Cittadinanza Attiva

Esercizio notturno di cittadinanza attiva: 🙂
Domanda 1: «a chi si rivolge» il telegiornale ? Potenzialmente a tutti, visto che siamo in fascia protetta. Dai bambini agli anziani passando per gli adolescenti ( inclusi pre- e post-)
Domande 2-5 «quali sono le tipologie di donne rappresentate»,«che età hanno le donne rappresentate», «tali donne sono esemplificative dell’universo donna?»«le notizie riportate sono importanti? significative? correlate ad un TG?».
Le donne rappresentate sono tutte riconducibili a ruoli ben precisi:
a) vittime (Yara, 13 anni; gemelline Alessia e Livia, 7 anni; Meredith Kercher, 21; Melania Rea, 35).
b) “mater dolorosa”- “madre del soccorso” (Irina Lucidi)
c) donne accusate/condannate di reato. Imputata di omicidio, assolta, che ora subisce minacce (Amanda Knox); Condannata per truffa (Vanna Marchi, 69) che ora svolge occupazione umile (o meglio, dipinta come tale da chi fa il servizio)
d) donne premio Nobel per la pace [Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Roberta Gbowee, Tawakkul Karman: sono le tre donne che hanno vinto il Premio Nobel per la Pace 2011). NO SERVIZIO, NON VENGONO NEANCHE DETTI I LORO NOMI, e pensare che Ellen Johnson Sirleaf è donna di stato in quanto presidentessa della Liberia e primo presidente donna nella storia dell’Africa].
e) La première dame incinta (Carla Bruni, 44);
f) “Sexy politiche giovani”: candidata della sinistra polacca (24); deputata australiana di origine indiana;
g) “fidanzatina d’America”: Elisabetta Canalis.
i) Regina della tv e del gossip, che aspetta l’abito bianco (Belen Rodriguez).

