E’ uscito da poco il nuovo film di Ermanno Olmi “Terra Madre” che racconta della terra, che è di noi tutti, madre.

Esce il 5 giugno “Home” cioè casa nel suo senso piu ampio, terra nostra madre appunto, del fotografo e regista Yann Arthus Bertrand.

Diceva Pratibha Patil, la Presidente donna indiana nel suo discorso di insediamento: “Le donne dovrebbero essere responsabili del futuro sostenibile della terra”.

E Vandhana Shiva, l’economista indiana che ha fermato la Coca Cola impedendole la privatizzazione delle ultime falde acquifere del Kerala, ci esorta ad occuparci della terra.


Mi costa molto occuparmi di tv. Vorrei occuparmi di ciò che conta, della Terra appunto, nel senso piu ampio.

Mi costa e ci costa molto dovere subire l’affronto, l’insulto di vedere i nostri corpi smembrati per pubblicizzare una borsa, le nostre belle facce gonfiate per attirare, pare, piu audience, i corpi di quasi bambine addobbate da lolite per eccitare uomini stanchi.

Mi costa e ci costa da mesi dovere restare sobrie, calme, educate quando ci danno delle bacchettone, quando ci chiedono se vogliamo tornare alla censura: uomini di malafede, lo sapete che non è di questo di cui stiamo parlando.

La posta in gioco è la nostra sopravvivenza, la sopravvivenza della nostra identità.

La tv non ci rappresenta. Punto.

L’audience non è la vita.

L’auditel può provocare disastri.

Vorrei occuparmi di vita, e cio che vedo in tv è spesso simile alla morte.

Devo, dobbiamo occuparci di tv per ridarci dignità, perché è una pena infinita vedere mie simili a carponi, o quasi nude, labbra che scoppiano, già dalle 9 del mattino, umiliate da ruoli perennemente subalterni.


Gli ultimi giorni ci hanno scaraventate all’inferno. L’Italia intera intorno ad una quasi bambina con il suo pelouche ed il ragazzino nella foto al mare.

Donne contro donne. Donne contro Veronica. Donne contro Noemi.

Nessun rispetto piu, né per noi, ne per le nostre figlie. Sbattute in prima pagina a divorarci.

La Terra dicevamo.

Quando avremo finito di liberarci, ancora!, del nostro ruolo servile, potremo occuparci di cose urgenti.

Spazziamo via queste immagini che ci limitano, che ci imprigionano, che ci umiliano. Chiediamo altro.

Chiediamo che la tv ci rappresenti.

Costruiamo altro.

In “Home“, il documentario di Bertrand, la donna è figura indissolubile con la Terra. La comprensione della vita viene affidata alle donne; dice il produttore del film: “In presa diretta con il futuro perché sempre in presa diretta con i figli, le donne ci mostrano la strada”.

Di vita mi voglio occupare, di vita vogliamo occuparci.

C’è una giovanissima filosofa svizzera Ina Pretorius, che parlando delle capacità delle donne usa un termine meraviglioso “daseinkompetenz”: la competenza dell’esserci.

Niente filosofia astratta quella delle femmine. Noi abbiamo la competenza dell’esserci.

Esserci nella vita. Nella cura, nelle relazioni.

E in politica, lascateci agire la nostra competenza dell’esserci, ce n’è bisogno.

Occupiamoci di politica, così come tutte noi, giovani e vecchie, sappiamo prenderci cura della Casa.

E da lì iniziare a prenderci cura della Terra.

Non facciamoci più limitare.

La Politica è competenza dell’esserci.

Occupiamocene.

A modo nostro.