Non ho pubblicato  la lettera per chiedere le   dimissioni a Nicole Minetti: penso che abbia sì ragione l’autrice Sabina Ambrogi nella sua analisi, ma insieme alle dimissioni dell’igienista dentale, dovrei chiedere le dimissioni delle centinaia di uomini corrotti, mafiosi, inaffidabili che popolano la nostra politica. Non riesco a tenerne il conto e quindi ci ho rinunciato.

In questi giorni mantengo un basso profilo: vado nelle scuole, parlo di progetti, motivo. Sono una motivatrice valida, questo me lo riconosco, brava a tenere i dibattiti anche con 400 ragazzini, li faccio appassionare al loro futuro,  e  non è facile.

Tengo la testa bassa, bassissima, cerco di leggere poco i giornali, telefono poco, non guardo la tv, non rispondo alle telefonate dei giornalisti stranieri.. Temo di vacillare e non me lo posso permettere.

Comprendo la situazione attuale e, per la prima volta, me ne spavento. Che le ragazze e i ragazzi che mi leggono cerchino di comprendere: essere adulti comporta anche questo, non c’è da spaventarsi.

Non è il baratro morale, non è l’osceno esposto quotidianamente a spaventarmi. E’ il constatare la nostra impossibilità, delle donne, a proporci come individui finalmente complete,  non rientrati nelle due immortali categorie di sante o puttane, come descrivo nell’articolo qui a lato.

Scrivono oggi Piero Colaprico e Liana Milella in prima pagina di Repubblica che la Minetti “sembra una donna risvegliata dalla stregoneria”. Ecco: prima puttana,  ora pentita e quindi santificata. Come Ruby nella puntata con Signorini diventata redenta e santa.

In mezzo alle due categorie ci sono 30 milioni o giù di lì di italiane invisibili.

E’ grave, è, parafrasando il Censis, che di questo tema, dell’affermazione e  della emancipazione delle donne, non interessa a nessuno. Né a destra né a sinistra.

Sempre su Repubblica di oggi c’è un annuncio di Democratica di Walter Veltroni  che pubblicizza un ciclo  di conferenze di alto livello     www.scuoladipolitica.it : provate a vedere se trovate più di una donna tra i relatori. Ho telefonato e la segretaria, donna, mi ha detto stizzita che le donne “arriveranno, non si preoccupi!”. E’ sconfortante, lo dico da donna che è stata anni dirigente dì azienda: qui non c’è nemmeno più la lungimiranza, nemmeno l’opportunismo, idiozia su tutti i fronti.

La questione è anche  maschile : uomini perché non reagite? Perché non rispondete voi, velocemente, alle domande dei giornalisti stranieri che scrivono che l’arretratezza del Paese Italia  la misurano da come le donne vengono trattate? Qui c’è in gioco la credibilità del paese.

Mentre gli uomini riflettono chiedo invece alle donne più adulte, alle donne anziane, quelle con esperienza, di essere disponibili all’ascolto e all’accoglienza delle donne più giovani che stanno lottando in questi mesi.  Fare rete, lo ripeto, è importantissimo oggi. Date sostegno, donatevi con generosità: ce n’è un bisogno immenso.