Cosa si racconta di loro e come:
a1) Yara: è stato trovato DNA maschile compatibile con quello trovato sugli slip (dettagli crudi, specie in fascia protetta). È una notizia? Non saprei dire, visto che tra l’altro si tratta di DNA compatibile con l’altro e comunque ancora da identificare. Quindi direi che non è una notizia.
a2) Gemelline Alessia e Livia: 7 ottobre era il loro compleanno e la madre ha presentato un’associazione per i bambini scomparsi.
b) “mater dolorosa”-”madre del soccorso”: di Irina Lucidi, mamma delle due gemelline, viene data una descrizione dell’abbigliamento, del taglio dei capelli, la perdita di peso. C’entra questo con l’unica eventuale notizia del servizio (ovvero la fondazione di un’associazione per bambini scomparsi)? No. Si noti il legame immediatamente istaurato dall’autrice del servizio tra il dolore per la perdita e la vocazione all’aiuto (o meglio “la voglia di stringere tra le braccia un bambino in difficoltà”, quasi a suggerire un meccanismo di compensazione). Il servizio non ci risparmia – nel video e nell’audio – i dettagli sulla scelta della madre di mostrare i pelouche delle bambine (immagini di repertorio).
c1) Amanda Knox, assolta (ma sarà davvero innocente?, si chiede implicitamente l’autrice del servizio) riceve minacce anonime e ha paura. È una notizia? No.
c2) Vanna Marchi: si noti qui il montaggio tra la furia, la grinta e la forza della venditrice/truffatrice (passato) e la sua condizione odierna di donna “dimessa” e silenziosa. L’impressione è che la si voglia “tirar fuori dal nascondiglio”, mostrarla pubblicamente mentre serve al bancone o raccontare che fa le torte: intendiamoci, non è una condizione umiliante è la condizione di una persona che (si spera) svolge finalmente una vita onesta, dopo aver scontato la pena in carcere (non dimentichiamoci questo dettaglio). Ma l’impressione che se ne ricava – proprio grazie al montaggio alternato fra ieri e oggi – è che la si voglia mostrare “sconfitta”. La domanda resta in ogni caso: il fatto che Vanna Marchi faccia la barista è una notizia da riportare in un telegiornale? No.
e) Carla Bruni sta per partorire. Non si sa dov’è ricoverata, ma si sa che il suo ginecologo è lo stesso che ha fatto partorire una ministra francese. È una notizia? Devo rispondere?
f) Sventagliata di fenomeni genericamente riconducibili alla categoria “sexy” che in realtà non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro e assemblati senza né capo né coda: una candidata della “sinistra” polacca che si spoglia in uno spot elettorale; uno spot catalano che non usa nudità, ma che invita a votare usando una metafora sessuale (per suggerire che votare non è solo un dovere ma è anche un piacere. per inciso è la donna che prova piacere nello spot, è soggetto e non oggetto di piacere); una moglie di politico che racconta ad un giornale che le piace fare l’amore sotto il Big Ben (anche lei è soggetto, perché parla di ciò che le piace fare). Dov’è la notizia? Non c’è, ma questo è il classico esempio di come si produce dal nulla una “contro-notizia”, per ribattere alla notizia vera cioè le esternazioni del premier sul partito “Forza Gn….”.
g) Elisabetta Canalis non ce l’ha fatta. Non è riuscita a “conquistare l’America” con le sue capacità (vedi espulsione dal programma “Dancing with the stars”), ma in compenso pare che abbia rimorchiato un bellimbusto che fa il modello per una ditta di intimo. Ma se non ricordo male neanche questo è dato per scontato perché il servizio si chiude con un “ce la farà”? È una notizia da dare ad un telegiornale? Non credo proprio, a meno che il telegiornale non abbia davvero nulla da fare.
i) Servizio su Belen che prende due piccioni con una fava, anzi tre. Primo piccione: lanciare Colorado Café (qualcuno sa come vanno gli ascolti?); Secondo piccione, ricamare un po’ sulla condizione di fidanzatina triste che aspetta il divorzio del suo principe azzurro per poter lanciare finalmente il bouquet (lo stesso topos usato a suo tempo per Katie Middelton). Terzo piccione: mostrare immagini di Belen più o meno vestita a seconda dei casi. È una notizia? No.
Chi danneggia questo modo di fare dis-informazione:
1) i bambini, poiché vengono forniti in fascia protetta particolari crudi sull’omicidio di una ragazzina (Yara) e comunque particolari inquietanti sulla scomparsa delle gemelline e il dolore della madre. Aggiungerei che anche il servizio su Linate, per come è confezionato, non è adatto a dei bambini. Anche sull’uso spregiudicato di quelle registrazioni così sconvolgenti ci sarebbe molto da dire giornalisticamente parlando.
2) i ragazzini e, soprattutto, le ragazzine: quasi tutte le figure di donne cui è stato dedicato un servizio sono (con l’eccezione di Carla Bruni), donne “vulnerabili” o che sono state “rese vulnerabili” e il cui destino sembra dipendere in ogni caso dalla scelta o dalla volontà altrui, in maniera più o meno traumatica. Di nessuna di queste figure si esalta l’aspetto professionale (salvo Belen, di cui si deve lanciare il programma, ma alla fine si dice solo che è avvenente e simpatica, nulla più). Le donne sono solo: vittime, imputate/assolte/colpevoli di reato (che quindi hanno dovuto subire un giudizio e/o un linciaggio), mamme felici o infelici, aspiranti fidanzate o mogli. Altre donne, politiche di professione, giovani, vengono chiamate in causa semplicemente in ragione di uno strip-spot o di un ritocco Photoshop al decolleté. Le uniche figure di donne che non appartengono ad alcuno di questi stereotipi, donne che hanno vinto (vinto una battaglia, vinto un premio), donne che ricoprono cariche istituzionali come la presidentessa della Liberia (e non perché “mogli di”) sono state CANCELLATE, il loro NOME è stato cancellato. Dopo esserci sorbite il servizio sui peluche, sui cornetti della Marchi, sul ginecologo della Bruni (mentre scrivo mi viene quasi da ridere…), sul bellone in mutande che esce con la Canalis, un telegiornale nazionale si è rifiutato di dire i NOMI dei nuovi tre premi Nobel per la pace.
3) Le donne, perché un telegiornale nazionale le chiama in causa solo nella misura in cui servono a qualcosa: a rafforzare stereotipi che le umiliano, a smacchiare la cattiva coscienza dei potenti, a “distrarre” l’opinione pubblica dallo sfacelo della crisi economica, morale e culturale di questo paese.
4) Tutti, sia per i motivi precedentemente esposti, sia perché tutto questo è parte della corsa di questo paese verso il baratro.
P.S. Sull’uso della musica e del montaggio non ho gran che da dire: la musica è usata comprensibilmente per i servizi “da rotocalco” (almeno sugli altri ce l’hanno risparmiata); e il montaggio segue più o meno questo tipo di bipartizione.
Buonanotte! 🙂

