Il fatto lo conoscete: Oliviero Toscani lancia un calendiario per un Consorzio di Pellame, usando la “pelle” e il pelo pubico di 12 donne, corrispondenti ognuna a uno dei 12 mesi. Si scatena un putiferio, le donne insorgono, lo IAP intima di ritirare la pubblicita’ in questione.
Fin qui, tutto nella norma italiana: Toscani sapeva benissimo quanto sarebbe accaduto: molti anni in azienda mi fanno verosimilmente sospettare che, quando il Consorzio Pellame ha chiesto a Toscani il progetto, gli avrà pure detto di non avere un gran budget per lanciarlo sul mercato. “Nessun problema” avrà risposto il fotografo “basta parlare di figa e in Italia la pubblicità è garantita” – uso volutamente la parola volgare, scusate se offendo qualcuno, ma serve ad esprimere esattamente ciò che voglio dire.
Tutti contenti i signori dell’oscuro consorzio, firmano la lauta parcella di Toscani perchè in cambio avranno un piano pubblicitario milionario a basso costo. Infatti, il calendario viene presentato. I giornali, che in questo periodo non hanno nulla da dire perchè pare che l’Italia non abbia problemi seri, si lanciano sulla ghiotta notizia e l’oscuro Consorzio si trova ad avere un piano media che, normalmente gli sarebbe costato milioni.
Noi italiani e italiane nel frattempo tutti e tutte a cliccare il calendario: verranno tempi in cui ci spiegheranno questa ossessione italica, che coinvolge anche le donne, per le immagini di nudo femminile.

La notizia che invece mi ferisce è questa
Non è per l’aggressività del povero Sgarbi o del poverissimo Toscani o del più povero ancora Crepet, uniti per un gettone di presenza a disquisire di peli di passera. Questo l’abbiamo già visto. E’ triste, ma è così. Vi prego di insegnare velocemente ai vostri figli fratelli sorelle nipoti, che esiste una parola, onore, e un’altra, dignità, che è urgente rispolverare. Fregandosene di chi ritiene che siano parole desuete.
No, ciò che mi ferisce è che immagino la scena: la protervia del critico d’arte verso le ragazze di Frida, loro che denunciano l’abuso, lui che grida, si spoglia, le insulta. E’ come quando La Russa insulta la De Gregorio chiamandola “Concitina”, è il Premier che beffeggia la Bindi, è il mio direttore marketing di anni fa che, di fronte ad un mio suggerimento professionale, che lui non riesce ad interpetare, lo liquida ridendo perchè: “sono stranezze  da donne”.
Lì, in quel momento, perdiamo forza. All’insulto, al beffeggio, alla violenza come si risponde? Sgarbi che grida come un pazzo di fronte ad una ragazza di vent’anni: cosa si fa?

Si, sono cose da uomini. Perchè l’unica cosa che mi viene in mente è che per secoli le cose da uomini si sono regolate con la violenza. Lo Sgarbi di un secolo fa avrebbe trovato uno che rispondeva sfidandolo a duello, oggi un uomo lo liquiderebbe facilmente con un pugno, e se più brutale, come accade tutti i giorni, con un’arma.
Noi non siamo, fortunatamente, addestrate alla violenza. A volte ci proviamo, ma ad oggi i casi sono pochi. Non è questa un’uguaglianza a cui mirare.
Quindi non c’è soluzione. Io soffro per le ragazze di Frida, per Concita, per Rosi, e per me ragazza, ferita da un commento miserabile.
Però cambia. Ragazze, cambierà. Teniamo duro. Ci vorrà tempo, ma il lavoro sull’innalzamento del livello di consapevolezza, sull’educare i figli alla relazione, nel tempo paga. Basta guardare fuori confine per avere esempi diversi e migliori: una storia così è da quinto mondo, è una storiaccia da Paese incivile.

Quello che segue è il resoconto di Elena Paciaroni, che era presente e che ringraziamo moltissimo:

