Posts tagged "Impegno e militanza"

Impegnarsi sempre e comunque

“In questa generazione ci pentiremo

non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive,

ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone”.

Martin Luther King.

La pubblicità delle 4 veline ambasciatrici dell’Università di Bologna (ma a chi era venuta l’idea?!)  è stata ritirata, con tante scuse.

La pubblicità dell’Acqua Rocchetta (ma chi era l’autore ?!) è stata ritirata.

Nelle ultime puntate di Sarabanda Belen Rodriguez si copre in qualche modo il lato B (e la telecamera abbandona la curiosità ginecologica per qualche secondo) mentre sale le scale del trampolino della piscina.

Novella 2000 nel suo penultimo numero tratta il tema della chirurgia estetica avanzando per la prima volta l’ipotesi che forse non è sempre una buona idea sottoporsi ad interventi chirurgici per modificare il proprio aspetto.

Gocce nell’oceano del ciarpame.

Però…

Tutti gli esempi recenti sopra citati sono il risultato degli ultimi mesi di “rivolta del web”, cioè di persone, blog e siti uniti nella protesta.

Protestare serve.

Manifestare il proprio dissenso serve.

Mai ascoltare i cinici e i disillusi.

E’ solo che ci vuole molto impegno e fatica.

E le nostre giornate sono già piene  di lavoro, famiglia, figli, studio, faccende domestiche, compiti. Ed è difficile trovare il tempo per manifestare il nostro dissenso.

Però siamo qui, in questo Paese e in questo momento storico e ci viene richiesto impegno, da ritagliare dalle nostre giornate già faticose.

Ci viene richiesto dalla nostra coscienza, non più da un Partito o da una Fede, ché in quest’epoca tacciono.…

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Metterci la faccia (1)

Mettere la faccia in ciò che si fa può significare metterci la propria vita. Natalia Estemirova era una giornalista russa che indagava sulla violazione dei diritti umani in Cecenia e per questo è stata uccisa. Aveva ricevuto il premio Anna Politovskaya, un’altra donna che metteva la faccia in ciò che scriveva. Le donne che in questo momento in giro per il mondo sono in prima linea per difendere la libertà sono tante, in Palestina, in Cina, in Iran solo per ricordarne alcune. Donne che spesso hanno famiglia e rischiano la vita perché vengano rispettati i diritti fondamentali di tutti. La notizia della morte di Natalia l’ho letta mentre preparavo un post su Mercante in Fiera, dove la Gatta Nera in tenuta sadomaso ancheggia davanti ad un pubblico a casa fatto di bambini. E ho provato un forte imbarazzo, una nausea insostenibile pensando al ciarpame di cui ci dobbiamo liberare prima di poterci occupare di cose che contano. Ecco, agli uomini che scrivono al blog chiedendo con affetto come possono contribuire alla nostra denuncia, chiederei solidarietà e comprensione. Solidarietà nel portare avanti un’istanza che ci permetta di vivere in un Paese dove il rispetto per le donne sia garantito. Comprensione per le tante di noi che anelano ad occuparsi di temi urgenti, belli, importanti ma che sentono il dovere innanzitutto di occuparsi della loro dignità di individui, senza la quale diventa difficile costruire un contesto in cui crescere giovani donne e giovani uomini. Quanto tempo dedicato, a volte penso tempo di

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Metterci la faccia

Ha scritto Nadia Urbinati su Repubblica che, di fronte a quanto sta accadendo in Italia, il silenzio di noi donne ammorba l’aria.

Grechine e veline italiane si sono avvicendate negli ultimi tempi sui quotidiani di tutto il mondo, così come grechine e veline sono le donne che pullulano in tv e che vengono descritte ne IL CORPO DELLE DONNE.

Perché non ci ribelliamo? Perché non ci occupiamo della nostra dignità? Voci di critica, di sconcerto, di denuncia si sono avvicendate negli ultimi tempi, ma non sembra che basti.

Deve sentirsi forte lo sdegno e l’opposizione allo sfruttamento vergognoso del corpo femminile nei media, da parte di tutte le donne italiane, altrimenti le nostre denunce cadranno nel vuoto.

