Qui la recensione di Francesca Rigotti.…
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Genova 30 ottobre – Presentazione del libro “Senza chiedere il permesso”
Martedi 30 ottobre presento SENZA CHIEDERE IL PERMESSO a Genova in Feltrinelli h 18. Vi aspetto.
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Alzarsi dal divano
Nuovi Occhi per i Media è il nostro nuovo sito, che oltre a parlare dei nostri corsi e delle attività che svolgiamo sul territorio e nelle scuole, offre una serie di materiali liberamente consultabili, in continuo aggiornamento e arricchimento, a chi, docenti adulti ragazzi formatori, vuole approfondire l’educazione ai media di impronta sociale. Siamo anche su Fb e Twitter. Qui sotto proponiamo un breve accenno su alcuni degli elementi utili per una visione consapevole delle immagini, riprendendo qualcuno dei temi tracciati nelle 100 pagine di analisi e approfondimenti contenute nel nostro libro “Senza chiedere il permesso”, ed Feltrinelli. Per “alzarsi dal divano” e non subire passivamente tutto quanto ci viene proposto occorre fare attenzione ad alcuni, semplici, elementi che caratterizzano tutte le immagini, anzi è meglio cominciare a parlare di inquadrature. Perché le immagini della Tv, del cinema, di Internet questo sono: porzioni del mondo ritagliate all’interno di uno schermo. Gli elementi basilari per capire un’inquadratura sono: -il punto di vista: da dove è stata ripresa? dove era fisicamente la telecamera che la ha ripresa? -il rapporto con le inquadrature che precedono e seguono, cioè il montaggio: quanto è veloce? quanto mostra e quanto nasconde? -il rapporto che esiste tra lo scopo che ha nelle intenzioni di chi la produce e il contesto in cui è collocata. Perché non sempre un certo stile è adeguato ad un certo messaggio. Se si riflette su questi elementi, se si cerca di “vederli” mentre le immagini scorrono, o meglio fermando momentaneamente queste …
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“La Televisione sia Libera! Tanto Noi non la Guardiamo”
La mobilità verso l’alto oggi, non essendo più trainata dalla cultura se non per uno sparuto gruppo di privilegiati, è tornata a essere sostituita dal sistema di selezione per nascita e per censo. Come continuare a fingere di non vedere quanto sia insopportabile che chi si ostina a volere una televisione “libera”, esattamente come “libera” chiedeva che fosse la tv il premier Berlusconi – e sarebbe ora che ci si accorgesse di questo cortocircuito impressionante – possiede poi tutta una serie di privilegi di casta per cui difficilmente subirà gli effetti dello schermo? I figli di alcuni intellettuali “radical chic” guardano un po’ di tv, ma fanno sport, viaggiano, all’occorrenza prendono ripetizioni, leggono i giornali che girano per casa, passano le vacanze all’estero. Ci siamo arrivati, dunque: in Italia si è tornati ad avere un forte sistema di selezione per censo e l’unica variante rispetto a qualche decennio fa è che ora chi beneficia di questi privilegi spesso ama definirsi “di sinistra”. Non è questa la sede più idonea per capire come siamo arrivati a questa situazione, da più studiosi analizzata ma da pochissimi altri presa in considerazione. La tesi più probabile è quella che ci porta a ricordare come la stragrande maggioranza di chi compone oggi l’intellighenzia italiana di sinistra sia formata da ex sessantottini o dai loro discepoli. Uomini e qualche donna per i quali l’elemento unificante in quegli anni erano stati i bisogni e i diritti di ciascuno, a differenza della generazione precedente che si …
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Bologna 18 ottobre – Presentazione del libro “Senza chiedere il permesso”
Alle ore 18, Feltrinelli di piazza Ravegnana. Con Federico Taddia, The Zen Circus e Cesare Cantù.
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La Restituzione
Come scrive Francesco Stoppa, psicanalista, classe 1955, la restituzione non è un cerchio che si chiude: “La mia generazione non ha mancato di far sentire la consistenza del proprio desiderio, il legittimo orgoglio per quella che è stata la propria storia, dando però per certo che chi sarebbe venuto dopo non avrebbe mai potuto eguagliarla. Si è rivelata a tal punto vittima di tale fascinazione narcisistica, che il senso vero dell’esistenza umana – il mistero di ciò che ci fa uomini – non sta nell’autoreferenzialità della propria esperienza, ma risiede in quei singoli, spesso quotidiani e ordinari atti con i quali si consegna il mondo a qualcun altro. Ed è forse sul piano della trasmissione, a causa in particolare dell’incapacità dei genitori di oggi di concepire e accettare la propria funzione di tramite […], che si è spezzato o perlomeno allentato l’anello di congiunzione con la generazione successiva e, di conseguenza, tra quest’ultima e la propria storia. Forse la gratitudine che gli adulti lamentano di non percepire da parte dei giovani ha qui la sua radice. Si può restituire ciò che non si è ricevuto o che è stato trasmesso in forma ambigua, svogliata, saccente? La questione è cruciale, anche perché la restituzione non è un’operazione che chiude il cerchio tra due contraenti, nella fattispecie tra due generazioni, ma guarda avanti, a chi dovrà venire; il proprio debito simbolico (l’aver ricevuto un nome e una storia, e potersi nutrire di un sentimento della vita) lo si salda infatti nel passaggio …
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Firenze 16 ottobre – Presentazione del libro “Senza chiedere il permesso”
Ore 18, Libreria Feltrinelli via de’ Cerretani 30/32.…
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