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La dittatura della bellezza: Lettera da Barcellona (6)

La dittatura della bellezza: Lettera da Barcellona (6)

Pillole dalla Catalogna

Oggi, mercoledì 28 marzo, leggo su La Vanguardia – il quotidiano più diffuso in Catalogna – l’intervista ad Augusto Cury, psichiatra brasiliano e scrittore/divulgatore popolarissimo nel suo Paese. La posizione in cui appare l’intervista è privilegiata: in IV di copertina, nella rubrica più seguita dell’intero giornale, “La contra”. Tutti i lettori de La Vanguardia gli avranno dedicato almeno un sguardo… E la considero una buona cosa.

E che racconta, dunque, Cury (che peraltro è uomo) alla Contra? Parla del suo ultimo libro: La dictadura de la belleza y la revolución de las mujeres (Zenith), in cui ritroviamo svariati concetti molto noti alle lettrici e ai lettori di questo Blog. In questo saggio Cury denuncia, infatti, l’esistenza di una “dittatura” a livello mondiale: la dittatura del canone di bellezza UNICO, del canone di bellezza “Barbie”, che corrisponde ad una donna con le misure e le fattezze di una bambola – una donna, pertanto, irreale – con cui, però, le donne in carne ed ossa si misurano… E cosa propone come antidoto a questa tirannide? Guarda caso proprio un’educazione alla libertà dell’individuo, all’affermazione di un proprio criterio personale, alla consolidazione di un amore e rispetto di sé fuori dagli stereotipi più cristallizzati. E se ci si ferma a riflettere, non si può che essere d’accordo: solo la libertà di ogni individuo, sommata a quella di altri, può sconfiggere l’autocrazia, il pensiero unico. Non esistono scorciatoie. È un cammino lungo ma inevitabile.

Secondo Cury, al giorno d’oggi, le donne di …

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Senza Braccia

L’ultimo bel libro di Eve Ensler, l’autrice del famoso I Monologhi della Vagina, si intitola Io sono emozione ed è dedicato alle ragazze, con molto amore. (Eve Ensler lo presenterà al Salone del Libro di Torino, domenica 15 maggio). Linguaggio, citazioni, dati, aneddoti, racconti si alternano spinti dal profondo ed evidente desiderio dell’autrice di fare qualcosa perchè le ragazze possano vivere al riparo delle continue pressioni del mondo, dei media ma non solo. Trai tanti dati, uno mi è parso quanto mai attuale: interrogate se preferirebbero essere grasse o senza un braccio, alcune adolescenti rispondono: “Senza un braccio”. E questa risposta che ci da la cifra del disastro che si sta compiendo sotto i nostri occhi, mi è tornata in mente davanti al TG1 delle ore 20 di martedi 3 maggio. Natascha Kampusch, come qualcuno ricorderà, è una ragazza austriaca imprigionata per 8 lunghi anni da un pazzo e che nonostante ciò è riuscita a rimanere viva, fisicamente ma soprattutto mentalmente. All’epoca del suo ritrovamento, ricordo di avere pensato che forza incredibile, che tenancia, che desiderio di vita dovesse avere quella bambina divenuta donna vicino ad un mostro, per volere comunque e nonostante tutto, vivere. Oggi Natascha ha 23 anni e, forse, ce l’ha fatta. Lontano da una famiglia che pare non aver saputo starle vicino, prova ad imparare a vivere. E scrive un libro. E il nostro TG più diffuso fa un servizio, di cui riportiamo uno stralcio. “…qualche chilo di troppo…” Avevamo  bisogno di …

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