Monthly archive Maggio 2012
28 maggio, Milano: Il Quinto Stato

28 maggio, Milano: Il Quinto Stato

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Dialogo tra Genere e Generazioni

Dialogo tra Genere e Generazioni

Attivare degli agenti di cambiamento che a partire da sé si facciano ponti tra le generazioni e i generi,lavorando per la coesione sociale, utilizzando la memoria collettiva e i social media.

Si conclude domani a Livorno il percorso iniziato a Roma il 25 novembre dello scorso anno e che ha avuto come obbiettivo la formazione di numerosi agenti di cambiamento, persone cioè donne e uomini  in grado grado di essere PONTE tra i GENERI e le GENERAZIONI per cementare la COESIONE SOCIALE. Un lavoro importante questo di cui sono e siamo orgogliose/i. Questo attuale è un momento di grande tensione sociale e molto bisognerebbe mettere in atto per evitare che le tensioni esplodano. Mi ha colpito quanto ha detto il corrispondente della maggiore rete TV tedesca durante un dibattito: “Anche noi in Germania abbiamo problemi, la differenza con l’Italia è che noi lavoriamo sulla coesione sociale”.

Che significa scuole, che significa relazioni tra donne e uomini che vanno elaborate, che vuol dire mettere in relazione le generazioni prima che sia tardi. Ci siamo avvalse/i di una consistente base sociologica e culturale frutto di molti mesi di lavoro per attivare diversi laboratori territoriale tra Toscana, Lazio e Campania. Per questi incontri sono poi stati selezionati  circa 30/40 persone di entrambi i sessi e di gruppi generazionali diversi. Partendo da una base di analisi del Paese condivisa, l’ipotesi formulata è stata che mettendo a confronto persone eterogenee in uno spazio reale e fornendo stimoli verbali e visivi di discussione, si potessero acquisire …

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25 maggio, Livorno: Incontro sul tema Genere e Generazioni

25 maggio, Livorno: Incontro sul tema Genere e Generazioni

Incontro nazionale sul tema Genere e Generazioni: qui il programma completo della giornata.

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Pizzarotti ha un bel piglio e dice cose interessanti

Pizzarotti ha un bel piglio e dice cose interessanti

Fuor di gabbie, non mi interessa né di 5Stelle né di Grillo, Pizzarotti ha un modo nuovo e interessante di presentarsi.…

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Un Post per Soli Uomini: Ecco i Risultati

Lo scorso febbraio scrissi Un Post per Soli Uomini, sia su questo blog che su Il Fatto Quotidiano, dove raccolse più di mille commenti. Anche altri post su questo tema avevano in passato innescato proficui dibatitti. Un uomo si è fatto carico di analizzarli e darne un’ interpretazione. Grazie a Lorenzo Gasparrini, blogger  e lettore del blog. L’analisi si riferisce ad un campione non rappresentativo di tutti i lettori del Fatto; per avere un’ analisi completa dovremmo disporre di un campione statisticamente significativo. Ciononostante 1000 commenti ci danno preziose indicazioni

 Un post per soli uomini – Analisi delle risposte

1 Introduzione

In questo documento descriverò la mia analisi, e riporterò le mie conclusioni, ai messaggi e le risposte lasciate dai lettori del blog di Lorella Zanardo su “Il Fatto Quotidiano online”, precisamente quelli della pagina nella quale Lorella Zanardo invita gli uomini ad esprimere il loro parere sullo stupro

Ho supposto, laddove non specificato dallo stesso commentatore, che tutti quelli che hanno risposto fossero di sesso maschile, a prescindere dalla eventuale ambiguità del nickname scelto. E’ chiaro che un’analisi del genere ha molti punti deboli potenziali, confidando in uno strumento passibile di “falsità” e dati errati senza possibilità di verifica. Comunque credo che chi abbia voluto commentare, anche negativamente, non abbia avuto ragioni per nascondere il proprio genere, né si sia sentito passibile di censure – a parte il minimo livello di netiquette che un blog come quello deve garantire.

2 Metodologia

Ho scaricato il post …

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23 maggio 1992

23 maggio 1992

Capaci, 23 maggio 1992

“La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.

Quello che Giovanni Falcone disse del fenomeno mafioso, non potrebbe forse essere ripetuto interamente per riferirsi a quanto abbiamo visssuto negli ultimi trent’anni? Non è un sistema di connivenze, privilegi per pochi, ricatti miserimmi che consente un sistema monopolistico dell’informazione che è un insulto alla libertà dei cittadini e non ha eguali nel resto d’Europa? Inutile piangere oggi Falcone se la nostra vita non diventa la sua battaglia che prosegue. Tutte le commemorazioni sono solo vuotissima retorica se non ci impegniamo, ognuna/o come potrà, a migliorare il mondo.

Tutte le volte che mi trovo nell’amatissima Sicilia e passo per Palermo e sull’autostrada dopo pochi km incontro Capaci, fuori da ogni retorica, mi emoziono ancora moltissimo per quello che Giovanni Falcone ci ha lasciato in dono. La sua foto, insieme a quella di Borsellino e di Peppino Impastato, sta di fronte a me sempre, mentre scrivo. E penso a questa regione di contrasti, che spesso viene collegata alla miseria mafiosa, e che è anche …

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Interessante GIAP su quanto sta accadendo in Italia

Interessante GIAP su quanto sta accadendo in Italia

Tratto da GIAP:

Intanto, non è un golpe. Non c’è bisogno di un golpe. In Europa, il golpe è démodé da almeno quarant’anni. E’ assodato che si possono ottenere gli stessi risultati con più discrezione e gradualità. Il che non vuol dire con meno violenza: è solo un diverso uso della violenza, più dosato, capillare, diversificato. In questo momento, come altre volte è successo, diversi poteri costituiti comunicano tra loro con un linguaggio allusivo e cifrato, linguaggio fatto di attentati, provocazioni, bombe che uccidono nel mucchio, pacchi-bomba e bombe-pacco, sigle multi-uso in calce a volantini di rivendicazione bizzarri e pieni di errori marchiani. Cosa esattamente si stiano dicendo questi poteri costituiti, questi settori di capitalismo italiano e internazionale, forse non lo sanno nemmeno loro. Appunto, è un linguaggio allusivo, tipicamente mafioso, e nemmeno loro ne colgono tutte le sfumature. Sulla sostanza, però, sul nucleo di senso di questi messaggi, in diversi cominciamo ad avere sospetti. Si parla già, benché ancora timidamente, di una nuova “strategia della tensione”, un nuovo “stabilizzare destabilizzando”. E chissà se è una semplice coincidenza che negli ultimi tempi si sia ricominciato a depistare sulla strategia della tensione degli anni ’60-’70: Piazza Fontana fu un po’ colpa anche degli anarchici etc. Il fine diretto o indiretto di ogni atto della strategia della tensione è criminalizzare i movimenti, o comunque ostacolarne le lotte, renderne più difficile lo sviluppo. Una società civile ansiosa e impaurita, nonché mobilitata sulla base della paura, è una società che tira la carretta

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