RESCONTO DI UN DIBATTITO COMINCIATO MALE…
Intelligente, molto simpatico, poetico. Sono gli aggettivi usati dai “relatori” del dibattito che si è svolto, alla Stazione Leopolda alle 18 di ieri, sul tema “La forza della natura. Incontro sulla femmina”. L’evento organizzato dal Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale in collaborazione con Rolling Stone Magazine e Pitti Immagine, nasce con l’intento di promuovere il calendario 2011 di un gruppo di concerie toscane ad opera del fotografo Oliviero Toscani. Fin qua niente di particolare… se non che il soggetto è il pube femminile (ben 12) definito un prodotto unico al mondo come le pelli prodotte dal Consorzio. Ovviamente la scelta del soggetto, definito “oggetto” nel corso della serata, ha fatto discutere molto, al punto da mobilitare il Ministro delle Pari Opportunità Carfagna, l’Assessore all’Istruzione di Firenze Di Giorgi, oltre a varie Associazioni che si occupano dei diritti delle donne a 360 gradi. Lo Spazio Alcatraz, dove si svolgeva il tutto, era stato allestito per l’occasione con 12 pezzi di pelle attaccati a dei ganci, tra le colonne della sala.
I “padroni di casa” non hanno potuto fare a meno di esprimere la loro opinione non solo in merito all’idea di Toscani (erano stati convocati appositamente!) ma anche sul vespaio che si è creato (che a detta di molti ha aumentato la visibilità del calendario). Apre facendo le varie presentazioni, Toscani che cede la parola allo psichiatra/psicologo Paolo Crepet, il quale definisce il pube femminile “un oggetto del desiderio che fa parte del nostro  inconscio, l’inizio della vita stessa”. Viene subito interrotto da alcune rappresentanti dell’Associazione “Frida” di San Miniato (una Onlus che si occupa di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne) che chiedono di poter leggere un comunicato, ma gli viene negato. Inizia così un botta e risposta tra le “femministe” (questo è solo uno, il più innocuo, epiteto che verrà loro attribuito durante la serata) e lo stesso Crepet, oltre Vittorio Sgarbi e Marina Ripa di Meana. Questi ultimi sostengono, senza troppi complimenti e peli sulla lingua che “il Ministro Carfagna si è indignata inutilmente in quanto prima di diventare Ministro, anche lei si è fatta fotografare senza veli”, “il corpo delle donne è totalmente volgare e non è l’uomo che lo strumentalizza ma la donna che si presta”, “protestare contro un calendario è alquanto bizzarro, in quanto i soggetti sono stati pagati per farsi fotografare e l’hanno fatto volontariamente; se mi pagassero anche io mi farei fotografare l’uccello”, “lo Iap è un istituto di dementi che non devono rompere i coglioni. Parlano di donne ma non ce ne sono, soltanto fighe”, “la Moratti non capisce un cazzo, infatti protestò anche contro la campagna sull’anoressia sostenendo che un’immagine forte come quella usata (una modella veramente affetta da anoressia e che è deceduta l’anno scorso) non avrebbe sortito l’effetto desiderato ma bensi istigato le giovani”, etc.
E’ inutile dire che Sgarbi ha dato spettacolo di se come è solito fare, non solo usando tutti i sinonimi che conosceva per nominare il pube maschile e femminile, ma anche aggredendo ferocemente una delle donne di “Frida”, alla quale aveva appena dato un microfono per poter ribattere a quanto detto fino a quel momento. Le donne infatti sono state schernite da subito, usando diverse argomentazioni quali per esempio l’aiutare lo stesso Toscani ed il Corsorzio (“Toscani è il solito stronzo che attira l’attenzione…siete qua a rompere il cazzo…siete state pagate?”) nella propaganda, oppure fraintendere il significato dell’immagine “visto che un altro famoso fotografo come Mapplethorpe ha immortalato corpi nudi, in particolare il cazzo anzi lui era proprio fissato con il cazzo”, o ancora che “la moglie di Toscani lo guarda tutt’ora con affetto, quindi se non protesta la moglie, perché dovreste farlo voi!?”.
Vittorio Sgarbi ha voluto sottolineare che l’iniziativa (il calendario) è sostenuta dal Patrocinio della Presidenza del Consiglio, che appunto “sostiene le fighe piuttosto che i gay” (riferendosi alla frase del Presidente Berlusconi “meglio guardare le belle ragazze che essere gay”), quindi rientra “nella politica di famiglia”; infatti definisce Toscani “un signore che pipa poco e quindi guarda le fighe giovani”. La rappresentante di “Frida” scossa da quanto detto, ha esordito dicendo che “il livello di conversazione era piuttosto basso” ma non ha potuto continuare perché Sgarbi è letteralmente schizzato dalla sedia per urlarle ad una distanza piuttosto confidenziale che “non si doveva permettere di definire la conversazione di basso livello, che era un’ignorante”, etc . Mentre la donna si allontanava assieme alle altre colleghe, dopo aver restituito il microfono, Sgarbi ha continuato ad inveire definendole “quattro stronze che non scopano”. Ha pensato di venire in suo soc- corso la signora Ripa di Meana, dicendosi “sollevata per il buon lavoro di Sgarbi, il quale era riuscito ad allontanare quelle 3 piccole borghesi”.
Il dibattito è proseguito a tarallucci e vino (infatti l’astuto Toscani aveva allestito dei corner di degustazione del suo vino e alcuni prodotti gastronomici), con l’intervento anche degli altri ospiti vedi Carlo Antonelli (direttore di Rolling Stones che ha diffuso il calendario e continuerà a farlo) che lancia la provocazione “Programmi come Striscia la notizia istigano all’abuso del corpo della donna da anni senza che la stessa se ne accorga e ne colga la differenza di fronte ad immagini come quelle usate per la promozione della Pelle conciata al Vegetale” e Raffaello Napoleone (direttore di Pitti Immagine).
Un quesito è stato posto al fotografo ed è rimasto nell’aria: “Il prossimo anno vedremo un calendario di 12 cazzi?” e Toscani risponde ridendo poco convinto “Vedremo…”. Non ci resta che attendere questa “pari opportunità”!