Quando mi sono trasferita in Olanda, sette anni fa, mio nonno aveva 83 anni e faceva molta fatica a camminare già da un paio d’anni. L’uomo di forte tempra che era stato tutta la vita aveva lasciato il posto a un uomo anziano e in difficoltà. Ricordo come fosse ieri la sua riluttanza all’utilizzo del deambulatore (il carrellino, quello con le rotelle a cui ci si appoggia per aiutarsi nel camminare distribuendo meglio il peso su un appoggio). La riluttanza era dovuta in piccola parte alle difficoltà logistiche del caso: anche con il deambulatore non sarebbe andato lontano, tra marciapiedi impraticabili, automobili parcheggiate sulle strisce pedonali e mancanza di rampe; in buona parte era dovuta alla vergogna legata alla sua condizione di uomo anziano, cui le gambe non obbedivano più, bisognoso di un carrellino per muoversi.
Perché racconto questo?
Un po’ perché mi ha scosso l’articolo “Vietato Invecchiare” di Chiara Baldin di due settimane fa. Ho ancora una nonna e alcune prozie molto in là con gli anni e in grandi difficoltà tra la precarietà della loro salute e la difficoltà ad avere assistenza, purtroppo estremamente costosa e comunque insufficiente e – ohimè – inefficiente.
Un po’ perché mi è capitato un fatto che mi ha disgustato e che dà la misura di quanto degradata sia la situazione del nostro paese nella sua stessa umanità, misurata in questo caso dalla considerazione per la vecchiaia.

Frequento da diversi anni un gruppo di mamme in rete. Con alcune mi frequento anche nella vita reale, altre restano nel virtuale. Questo gruppo mi ha fatto tanta compagnia e mi è stato anche utile, visto che vivo in un paese che ha usi e costumi molto diversi dall’Italia per quanto riguarda i bambini. E poi è un gruppo di chiacchiere: c’è chi si trova per un caffè al bar, chi chiacchiera in rete.
Ebbene, qualche giorno fa una delle mie amiche virtuali ha raccontato di aver bisogno di comprare un abito da sera per un’occasione particolare: ha chiesto consigli e alla fine ne ha preso uno. Visto che l’acquisto di questo vestito è stato tema di cicaleggio per qualche giorno, le abbiamo chiesto una foto in cui lo indossasse, per vedere come stava su di lei. E lei ci ha inviato una foto in cui, a casa sua, compaiono in primo piano lei e il suo bambino di 2 anni che la guarda adorante, e sullo sfondo si vedono sua madre e sua nonna sedute sul divano che guardano la televisione. La nonna ha davanti a sé un deambulatore, identico a quello che aveva mio nonno qualche anno fa. Insomma, una normalissima scena familiare della domenica pomeriggio, che parla di famiglia riunita a pranzo e poi per il pomeriggio. A me è sembrata una bella foto.
Questa immagine ha generato un coro di commenti negativi, ma non per l’abito. I commenti negativi erano centrati sul fatto che la mamma e soprattutto la nonna con il suo deambulatore non si sarebbero dovute vedere.
Qualcuna l’ha messa giù in versione pietista: è lesivo della dignità della nonna mostrare la sua difficoltà a camminare.
Qualcuna l’ha messa giù senza mezzi termini: se devi farti una foto devi sceglierti uno sfondo “bello”, il che significa che non devi mostrare cose spiacevoli. In pratica, mostrare tua nonna in una foto è l’equivalente di fare una foto con uno sfondo sgradevole. Tua nonna che ha bisogno di un deambulatore per camminare è inadeguata; sarebbe bastato fare la foto in un’altra stanza o senza riprenderla e la foto sarebbe stata migliore.
E io ho ripensato a mio nonno e alla vergogna che provava. Vergogna che è tutta negli occhi di chi considera la vecchiaia come qualcosa da nascondere, da principio con trucchi da prestigiatore che vanno dai trattamenti estetici ai ritocchi chirurgici, e infine da cancellare dal mondo delle cose visibili.
Mi è rimasto un gran peso sul cuore da questi commenti, e una gran pena.

Vicino alla mia casa a Eindhoven c’è una casa di riposo. È molto diversa da quello che siamo abituati a vedere in Italia. È divisa in due parti: una parte è un residence e una è un collegio. Nella parte del residence ci sono piccoli appartamenti che hanno in comune solo la portineria e alcuni servizi legati alla salute (fisioterapista e medico di base), alcuni servizi di approvvigionamento con consegna a domicilio, un servizio taxi e altre cose utili. La parte che io definisco “collegio” è per persone più anziane e meno autonome, che a un certo punto decidono di ritirarsi in una stanza privata, ma di servirsi del refettorio e della lavanderia comuni. Infine, esiste un reparto protetto (e quindi chiuso) per i malati di Alzheimer e demenza. Davanti a questa casa di riposo c’è un piccolo parco giochi, che io frequento molto con i miei bambini, perché c’è un fornaio a un passo ed è comodo andarci in bicicletta o a piedi. Conosco di vista parecchie persone che abitano lì, le vedo andare e venire dal macellaio, dal panettiere o in giro per passeggiate. La suocera della tata della mia bambina era ricoverata lì e mia figlia è stata per due anni una visitatrice assidua di un gruppo di anziane signore che l’hanno straviziata.

Quando sono arrivata qui una delle cose che mi ha molto colpito è stato il modo in cui la società e i singoli si accostano la vecchiaia. Mi ha colpito scoprire che alcuni appartamenti fossero affittabili solo per persone sopra i 55 anni: sono appartamenti in condomini pensati per chi può avere più difficoltà a muoversi e ha bisogno di servizi particolari; chi concede in locazione a queste condizioni (i canoni sono calmierati) ha in cambio facilitazioni fiscali; ho scoperto che si possono chiedere, a seconda della propria condizione si salute, dell’età e della propria situazione economica, aiuti di tipo infermieristico e di servizio in casa, da parte delle stesse compagnie che gestiscono le kraamzorg (le infermiere che accompagnano nel puerperio, di cui avevo parlato qualche tempo fa); ho visto parchi che prevedono tra le panchine lo spazio per una carrozzina, piste ciclabili percorse da sedie a rotelle elettriche con tanto di targa e percorsi facilitati per permettere a tutti di accedere agli spazi e ai servizi pubblici.
E ho visto per le strade delle città olandesi tantissime persone anziane a passeggio con il deambulatore, senza che questo suscitasse le reazioni che ha suscitato nel mio gruppo di mamme italiane in rete una semplice foto.