Vi racconto una storia che è una bella storia, mette insieme diverse generazioni, la rete e il territorio, donne di diversi gruppi: insomma quello per cui si lavora qui.
Il 14 marzo scorso scrissi un post sul tema della Violenza trattata nel libro di Joanna Burke, consigliato da una lettrice affezionata e preziosa, Ilaria.
Arrivò tra gli altri, questo  commento:
Visto il nome ed il contenuto di questo post volevo segnalare quest’articolo pubblicato sull’ansa da qualche ora. Mi vengono in mente tante cose da scrivere ma non ci riesco. Floralis

Non sempre riesco a leggere tutti i commenti con attenzione, ma questo mi colpì, pareva una richiesta di aiuto, sentivo il dolore, l’ansia, più di tutto il pensiero che a volte ci spaventa, di essere impotenti.
L’appello di Floralis mi fece rompere gli indugi e scrissi a SNOQ  come spinta da un’urgenza  che Floralis era stata in grado di comunicarmi. Non indugiai oltre chiamai Lipperini e scrissi subito un altro post, questo.

ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE
Ho scritto a SNOQ  questo il testo :
Cara Cristina,vi chiedo come movimento SE NON ORA QUANDO se potete, con tutto il nostro supporto e quello della rete, organizzare una riunione/manifestazione/: credo che si debba partire da qui, dalla incapacità della politica degli uomini di occuparsi delle donne italiane. Occupiamocene noi. CI stanno destituendo dalla nostra capacità di prenderci cura del mondo. E’ chiaro che parlare non basta più. E’ chiaro che chi ha la mia età si deve sentire responsabile e non dormirci la notte.. E’ chiaro che ora si dovrebbe, ma vorrei scrivere DEVE agire per tutelare non più le ragazze, ma le bambine. Ancora ancora ancora DALLA PARTE DELLE BAMBINE
.

Arrivò questo:
Grazie grazie grazie… Avevo bisogno di vedere che quest’articolo non sarebbe passato inosservato. L’ho segnalato nei commenti del post precedente perché mi ha fatto molto male leggerlo. Mi è venuto in mente questo blog perché vi seguo e ci tengo che lo diffondiate. Ancora grazie signora Zanardo…
Floralis

E poi arrivò questo:
Cara Lorella, a nome di Snoq penso che dobbiamo incontrarci subito e discutere su eventuali iniziative comuni. Il numero delle ragazze stuprate e uccise da compagni, amici e coetanei aumenta ogni giorno. E’ un tema su cui Se non ora quando vuole muoversi insieme a tutte le realtà che già si occupano da tempo di violenza sulle donne. Mi sembra molto importante però farlo in modo nuovo e efficace, che riveli la nostra forza e non la debolezza, che coinvolga gli uomini e i ragazzi, le loro madri. Dobbiamo allargare il tema dalla violenza come atto alla violenza simbolica che lo produce, parlare di possesso delle donne nell’immaginario collettivo, nella cultura. Da qualsiasi manifestazione contro la violenza, le donne secondo me devono tornare a casa piene di energia e voglia di cambiare il mondo, il loro stare al mondo. Non amo parlare troppo del passato, ma non posso dimenticare il senso di felicità che avevamo dopo la grande manifestazione notturna degli anni settanta contro gli stupratori del Circeo. Noi eravamo padrone della città, non le vittime della violenza, ma le protagoniste di un modo nuovo di intendere la libertà, la dignità, la sessualità e la forza. Prendiamoci cio’ che ci spetta.

Il resto della storia vi è noto.
Ci siamo incontrate con le donne di SNOQ e Loredana Lipperini due volte e, quando  Vanessa è mancata, all’unisono abbiamo “sentito” che bisognava agire subito. SNOQ ha una rete capillaree  diffusa che ha messo da subito a disposizione.
In pochissimi giorni migliaia di persone, molti uomini, hanno aderito all’appello MAI PIU COMPLICI.
Si poteva fare meglio, scrivere un appello migliore, coinvolgere meglio le persone comuni e  non solo i noti,  non sbagliare a trascrivere i nomi delle persone comuni, che però sono quelle che si danno da fare, come mi è accaduto, e me ne scuso.

E ’importante che la parola FEMMINICIDIO  sia entrata nel vocabolario e ancor più che se ne sia parlato. Certo è triste pensare che femminicidio diventi parola nota  quando la usa Saviano e non quando Barbara Spinelli o altre che lavorano da anni su questo tema.
Credo che si possa però essere contente e contenti di quanto è avvenuto.
Non basta un clic, ho letto. Certo, migliaia di donne e io con loro, lottiamo giornalmente e  non pensiamo che un clic risolva. Mi sembra anche ingeneroso averlo anche solo ipotizzato.
Ma quanto è accaduto fa la differenza. Alcuni  giornali hanno scritto che femminicidio non significa delitto passionale, non è poco.

Nei prossimi giorni ci incontreremo, magari si faranno ancora azioni congiunte, ognuna/o con i mezzi a disposizione. Questa operazione ha funzionato, donne e associazioni diverse, che non smpre sono e saranno d’accordo su tutto, ma questa volta in grado di fare squadra per un obbiettivo importante.
Servono corsi di educazione alla relazione nelle scuole
Gruppi di aiuto ai processi per stupro
Corsi di uso di linguaggio women friendly per giornalisti
Servono fondi per le Case delle Donne Maltrattate

Non so come faremo perché non disponiamo di finanziamenti
Prima o poi bisognerà interrogarci: perché non ci prendiamo noi in mano la politica, che è chiaro ormai che quella seria la facciamo ormai noi cittadine e i  cittadini sul territorio.

Grazie a tutti/e. Da oggi si ricomincia. Ma intanto un piccolo obbiettivo è stato raggiunto.
E, come dico sempre nelle scuole, mai credere che le nostre azioni non servano. La storia di Floralis lo dimostra.