Posts tagged "nuove generazioni"

La Tv per Sabina/1

Da qualche settimana ospitiamo con piacere Sabina Ambrogi, giornalista brillante e graffiante critica televisiva. Ecco l’articolo apparso il 25 settembre su Il Manifesto.

Il mondo rovesciato dei talent ragazzini

Due programmi fotocopia Rai e Mediaset descrivono meglio di ogni altro quanto la parola futuro sia solo un titolo per comitati populisti. Si tratta rispettivamente di Ti lascio una canzone, Rai Uno, condotto da Antonella Clerici e Io canto, Canale Cinque, condotto da Gerry Scotti. Non si tratta di programmi televisivi pensati per bambini, ma si tratta di uno spettacolo per adulti di una certa età, che giudicano col televoto le esibizioni di bambini, mini proletari che servono gli ingranaggi di una macchina per industrie di merendine (per bambini obesi), per il profitto di editori, e ricchi conduttori che creano grandi monopoli. Ma il punto è davvero un altro. Quasi nessuno di quei bambini andrà da nessuna parte, perché lo spettacolo musicale in Italia si fa quasi solo in tv, e ormai solo con la formula del «cercasi talenti» che beninteso, una volta trovati, non saranno mai reimpiegati in nessun posto. Il talent show azzera i costi degli ingaggi degli artisti: si tratta di artisti (in questo caso di bambini) che, a loro spese di tempo, sacrificio e denaro, si formano e si esibiscono gratis. L’esibizione gratuita è chiamata ipocritamente: «un’occasione per mostrarsi in pubblico». Occasione che per chiamarsi tale non deve essere irregimentata e controllata dalla ripetitività imposta dal marketing e dal monopolio di un paio di persone,

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Le hostess del Colonnello?: lettera di Valeria Brigida

Ecco la lettera scritta dalla giornalista Valeria Brigida a L’Unità e pubblicata il 4 settembre dal quotidiano. Valeria è stata tra i promotori del flash mob “Un libro per il Colonnello” durante la visita del tiranno libico in Italia.

Cara Nadia Urbinati, la sua lettera, pubblicata lo scorso 2 settembre su L’Unità (link), aumenta i pensieri che già da tempo affollavano la mia mente. Faccio parte della generazione che solitamente definisco “generazione delle giovani donne adulte”. Mi riferisco a quelle donne che oggi hanno più o meno 30 anni e che dieci anni fa facevano, come le chiama lei, “le stagiste” di fiera. Quelle donne che, invece, la generazione a cui appartengo chiama “promoter” o “hostess”. Dieci anni fa studiavo all’università e, per racimolare un po’ di soldi e non doverli chiedere ai miei genitori, facevo non solo la baby sitter ma anche la hostess per eventi culturali di teatro e concerti, e la promoter nei supermercati, vendendo prodotti gastronomici ai pensionati o alle casalinghe che venivano a fare la spesa. Lo facevo senza remore, con dignità. Dovevo solo essere gentile, accompagnare le persone in sala, prendere i loro cappotti, o regalare il gadget alla vecchina che convincevo a comprare due confezioni di latte in omaggio. Avevo una divisa da indossare ed ero pagata tra i 5 e i 10 euro l’ora. Sono passati circa 10 anni. Oggi sono una giornalista, ho una laurea, due master, diversi corsi di specializzazione alle spalle e molte esperienze all’estero. Ma non

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Democrazia, educazione e comunicazione

Il nostro progetto Nuovi Occhi per la TV rientra nella (recente) tradizione della Media Education. Questa diciplina viene ufficialmente definita nel 1990 così:

«Un’educazione ai media è insieme una pratica e un processo di tipo educativo destinato a permettere ai membri di una collettività di partecipare in modo creativo e critico (a livello di produzione, distribuzione e presentazione) all’uso dei mezzi elettronici e tradizionali, allo scopo di sviluppare e liberare gli individui e la collettività e di democratizzare la comunicazione».

Può essere declinata secondo molte prospettive, ma può essere uno strumento prezioso per riequilibrare il grande dislivello esistente tra frutori e produttori dei mezzi di comunicazione di massa.

Per farsene un’idea più approfondita, conoscerne lo sviluppo, le prospettive e i metodi, è molto utile, tra i tanti libri che ne trattano, Media Education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea di David Buckingham. E’ uno dei classici della materia e permette una visione di insieme chiara e di ampio respiro.

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Dialogo tra un uomo e una donna

Pubblichiamo per intero il testo del dialogo con Nichi Vendola. In neretto i punti che mi paiono importanti, perché forieri di un nuovo modo di pensare e forse di essere. Su questi è importante avere la vostra opinione. Grazie.

NICHI E LORELLA: «CI METTIAMO LA FACCIA»

Coltivano pensieri lunghi, scuotono anche chi non la pensa come loro. E stanno costruendo un sorprendente ponte sul futuro. Dialogo esclusivo tra due atipici 50enni: il politico-guru (Vendola) e la documentarista-blogger (Zanardo).