@ Lorella @ Ilaria @ tutte
L’abbraccio è ricambiato e grande grande. Pensare che questo piccolo contributo potrà essere utile ai ragazzi delle scuole – che magari aggiungeranno qualcosa dal loro punto di vista, diranno cosa provano nel vedere quei servizi etc… – è il più bel regalo che tu potessi farmi, Lorella (e pensare che già ne hai fatti tanti di regali, a tutti)… 🙂

Grazie Renata, efficacissima.
Trovato ora e per caso questo link in rete, e lo copio qui, analizza proprio i telegiornali in merito a notizie dove la donna è vittima di violenza e il modo in cui la rappresentazione e la narrazione della notizia diventa strumentale. Ho trovato alcune riflessioni interessanti e degne di attenzione a chi si avvicini al desiderio di comprensione dei sistemi mediatici di comunicazione televisiva…
http://www.universitadelledonne.it/giomi.html

Vorrei fare una mia analisi sulla tipologia di donne rappresentate. Ce ne sono solitamente tre a studio aperto (a volte anche quattro) ma tutte stereotipate:

c’è la donna vittima (spesso di violenza) ma in questo caso corrispondono a fatti reali quindi si tratta principalmente di donne reali vittime di reali violenze e ok,

C’è la donna carnefice (strumentalizazione di casi come quelli di sarah scazzi, erika e omar…)..ma non esistono solo donne vittime/ cernefici o Veline e allora perchè non parlare di altre donne?

C’è la donna casalinga o comunque rappresentata sempre come moglie, madre, sorella, figlia e nonna…ma anche suocera.

Raramente si parla di donne in carriera o impegnate in politica e molto spesso si parla di loro con toni gossippari e ci si concentra spesso sul loro aspetto o vita privata…

La figura a cui si da più spazio è quella della Velina, valletta o meglio Showgirl ma anche atrici, spesso parlando non della propria carriera ma del proprio aspetto. Un esempio: si parla della Bellucci ma non si parlerebbe di quanto fosse brava a recitare ma di quanto fosse bella (seguita da inquarature di cosce, seni, culi eccc…) oppure del suo ruolo di madre ma più raramente.

Ancora peggio è che Studio Aperto ma anche altri tg quando intervistano donne dello spettacolo fanno primi piani alle loro scollature e questo lo reputo veramente offensivo.

Che messaggio viene veicolato nelle case degli italiani (spesso ocn minori presenti)?

-Che le donne sono talmente esseri inferiori che vanno valutate solo dall’aspetto e devono puntare solo sull’attrattiva sessuale per ottenere visibilità..ecco come si mandano a putt*ne tutte le lotte secolari a favore dell’emancipazione femminile.

Grazie Renata, che come al solito non perde la pazienza e non si schifa di mettere le mani nella melma, per evitare che finisca per soffocarci. Io non ce l’ho fatta a guardarmi il TG di Italia 1, stavo lavorando e mi sarei arrabbiata tanto da perdere la concentrazione. Proporrei però che ciascuna di noi facesse questo stesso esercizio critico ogni tanto pubblicandolo in uno spazio apposito, che ne dite? @Ilaria: la migliore risposta a coloro che intorbidano le acque cianciando a vanvera su Virginia Woolf sarebbe pubblicare integralmente on line “Una stanza tutta per sé” e “Le tre ghinee”, si può fare? E quindi linkarlo.

io non ce la faccio a vedere questa roba, neanche con spirito critico.

