’ONU “qual’è il tuo business plan?” 
“Sbuff” rispondo io….”Love!” e scoppio in una risata contagiosa.
“Maggie, qual’è il tuo obbiettivo a cinque anni? ”
“Love!!” rispondo ridendo al dirigente della Comunità Europea.
“Maggie, ci racconti la tua mission?” “Love love love!”

Questa è una parte dell’incredibile, fantastico, commovente discorso che Marguerite Barankitse ha pronunciato a Roma davanti alle 1000 donne presenti alla conferenza mondiale di www.winconference.net. Militante del Burundi, scampata al genocidio, testimone di orrori inenarrabili, non si è persa d’animo e, in un Paese devastato dalle guerre, ha costruito per dare riparo alle migliaia di orfani rimasti vivi alla fine della guerra. Un miracolo quello che è riuscita a fare.
Maggie è un’eroina. Ma è anche di più.
E’ una donna che ti ispira e nello stesso tempo ti fa essere consapevole della forza che ognuna di noi possiede dentro di sè. La forza che cambia il mondo.
Sempre lei che, esclusa dai luoghi del potere in Burundi, si presenta ad un meeting importantissimo, prende posto e a chi le intima di uscire perchè quello non è il suo posto, lei risponde: “Al contrario, questo è il mio posto”, intendendo che la Terra, la nostra Terra, è il nostro posto. Riappropiamocene.

Stamane alle 8,30 ero al supermercato per fare una grande spesa prima di partire: come tutte le donne che lavorano fuori casa, c’è un enorme lavoro per la casa e in casa  da portare avanti, faticoso e mai riconosciuto.
Il mio carrello straripante, pesavo zucchine, mele insalata pomodori. In coda alla bilancia davanti a me, un’ anziana, i segni di una quasi indigenza evidenti: scarpe molto consumate, borsa logora, un golfino striminzito. Pesava due patate, cercava con difficoltà di acchiappare lo scontrino automatico, si infilava piano gli occhiali per leggere la cifra che avrebbe poi dovuto pagare. Nel carrello oltre alle due patate, un pezzetto di formaggio olandese e 1 banana. Ci siamo rivista alla cassa, cercava puntigliosamente piccole monetine che recuperava da un vecchio portafoglio, la cassiera attendeva paziente.

Love, dice Maggie.Love.

Per esserci dovute adeguare ad un modello vincente, liberista e maschile, abbiamo abdicato alla nostra capacità di prenderci cura del mondo. Incarognite, io per prima, in inutili diatribe, in liti interminabili, in miserabili obbiettivi. Per essere ammesse là dove sembrava che le decisioni fossero prese. Là dove regnava il potere.
A forza di agire come uomini, maschi si diventa. E la fatica ad adeguarci ad un modello che non era nostro ci ha reso talvolta ancora più dure di taluni di loro.
Ora che il modello è crollato c’è bisogno di persone che si diano da fare.
Occupiamoci del mondo, è nostro. E’ ora.
Amore come progetto, è possibile?

Nessuna paura di sembrare banali e retoriche! Suvvia abbiamo strumenti in abbondanza, ma è chiaro che è di Amore per la terra, per i giovani e le giovani, per i vecchi e per le vecchie, per noi e per i nostri compagni. I dati sulla disoccupazione giovanile li possiamo guardare come farebbe un analista finanziario o con grandissimo amore per quel ragazzo/a su 3 che stanno ormai a casa e hanno smesso di cercare lavoro perchè le speranza gliele abbiamo ammazzate. E il risultato cambia, come ci insegna Maggie, l’amore muove il Mondo. E le persone.
Amore.

Mi sono andata a rileggere questo post: DIAMOCI DA FARE. In questi vostri progetti c’è molto amore.
Riprendiamo il discorso, ora è il tempo giusto. Scriveteci di cosa state facendo, di come lo state facendo. Forse ci potrebbe essere un filo che ci unisca tutte…

E’ arrivato il momento.