Monthly archive Settembre 2010

Zitte o zittite?

Ecco l’articolo che abbiamo pubblicato il 15 settembre su ilfattoquotidiano.it. Quale è la vostra opinione?

“Ci dica” mi chiedono i giornalisti: “cosa pensa del concorso di Miss Italia?” “E del velinismo politico?” “E delle gheddafine?”

Ora io credo che ci sia solo una domanda urgente che nulla ha a che fare con le precedenti e che  molto però ha a che fare con la corretta rappresentanza politica dei cittadini, trattandosi della maggioranza dei cittadini:

Dove sono le donne? Intendo le donne reali. Che lo sappiamo tutti che l’Italia non è fatta solo di prostitute e veline.

Da un anno e mezzo vengo invitata da regioni, comuni, università e  scuole per dibattere intorno al documentario “Il Corpo delle Donne”. Incontro moltissime donne, giovani e vecchie, belle brutte colte, semplici, professoresse, studentesse, casalinghe, artigiane: come mai queste donne, le donne italiane non hanno visibilità? Perché si parla solo di qualche centinaia  di escort?

Perché i giornalisti non mi chiedono altro? Perché non mi domandano  per esempio come mai in questa estate di candidature e autocandidature non è stata mai nominata una donna?

Non esiste una donna nei partiti che possa sfidare gli attuali contendenti? E non esiste nella società civile una donna valida da far emergere? Cioè non esiste una donna della levatura, chessò, di un Bersani? Di un Casini? Di un Rutelli? Non c’è proprio?

Il PD l’ha cercata e non l’ha trovata? E gli altri partiti nemmeno?

Mi sono occupata di gestione di organizzazioni anche complesse e …

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Grado zero: un’immagine nuova

Grado zero è la mostra di Laura Albano che si svolge dal 18 al 23 settembre nell’ambito di Avamposti – CalenzanoTeatroFestival, rassegna che dedica una intera serata a l’immagine e il corpo delle donne. Laura Albano è una grande fotografa, oltre ad essere una blogger agguerrita e intelligente con il suo sito unaltradonna. Che cosa racconta questa sua mostra? Una nuova immagine di donna, appunto. Eccone la presentazione:

Una pausa nel flusso del discorso politico, culturale, mediatico che da sempre detta all’occhio le regole dello sguardo sul corpo delle donne. Dimenticare per un istante la storia dei codici da cui il corpo è stato disciplinato, i modi in cui è stato costruito, le gerarchie che vi sono state inscritte. Sospendere la Storia, riportare lo sguardo sul corpo ad un immaginario grado zero dove ritrovare stupore ed immaginare nuove narrazioni.

La potete vedere tutte le sere dal 18 al 23 settembre, dalle ore 21, presso il teatro Manzoni di Calenzano (Fi), via mascagni 18.

La serata a tema è quella di martedì 21 settembre, con la proiezione del nostro documentario alle ore 21 seguito alle 22.30 dallo spettacolo teatrale di Elena Guerini Bella Tutta – I miei grassi giorni felici.…

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Radio Vaticana: intervista su Miss Italia

Intervista a Lorella Zanardo su Radio Vaticana: quale significato ha ancora una manifestazione come Miss Italia?…

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Riflessioni sul maschile in rete

Per contribuire alla discussione che si è fertilmente prodotta con il recente post La solitudine degli uomini , così come era già accaduto qualche tempo fa con un altro intervento, La dominazione maschile, raccogliamo qui alcuni link che rappresentano la situazione attuale della riflessione sul maschile in rete. Due sono le direttrici: una linea che ritiene che gli uomini siano in realtà penalizzati a diversi livelli dalla cultura e dalle leggi attuali; un’altra che invece pone in discussione retaggi e stereotipi che hanno caratterizzato fino ad oggi la definizione, ideale e reale, della figura maschile. Ecco i link:

Maschile plurale

Uomini 3000

Maschio per obbligo

Maschi selvatici

Uomini in cammino

Pari diritti per gli uomini

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Non è un paese per vecchie

La Lipperini io non l’ho mai incontrata. Fisicamente intendo. Tra di noi quindi il rapporto è pulito: nessun debito che mi imponga di scrivere del suo libro Non è un paese per vecchie.

La Lipperini l’ho incontrata solo nei suoi testi: chi ha visto Il Corpo delle Donne sa che  spunti  fondamentali del documentario  provengono dal libro Ancora dalla parte delle Bambine. Lettura a mio avviso imprescindibile per fare il punto su dove ci si trovi a crescere oggi se sei una ragazzina e vivi in Italia.

L’estate appena trascorsa è stata feroce: la fogna ci ha sommerse, in alcuni giorni la lettura dei quotidiani mi provocava una nausea acuta.

Il disagio coinvolge tutti, ma è indubbiamente durissima oggi ancor più per le donne, e una sintesi di ciò che sta accadendo la leggete qui: il post della Lipperini dice tutto quello che c’è da sapere, ci da tutte le informazioni che ci servono.

Tutte le informazioni che ci servono per agire.

Mi pare che nell’emergenza in cui viviamo l’unico modo serio di fare il proprio mestiere di giornalista sia provocare le coscienze per condurre ad un’azione di cambiamento sociale.

Tutto il resto, tutto il giornalismo cinico e salottiero mi pare una perdita di tempo che non ci possiamo più permettere.

“A Milano, Liliana 78 anni, ha rinunciato agli asparagi, all’olio di oliva, alla carne, all’acqua minerale. A Firenze una sua omonima vive con 568 euro al mese, la pensione di ex donna di servizio.. per non

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Alba (CN), 18 settembre: proiezione del documentario

Al Teatro Sociale “Busca”, ore 21. Intervengono Marina Piazza e Lorella Zanardo.…

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Lech Lecha!

Questo è il post che è stato pubblicato l’8 settembre su ilfattoquotidiano.it. Cosa ne pensate?

Interrogato su che cosa augurerebbe ad una bambina appena nata, Gad Lerner risponde: “Lech Lecha!” cioè Vattene! Esci dalla casa del Padre!”, che sono poi le primissime parole pronunciate dal Signore ad Abramo e significano “Costruisci la tua autonomia, impara a disubbidire”. Michela Murgia, vincitrice del Premio Campiello (e a cui è stata rubata l’attenzione al suo romanzo Accabadora a causa dell’uscita miserabile di Vespa circa il décolleté della scrittrice Silvia Avallone) è della stessa opinione: “La prima parola non sia mamma o babbo. Sia invece “NO” e che per farti dire “SI” debbano darti ogni volta un buon motivo.”

Sono d’accordo. Sono però anche consapevole che sia oggi più difficile, rispetto ad anni fa, andarsene dalla casa del Padre, essere in grado di dire “NO”. Non solo per i noti problemi pratici – dove vado se non trovo lavoro? dove vado se ho un lavoro che mi fa guadagnare 800 euro al mese? – ma principalmente per la diffusa difficoltà a capire chi si è e quindi a formulare una volontà di futuro che corrisponda ai nostri desideri profondi. E in seguito consenta di unirsi a chi ci assomiglia. E’ indubbiamente più difficile oggi di quanto non fosse negli Anni 70 ascoltarsi e manifestare la propria individualità quando i diktat dei media sono così imperativi nei confronti dei giovani uomini e ancor più delle giovani donne. E’ inutile negare che esiste una misoginia pericolosa …

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