@Paola M. Anche la critica femminista il cui discorso ho tradotto non è male, molto… woolfiana nel suo argomentare. Se ti capita, dai un’occhiata.
Un post come questo, Lorella, forse è più difficile da commentare, ma il vantaggio è che chi legge può digerire bene i commenti, non se li vede dispersi da una miriade di interventi spesso di polemica fine a se stessa. Ci sono sempre dei lati positivi. 🙂

Visto che ha fatto tanto scalpore, sarebbe utile anche analizzare questo video (ci lavoro anch’io; siamo diventati famosi, grazie dott.ssa Barracciu del PD!):
http://tv.repubblica.it/cronaca/trapianti-nello-spot-si-balla-in-corsia-e-polemica/77825/76215

Peccato che non ho tempo sennò lo analizzerei volentieri: è un utile compito per casa, per vedere cosa abbiamo imparato! Farò il possibile. Comunque già lo sto imparando perché quando mi capita scrivo alle redazioni la mia opinione su un programma che non mi piace.

Ecco qua anche il mio lavoro notturno! Cercherò di non sbirciare il post di Renata!
1) A chi si può rivolgere se non alle donne? W l’emancipazione e la libertà, abbasso le bacchettone che dicono che l’Italia è maschilista!
2) Le tipologie di donne rappresentate sono bambine e giovani scomparse o uccise, una mamma disperata descritta nei particolari per i suoi cambiamenti nel modo di vestire (sembra una critica)e nel fisico, donne dello spettacolo famose per le loro storie d’amore e per il loro non saper far nulla di utile. Giornaliste che, come soldatesse, difendono Berlusconi, donne di sinistra scandalose per far capire che non dobbiamo criticare un’innocua battuta di B.: non vedete che all’estero fanno peggio?
3) Donne dai 15 ai 30 anni circa
4) No, per carità!
5)Linguaggio sfacciato, fazioso, volgare, stereotipato.
6)Non ho notato musiche di sottofondo strappalacrime. Buffa quella del TG!
7)Montaggio che non mi attira, (non me ne intendo però)rispetto ad altri programmi tipo “Terra!” o “La versione di Banfi”: le cose non vengono fatte con impegno. Ricorda tanto quello di un rotocalco o di una fiction.
8) Informazione? Sarebbe un’offesa ai veri giornalisti! E’ più un frivolo programma d’intrattenimento, che cerca di far commuovere lo spettatore ma non ci riesce più perché le notizie sono trite e ritrite, sempre le stesse e non c’è nulla di veramente nuovo o utile. I pochi argomenti utili sono alla fine del giornale ma gli viene dedicato solo un breve accenno e le persone in questione fatte vedere nei loro lati peggiori, come gli studenti che protestano per i tagli alla scuola.
9)”Che bona la Belen, me la farei!” “Ma il ragazzo della Canalis è gay! Con un po’ di palestra e un po’ d’olio io sarei meglio di lui!”
10)”L’unico modo che ho per sfondare è fare la velina!” “Ma guarda quella stupida della Moric: impedisce a Corona e a Belen di Coronare il loro sogno d’amore! Che le venga un accidente!!
11) Io non so rispondere a questa domanda, non ho figli ma ci proverò. I bambini non amano i TG ma i cartoni animati, me li immagino lottare col telecomando! Se sono ancora come ai miei tempi, c’è ancora una speranza di salvarli! Altrimenti i bambini sono in un angolo a giocare con la play – station o le bambole e a reclamare l’attenzione della mamma che non stacca gli occhi dalla TV, ammaliata dal ragazzo di Elisabetta! Oppure sono fissi sulla TV anche loro e chiedono il significato di ciò che stanno vedendo. Cosa risponderà loro la mamma o il papà?
10)Non c’è nessun collegamento con la politica reale. Per loro la vita è uno spettacolo teatrale che va dal tragico al comico. Va tutto bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Basta votare Berlusconi e mandare al confino i comunisti! Con lui le donne si sentono felici ed emancipate perché lui le da ampio spazio.
Ce l’ho fatta, ho finito! Guardare Studio Aperto è stata una vera tortura, anche perché faccio fatica a guardare qualcosa tutto d’un fiato, anche se è utile ma spero ci darai altri compiti come questo.
Quanto mi mette, professoressa?