La Commissione di Viglianza Rai

Studio…

“Art. 4
La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi:[…]
-formula indirizzi generali relativamente ai messaggi pubblicitari, allo scopo di assicurare la tutela del consumatore e la compatibilità delle esigenze delle attività produttive con la finalità di pubblico interesse e le responsabilità del servizio pubblico radiotelevisivo;
-analizza, anche avvalendosi dell’opera di istituti specializzati, il contenuto dei messaggi radiofonici e televisivi, accertando i dati di ascolto e di gradimento dei programmi trasmessi;”
In questi due punti io farei richiesta sui (primo punto) criteri usati per stabilire il “pubblico interesse” e quali sono le “responsabilità del servizio pubblico televisivo” sul quale la commissione si basa (per esempio in fatto di minori, sessismo, stereotipi e tutto ciò su cui dibattiamo da tanto). Riguardo il secondo punto citato chiederei resoconto sulle indagini dei dati di gradimento e come vengono raccolti.
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Un altro articolo che non mi è molto chiaro, ma temo che la frase “…che ne facciano richiesta” (come dire se non si arriva al 5% è perché non c’è stata richiesta) sia una clausula che non permette molta chiarezza è secondo me il 6:
“Sono riservati dalla società concessionaria, per apposite trasmissioni, tempi non inferiori al 5 per cento del totale delle ore di programmazione televisiva[…]
agli enti e alle associazioni politiche e culturali, alle associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute, ai gruppi etnici e linguistici e ad altri gruppi di rilevante interesse sociale che ne facciano richiesta.[…]
Le norme emanate dalla Commissione parlamentare devono ispirarsi:
a) all’esigenza di assicurare la pluralità delle opinioni e degli orientamenti politici e culturali;
b) alla rilevanza dell’interesse sociale, culturale ed informativo delle proposte degli interessati;
c) alle esigenze di varietà della programmazione.[…]”
Non mi è sufficentemente chiaro però, da formularne un’opinione, ma queste frasi (a. b. e c.) mi stridono un pochino con la televisione proposta, sarà che ne guardo troppo poca e non ne conosco così bene la programmazione da definire una percentuale (sarà rispettata?). Credo sarebbe in ogni caso opportuno definire criteri per distribuire omogeneamente questo famigerato 5% (e perché poi così poco?) nell’arco delle fasce orarie per evitare che “la pluralità di opinione e degli orientamenti politici e culturali” e “rilevanza dell’interesse sociale, culturale e informativo” e “varietà di programmazione” siano argomenti per esempio prevalentemente notturni o indirizzati ad una parte dei telespettatori (adulti o ragazzi o bambini o donne…)
E sempre dell’articolo 6 più avanti dice “I soggetti ammessi all’accesso devono, nella libera manifestazione del loro pensiero, osservare i principi dell’ordinamento costituzionale, e tra essi in particolare quelli relativi alla tutela della dignità della persona nonché della lealtà e della correttezza del dialogo democratico e astenersi da qualsiasi forma di pubblicità commerciale.” Ecco, questo per esempio sarebbe da applicare a tutti i “soggetti ammessi” non solo a quel piccolo 5%.
Per ora questo, se riesco do ancora un’altra ochiata, ma non so per quanti minuti mi staranno ancora aperti gli occhietti!-_-

Arrivo tardi, sorry, ho visto solo ora il msg. Articolo 4. “Riferisce con relazione annuale al Parlamento sulle attività e sui programmi della Commissione”. E’ possibile prendere visione della relazione?

Ho lasciato una nota relativa al p. 6 nel commento #79 di Protestare serve