La settimana scorsa è stato firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico il nuovo Contratto di Servizio con la Rai, che scadrà alla fine del 2012 (triennio 2010-2012). Il contratto – informa il Ministero – dà molto rilievo al tema della qualità dell’informazione e perciò più poteri di intervento agli organismi di vigilanza e controllo sulla qualità dei programmi Rai.
Fra l’altro, il contratto prevede nuove norme di tutela delle donne in tv: l’articolo 2, comma 7, stabilisce infatti che la Rai faccia «opera di monitoraggio, con produzione di reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità, nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuovere un’immagine reale e non stereotipata».
A questo scopo, l’articolo 29 del contratto di servizio prevede che, entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un apposito decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, «sarà istituita presso il Ministero un’apposita commissione, composta da otto membri, quattro designati dal Ministero e quattro dalla Rai, con l’obiettivo di definire […] le più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nel presente contratto, nonché di valutarne il grado di compiutezza al fine di verificarne l’adempimento».
Sul nuovo contratto e sulla sua attenzione per la rappresentazione delle donne in tv ho trovato in rete pochissime informazioni.
Le più complete (da cui ho tratto gli stralci qui riportati) sono sul sito key4Biz, che aveva promosso una fra le tante campagna web per il rispetto della dignità femminile sui media, assieme a Gabriella Cims, promotrice dell’appello Donne e Media e coordinatrice dell’Osservatorio sulla Direttiva Ue sui Servizi di Media Audiovisivi. Vedi: «Rai: firmato il nuovo Contratto di servizio. Grande vittoria per la campagna Donne e Media».
Il sito key4biz e Gabriella Cims parlano giustamente di vittoria conseguita. Successivamente alla loro azione, come sapete, noi abbiamo ottenuto una audizione in Commissione di Vigilanza, presieduta dall’Onorevole Sergio Zavoli, e inviato una lettera di richieste che trovate qui. La richiesta di una Televisione Pubblica più rispettosa dei diritti delle donne è stato anche il tema della nostra presentazione al Parlamento Europeo di Bruxelles.
I nostri sforzi parrebbero dunque essere giunti ad un risultato. Tuttavia Loredana Lipperini, Giovanna Cosenza e io in questi giorni ci stiamo chiedendo: da chi sarà composta la commissione di otto membri che vigilerà – fra le mille cose previste dal contratto – sul rispetto delle donne in tv? Vi siederanno persone che hanno davvero si intendono di stereotipi, rappresentazione madiatica delle donne e dei diversi generi sessuali, persone che negli ultimi anni hanno davvero lavorato per cambiare la sensibilità su questi temi? O ci saranno le solite nomine politiche, le solite logiche di spartizione tipiche della politica italiana e della Rai?
Ben sapendo che questo è il risultato di un lavoro più vasto
che moltissime persone – soprattutto donne, ma anche molti uomini – stanno facendo da anni su Internet, in università, nelle scuole, nelle strade e nelle piazze, ho deciso di inviare la mia candidatura alla Commissione di Vigilanza e alla Rai rendendo pubblico il mio curriculum e chiedendo che vengano resi pubblici i curricula che verranno esaminati.

Insieme a Loredana Lipperini e a Giovanna Cosenza abbiamo deciso di seguire la vicenda, nel prossimo mese, molto da vicino. Per verificare e controllare – con tutti i mezzi e canali che abbiamo a disposizione – che questa commissione sia composta con criteri di competenza e merito.
Vi terremo informati.