Lo dimostra il fatto che mentre protestavamo, probabilmente in pochi, è partita una trasmissione preserale che strumentalizza pesantemente il corpo femminile. Ai dirigenti di Canale 5 non deve essere giunta l’eco del nostro sdegno.

Di seguito il video di Sarabanda, il programma di intrattenimento trasmesso da Canale 5 dal lunedì al venerdì dalle 18.50 alle 20, condotto da Teo Mammuccari e Belen Rodriguez. La puntata che vedete è andata in onda il 19 giugno. In questa fascia oraria il pubblico comprende un’ampia percentuale di bambini e ragazzi.

Le immagini che vedete sono state trasmesse alle 19.40 circa. Subito prima il collegamento con il Tg5, condotto da Cesara Buonamici, con le anticipazioni delle notizie del telegiornale che va poi in onda alle 20.

Questa struttura, cioè le anticipazioni del tg mandate in onda subito

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Ripartire dalla Costituzione

“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo.

«La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!».

Questo è l’indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono

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Prendere posizione

Da dove cominciamo?

Da dove si comincia per raggiungere una corretta e rispettosa immagine di noi donne in tv?

Io penso che si cominci dichiarando che è un tema che ci riguarda tutte, indipendentemente dalle nostre posizioni politiche.

Ho molto apprezzato la posizione dura e chiara di Sofia Ventura, politologa, che ha scritto per denunciare il fenomeno velinismo sulla rivista della Fondazione Fare Futuro presieduta da Gianfranco Fini, uomo di destra. Così come apprezzo gli scritti di Chiara Saraceno e di Norma Rangeri.

La condanna della tv dell’umiliazione delle donne e della rimozione dei volti non è appannaggio della sinistra, anzi io credo che la sinistra e i suoi leaders debbano uscire allo scoperto e dichiarare cosa pensano realmente delle donne, quali azioni vogliono intraprendere con e per le donne, che posizione assumeranno a breve nella lotta alla discriminazione, che la tv privata e pubblica attua nei confronti delle donne quindi negando uno dei diritti portanti della Costituzione Italiana,.

Quando un cittadino straniero e di etnia differente dalla nostra viene offeso e non rispettato nel nostro Paese, giustamente la Sinistra fa il suo dovere e trova le risorse per mobilitarsi. Perché non vi è uguale attenzione alla negazione dei Diritti alla donne?

Perché delle questioni discriminanti del femminile si debbono occupare solo le donne? Non è una questione di rilevanza per tutti i cittadini? O d’ora in poi decidiamo che le donne si occupano di diritti delle donne, i cittadini dell’est che qui risiedono si occupano del rispetto dei diritti

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ITALIANI BRAVA GENTE: tre giorni rivolti all’impegno e al futuro

La tre giorni del Festival Italiani Brava Gente è terminata. I lavori in concorso oltre al nostro hanno parlato di mafia, corruzione, declino e svilimento della politica, pregiudizi. Lo hanno fatto tutti con passione e con il coraggio degli autori di mettersi in gioco in prima persona, così come abbiamo fatto noi. Questo è stato il filo rosso che ha attraversato il festival e che ha caratterizzato le discussioni e gli interventi legati alle proiezioni dei documentari: senza impegno diretto, in politica, per i diritti, per sensibilizzare le coscienze, senza questo impegno in prima persona, non è possibile fermare il declino politico, sociale e culturale che attanaglia la società italiana. E’ stata un bellisssima esperienza di incontro e confronto con atri autori e il nostro ringraziamento e incitamento va agli organizzatori, che hanno dato vita a tre giorni ricchi di valore e contenuti. I nostri complimenti sinceri vanno a tutti i nostri colleghi in concorso e in particolare al vincitore Salvatore Fronio con il suo “Vota Provenzano”. Noi del Corpo delle Donne torniamo al lavoro forti di questa esperienza e gratificati dalla MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA e soprattutto dal dibattito e dalle discussioni sincere e partecipate che ha destato il notro documentario. Tra queste il confronto su “Lo sfruttamento erotico della Televisione”: [“Una sessualità continua ventiquattro ore su ventiquattro su sei canali”. Questa è l’immagine che la televisione trasmette agli spettatori, tra l’altro composti, come ricorda la co-autrice del documentario Il corpo delle donne Lorella Zanardo, per il “60

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