Monthly archive Novembre 2010

Catttive ragazze

“..La cosa più sbalorditiva però è stata vedere mia madre che chiudeva gli occhi a mia nonna, e dopo averla vista ho pensato: ‘oh, se questa è la morte e la si può affrontare e guardare in faccia , allora posso fare tutto quello che voglio nella vita!  Niente sarà più intenso di questo momento!’ E’ stato quello il momento che mi ha reso ciò che poi sono diventata…che mi ha permesso di essere la bambina ribelle che ero, che osava e correva rischi mentre i genitori tentavano di controllarla.”

Cattive Ragazze – Storia di Artiste Guerriere – Shake Edizioni

Potrei sottoscrivere quanto sopra totalmente. E’ il momento, ora, di essere cattive ragazze. Di chiedere, di far sentire le nostre ragioni. Di osare. Di non temere, di accettare di non piacere.…

Continua a leggere...

9 novembre, Mestre (VE), presentazione del libro

Ore 18.00, al centro culturale Candiani, presentazione del libro: con Lorella Zanardo, l’Assessora Tiziana Agostini e Maria Elena Tomat, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia. in piazza Candiani 7.

Continua a leggere...

Cose da Uomini

La politica si sa, almeno in Italia, è cosa da uomini. Il programma di Stefano Boeri, candidato sindaco per Milano,  sulle donne è interessante, molto interessante: i giornali non ne parlano, forse perché il tema non provoca il loro interesse, altre cose ci sono da recensire, altri tipi di donne. Escort ad esempio. E invece il programma che coinvolgerebbe le donne di Milano introduce il tema di uno sguardo femminile sulla città, utilizza un linguaggio nuovo, parla di corpo! Dice che per le donne ciò che profondamente conta è “primum vivere” che è quasi rivoluzione per la politica. Anche l’approfondimento giornalistico, quello di cui si parla il giorno dopo, quello “che conta”, è cosa da uomini: come ci ricorda il Censis le donne in tv sono numerosissime, ma quante sono le conduttrici di importanti programmi di approfondimento?

Mi scrive una lettrice “Cara Lorella, ci siamo conosciute a Trento nel mese di Marzo….. L’incontro fu riuscitissimo e credo che abbia lasciato tracce nella testa e nel cuore delle molte persone presenti. Ho scritto una lettera a Fabio Fazio e alla redazione e agli autori della sua trasmissione perché sono al colmo dell’indignazione per l’assenza delle donne nella sua trasmissione. Una banale questione di numeri dei 34 ospiti di questa stagione,  29 sono  uomini e 5 donne. Il resto lo trova nella lettera che copio qui sotto e che, se ritiene che possa interessare, potrebbe pubblicare, anche in parte, sul blog. In ogni caso mi faceva piacere farglielo sapere, perché forse

Continua a leggere...

Il lato C

Le donne hanno un lato che la TV ignora: il Cervello. Questo è l’evento del 10 novembre organizzato dal coordinamento donne della Cgil di Prato e patrocinato dalla Provincia di Prato: il titolo della serata è “Il lato C”. Sarà proiettato il documentario Il Corpo delle Donne e seguirà un dibattito con Ritanna Armeni, Patrizia Barghini, Anna MAria Romano. Ci sarà anche la mostra fotografica Visioni Femminili, con foto di Laura Albano, Linda Gargelli, Sara Lombardi.

Continua a leggere...

Via Padova, Milano.

Oggi 7 novembre. Sto andando nonostante la pioggia alla tavolata multietnica – si mangia! – che è stata organizzata in via Padova a Milano, altezza Gorla, dal comitato Boeri. Come sapete ho deciso di non schierarmi per un candidato in particolare, semplicemente segnalo le iniziative che mi paiono interessanti.

Via Padova è stata dimenticata a lungo dalla nostra amministrazione; in altri Paesi, come ha scritto Marina Terragni, l’avrebbero trasformata in uno dei cuori pulsanti della città. E’ una via che io personalmente amo molto. Alle 15 suona l’Orchestra di Via Padova. Se venite ci incontriamo e mi fa piacere.…

Continua a leggere...

Per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese

Pasolini non è stata per me una scoperta dell’intelletto bensì del corpo. E del volto. L’ho incontrato mentre cercavo un significato per la mia faccia che mutava negli anni. E anche attraverso il suo lavoro ho iniziato a comprendere. Di Pasolini stupisce la preveggenza. Aveva previsto tutto, bastava ascoltarlo.

…”Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli […] Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal centro, è totale e incondizionata. […] Per mezzo della televisione, il centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un uomo che consuma, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. […] Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere […] ma sono in grado di realizzarlo? No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. […] i

Continua a leggere...

La TV per Sabina/3

Nyotaimori, vassoi viventi per gustare il sushi «a pelle».

Nella retorica buffona dell’ identità “culturale” nordica, e nazionale in genere, hanno un  posto decisivo la cucina (“no al cous cous”dice il manifestino di orgoglio leghista), e le donne. Si selezionano durante tutto l’anno le ragazze dai 17 ai 28 anni che si contenderanno il podio di Miss (razza) padana, rigorosamente nordiche, alle quali, per mostrare che le belle sono persino preparate, vengono fatte domande di nordicità varia e nordicità applicata alla cucina.

Se si sta disinvestendo in autentica cultura per  arginare la devastazione televisiva che cancella ogni identità e ricchezza (Tremonti ha acutamente affermato : “di cultura non si mangia”),  invece si potenzia  la subcultura locale, che favorisce la contrapposizione con l’Altro, cioè l’immigrato che “violenta le nostre donne”, le  “le maltratta”, “le costringe al velo”. Le lapida.

Attenzione però, l’equazione donna-da-salvare e cucina uguale identità  non  solleva sempre le stesse reazioni. Impazza al nord e sbarca a Roma, il  giapponese Nyotaimori, o “donna-vassoio”, o anche  body(fast)food. Si tratta di una riappropriazione burina dell’antica e triste usanza delle geishe, lavate, depilate poi distese nude, sul cui corpo venivano servite pietanze per il sovrano. Una cosina evoluta, altro che niqab o burqa. Questa bella importazione presenta un vantaggio, a  parte far guadagnare l’esercente: non puzza di povertà e immigrazione come il cous cous. L’informazione in rete,  per i clienti di oggi, è  indicativa: “prima di trasformarsi in un vassoio vivente di sushi, la donna è addestrata per ritrovarsi sdraiata per molte

Continua a leggere...