Lorella Zanardo a “Le Storie”

puntata molto interessante (ma quelle di Augias lo sono tutte!): dopo la trasmissione ho proposto a mia figlia,in cerca di ispirazioni, di presentare la tesi in scienza delle comunicazioni su quanto avete trattato oggi.complimenti, leggerò il libro al più presto e questa sera guardo il documentario. cordiali saluti Oriana

Eccola! Potete rivedere la puntata qui: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f8d34094-629e-47b5-bcde-81a3f6d145ba.html

Grazie per la voce delle donne che avete portato anche in Rai. Ho seguito con interesse la trasmissione . Condivido i vostri messaggi e cerco nel mio piccolo di diffonderli anche alle giovani donne del nostro paese. Grazie ancora

Ho visto adesso la puntata, grazie per il link. Il concetto decisivo è stato espresso da Lorella Zanardo quando ha detto che sia nel caso del nascondimento per mezzo del burka (ma anche del chador, nikab, hijab etc.) sia nel caso (della sovraesposizione da macelleria) dei corpi siliconati, la questione è il potere maschile sui corpi delle donne, potere che in entrambi i casi si attua attraverso la proposizione di modelli che non lasciano libertà di scelta, al di là dei vincoli di legge e al di là di ciò che tante donne sono convinte di pensare a proposito della loro autodeterminazione nell’aderire a tali modelli. Questo concetto è difficile da far accettare, soprattutto a tanti (proprio tanti) uomini, ma anche a tante donne: almeno in Italia, i primi non sono disposti a riconoscere la loro permanente posizione di potere, da cui vengono dettate le regole anche per le donne, le seconde sono state abituate a scambiare (dai trent’anni di imbonimento televisivo) per libertà individuale, e magari liberazione, la loro riduzione a corpo esibito ad uso della fruizione maschile. E’ bene che venga ricordata sempre la distanza tra la nostra televisione e quella degli altri paesi europei: non a caso negli altri paesi dell’Europa occidentale i movimenti femministi degli anni settanta, alla fine, hanno comportato mutamenti dell’ordinamento giuridico, politico e sociale che in Italia non si sono altrettanto realizzati. Certo, come diceva la Grambassi negli “anni settanta” le donne erano più attive, e consapevoli: quindi, che è successo da allora in poi? La risposta continua a darla il libro di Lorella: è successa la scelta di una programmazione televisiva pervasiva (reti private e pubbliche) che ha realizzato una vera e propria controffensiva culturale; al di là del problema se vi sia stato o meno un intento cosciente, insomma una strategia, in tale controffensiva, essa ha spazzato via i nuovi fermenti culturali introdotti dai movimentii delle donne nella società italiana. Un utile termine di confronto, per una riflessione sul meccanismo comunicativo di massa avviato nel trentennio che abbiamo alle spalle, ma che non è ancora passato, evidentemente, è offerto da un libro uscito l’anno scorso, intitolato “Dancing days”, autore Paolo Morando: la tesi è che il biennio ’78-’79 sia stato un momento di svolta decisiva. Al di là dell’ipotesi dell’autore, che propone di riconoscere una strategia cosciente in certi incoraggiamenti alla regressione dalla partecipazione a ciò che è sfera politica (vi ricordate il “riflusso nel privato”?), è interessante che nella ricerca compiuta venga individuato il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa, e in primo luogo delle televisioni, nell’indirizzare tale movimento di ripiegamento. Con tutto ciò che tale ruolo comportava, quanto ad uso mistificatorio dei concetti di liberazione sessuale che si traducevano in esposizioni di corpi femminili (guarda caso). Ecco, nonostante le buone intenzioni, ciò che mancava a questo libro erano proprio le donne: quasi niente sulla storia e sulla cronaca del movimento femminista degli anni ’70, e niente, tanto meno, su ciò che ne era stato negli anni ’80. Come se la regressione televisiva dell’Italia non avesse riguardato in primo luogo le donne. Il libro di Lorella scoperchia la pentola su questo fondamentale aspetto, con una “formula” che si propone di arrivare a quante più persone possibili : era l’ora che qualcuno lo facesse, grazie.

…. aggiungerei, a onor del vero, che (lupus in fabula) il programma di Augias, da cui prendono le mosse questi post, è uno dei pichissimi e piccolissimi spazi in cui si offrono validi strumenti e spunti utili ad una “ginnastica” cerebrale consigliabile a tutti… peccato che lo trasmettano in un’orario utile solo alle casalinghe o ai disoccupati come me, anche se (fortunatamente) contrasta la marea infinita di programmi adatti ai dementi e/o cerebrolesi che secondo i pianificatori dei palinsesti televisivi guardano la TV al mattino!!!

Ho visto la puntata.. stimo molto Augias ma questa volta mi sarei aspettata di più.. Naturalmente, è colpa anche della brevità della trasmissione, ma Lorella Zanardo non mi pare abbia avuto abbastanza spazio per parlare.. Avrei evitato di invitare due autrici in uno spazio così breve e, tra l’altro, anche io sono rimasta perplessa per la battuta “la guardo con desiderio”, per l’interruzione per “la bella voce” della zanardo o l’inquadratura sulle scarpe. Mi pare si sia perso tempo inutilmente, lasciando invece domande e questioni aperte. Inoltre, come scopro da questo link http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article6458 nel programma si è fatto passare il messaggio (non per colpa di Lorella, che non ha potuto parlare più di tanto a proposito) che le donne siano immobili e silenziose, quando per esempio, le pubblicità che sono state mostrate nella puntata a supporto dell’indecenza e dell’offensività dei media erano state denunciate e fatte ritirare proprio da un’associazione di donne. Ma come dire.. meglio di niente! Sicuramente chi ha sentito parlare del documentario e del libro per la prima volta è rimasto colpito..