La Tv per Sabina

Ma quant’è arguta Sabina Ambrogi? E umana? E profonda? Questo suo punto di vista è prezioso. Grazie di cuore. Lorella

CHI RUBA A RUBY?

Quando la famiglia Berlusconi ce ne dà lo spunto, per i media italiani si tratta solo di cambiare l’ordine delle figurine di marketing delle ultime pagine con la prima della realtà della cronaca, e il risultato non cambia. Soprattutto ne scaturisce la fotografia di un’ Italia infantile e regressiva: mai come ora è vero il parametro secondo cui la modernità dei paesi si misura dal ruolo delle donne. Mai come ora è chiara la feroce resistenza patriarcale in atto e la distinzione ancora in corso tra prostitute e madonne dell’800, individuata da Freud  per gli studi sull’isteria. Con Ruby, cioè Karima, c’è una perversione aggiunta: nelle ore che la separano dalla maggiore età,viene proposta massivamente la sua immagine,la più sessualmente disponibile, col volto appannato da un’ alterazione fotografica, perché la legge prevede che “l’identità dei minori non sia rivelata”. Il racconto su Ruby si articola in minigonne inguinali, seni strabordevoli, pizzi erotici, però  sempre con il volto cancellato… per proteggere la sua infanzia! Ma è il  quotidiano Libero il  portabandiera del moralismo della stampa di questi giorni: ha ritratto la ragazza, in prima pagina, a gambe divaricate, il viso anonimo, totalmente  cancellato. Sopra la foto, la didascalia: “ecco la speranza della sinistra”. Volendo far credere che su di Karima si concentrerà l’attenzione dell’opposizione, in realtà mostrano tutta la loro fragilità di analisi: stanno assegnando a una bambina da loro triplamente degradata in quanto clandestina, ladra e mostrata come corpo in offerta  tutta la responsabilità. Quale cosa più trucemente moralista e infantile che indicare in una ragazzina  seducente la colpevole di tutto? Quella fotografia non ci informa di Ruby ma del sottosviluppo culturale. Il titolo della prima pagina è questo: “Trappolone per il cav. Ci risiamo con la  gnocca”. Il massimo dell’infantilismo sta proprio nel direzionare l’attenzione sull’unica parte femminile che per loro sia gestibile (in quanto a pagamento), liberando Berlusconi da ogni responsabilità pubblica complessa, articolata, e squisitamente politica. Se il Giornale e Libero, quando si parla di donne, rispecchiano il colmo dell’arretratezza, gli altri quotidiani  non sono da meno. Si riciclano  qua e là paramatri da brivido come: “il buon padre di famiglia” inteso come sguardo corretto e moralizzatore (ancora presente nei codici, ma davvero da eliminare nel dibattito pubblico, pena cadere nel patetico), e poi quella mascherina di pixel così falsa, proposta da tutti, interpreta solo la maschera per giochi sado maso della paccottiglia porno, esattamente come sado maso è il bunga bunga (almeno a stare alla barzelletta, i protagonisti e coloro che ci ridono). E’ anche indicativo che i protagonisti della barzelletta siano i più proni a Berlusconi come Cicchitto ma soprattutto Bondi, perennemente chiamato in causa come persona da dileggiare, sbeffeggiare, spesso protagonista di battute e barzellette umilianti, tra gli astanti-servitori che si sbellicano di risate. Non è un caso che sia lui.  Ministro della cultura. Genuflessa e umiliata.

Così anche  noi, esportatori di democrazie, abbiamo messo il burqa a Karima ridotta a zero, come il burqa cancella le donne. Karima è seno con pizzo, è bocca rosso fiamma, rosso corretto dal digitale, come quella oscena donna della pubblicità dello yogurt, il cui corpo accoccolato in posizione fetale è stato trasformato a forma di bocca. Buffo poi: non sembrano più bocche, ricordano piuttosto il sesso femminile. Giustamente, al posto della bocca. Una funzione unica, un’espressione unica. Del resto, ammette il giorno dopo il premier, esprimendo la sua angoscia: ama le donne. Senza porre nessuna distinzione una dall’altra: a chili, a pacchi, a tonnellate, a frotte, a sporte. Purché  belle e asservite (quale immagine più raccapricciante che le ragazze che fanno la hola cantando l’inno a Lui). Ovunque ci hanno avvertito che Karima avrebbe prestissimo compiuto gli anni, la tensione del racconto è così mantenuta alta per poterci avventare ancora meglio su di lei: la possiamo vedere ora senza maschera, sapere tutto e il suo contrario, intervistare, bombardare come è stato fatto con Noemi oggi solo iperbole della sua immagine, deturpata dalla chirurgia, in una vana ricerca delle immagini di prima che si moltiplicavano magicamente. Invece l’abbiamo lasciata, qualche mese fa, Noemi ultima foto, danzare su un cubo in discoteca a Milano,  in minigonna di piume, mentre si dimena sul cubo con sua madre, vestita  come lei.  Solo un rewind su di un frame di qualche giorno fa: Io canto di Jerry Scotti, faceva votare al pubblico adulto a casa l’esibizione di una bambinetta di 8 anni, con una cascata di ricci color rosso Milva. Cantava: non ho l’età.