Tempo fa in un dibattito Elisa s’è alzata e mi ha detto: “Io ho 18 anni e cambierò il mondo, ma tu e quelli come te dovete aiutarmi”. Credo che la mia generazione abbia compiuto uno scempio e il mio compito per i prossimi dieci anni è creare un ponte sulle macerie e consegnarlo a chi ha 15, 16, 17 anni. Il mondo si può cambiare e i ragazzi possono dare molto». È diretta Lorella Zanardo, autrice del fortunatissimo documentario Il corpo delle donne (oggi anche un libro Feltrinelli). Con questo spirito sta girando da un anno – a sue spese – le scuole italiane, per denunciare la rappresentazione univoca delle donne e promuovere la consapevolezza del linguaggio televisivo. «In questi giorni i giornali si chiedono se farò il ticket con Veltroni o con Bersani. Ma io lo faccio con lei!». Ride Nichi Vendola, governatore della Puglia. I giovani li conosce bene: su di loro ha fatto una gigantesca scommessa con le sue politiche. «C’è una generazione che si …

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Parole diverse

C’eravamo anche noi quando queste ragazze sono state premiate, ed ora con piacere pubblichiamo i loro racconti:

Comitato Pari Opportunità dell’Università per stranieri di Siena

II edizione del premio di scrittura Parole diverse

Le nostre donne «Insieme, le nostre donne formiamo una bandiera»

Racconto primo classificato

Zenzero, mirra ed essenze di donna

di Valentina Carbonara

Quando Sa’ida venne a sapere che dopo sei mesi di permanenza a Damasco non ero mai stata all’hammam, sfoderò un’espressione di benevola riprovazione e nell’increspatura delle sue labbra afferrai un sottile velo di compiacimento. Alla fine della lezione mi disse: “Domani andremo all’hammam al-Qaimariyya, se Dio vuole” e capii che non si trattava di un invito declinabile.

Sa’ida era la mia insegnante di lingua araba all’università, una giovane donna dal viso sottile e ambrato, due occhi di ebano in cui non era raro afferrare un impertinente guizzo di vivacità nonostante l’incedere lento, l’atteggiamento posato, i gesti misurati. Tutto di lei era imbevuto di una saggezza per cui non trovo altra definizione che “orientale”.

L’appuntamento era a Bab-an-Nafura, uno degli ingressi della Moschea degli Omayyadi, che con la sua solenne imponenza interrompe il pulsante e irriverente brulicare del reticolo di vicoli che si infrange contro le sue mura, poste a sigillo di un’intimità mistica indecifrabile, una suggestione di echi salmodiati e incensi che non appartiene agli uomini.

Mentre attendevo all’ombra del minareto orientale, accettando con placida rassegnazione la concezione di tempo e puntualità del Medio Oriente, mi sentii chiamare: “Mara, yallah!”. Una Sa’ida sorridente emerse

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Come bucce di patate

Anni fa conservai per qualche giorno, sul tavolo del soggiorno, un quotidiano che riportava una mia intervista sul tema donne e potere. Venne a trovarmi il mio amico Andrea, lesse l’articolo, posò il giornale e sorridendo mi disse “vedi che con i quotidiani, il giorno dopo ci si avvolgono le bucce di patate.”

Capii o meglio sentii che aveva ragione.

Da quel giorno non conservo più nulla che mi riguarda.

La mia amica Clara dice che sbaglio, che ai miei figli potrebbe piacere un giorno leggere di questa bella avventura de Il Corpo delle Donne. Magari allora cercheranno in rete e forse qualcuno di voi avrà conservato qualche ritaglio polveroso da fornir loro.

Mandala di Pace – La dissoluzione

L’altra notte è andata in onda una mia intervista su Rai 2: io ero a letto.

Rivedermi in tv è un’esperienza che non amo: non perché non mi piaccio io, ma perché non mi piace il mezzo televisivo così come è utilizzato ora: nulla di interessante emerge mai, non si impara mai niente.

Trovo che occuparsi di tv sia in assoluto la cosa meno interessante che mi sia capitata di fare. Ciò che mi motiva è la consapevolezza di essere utile per molti ragazzi e ragazze, che mi scrivono e mi dicono di continuare.

Ieri a Punto Rosso è arrivata una lettrice del blog, 18enne insieme al suo ragazzo.

Gliel’ho scritto anche sulla dedica che mi ha chiesto per la sua copia del libro “sei già il cambiamento per

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Sintesi: il ristretto dell’informazione

Sintesi è un blog, ma è anche una rivista cartacea distribuita come free press.

Che coraggio, che ambizione, che forza! Sì: fare oggi una rivista su carta che tratta temi importanti, cerca di diffondere sapere e pensiero anziché far leva sull’attualità spicciola, si pone come luogo di informazione, cercando di esserlo nel senso pieno del termine, tutto questo indica coraggio, ambizione, forza. Il valore aggiunto è che a farlo sono giovani che ci mettono passione e responsabilità, che ci spendono il tempo che il lavoro e la vita quotidiana lasciano libero, che potrebbero, come la maggior parte dei loro simili, pensare solo a sè e godersi la vita, rinviando al futuro il confronto con i problemi che questa pone. http://sintesi.us/rivista/ Quello che sta dietro una rivistae blog come Sinesi, espressione dell’associazione Il Baniano, è la voglia di impegnarsi in prima persona, è la scelta di ciò che importante invece di ciò che è facile, è l’orgoglio di sentirsi persone e cittadini invece di consumatori e sudditi.…

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