Posts tagged "immagini"

Un bollino per il fotoritocco

Ora anche in Australia, dopo la Francia, il governo propone una legge che obblighi ad indicare con un apposito bollino quelle foto, ormai quasi la norma in pubblicità e nel gossip, in cui volti e corpi vengono modificati digitalmente con il fotoritocco per aderire a modelli (irreali e srereotipati) di bellezza e forma fisica. Così riporta la notizia il sito seidimoda.…

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Non accettiamo il pensiero dominante

“…Dopo la realizzazione de Il Corpo delle Donne, fin da subito avremmo voluto fare qualcosa per incidere concretamente sull’offerta della televisione. Per prima cosa, abbiamo passato giorni interi tra i libri: quelli che avevamo in casa, poi quelli delle librerie e delle biblioteche che già conoscevamo ma che andavano ripresi. I testi di critica televisiva abbondano, e già lo sapevamo. Centinaia di pagine fitte, che si rifanno soprattutto a filosofi come Jean Baudrillard e Guy Debord, o a sociologi come Raymond Williams. Opere che per l’alto livello culturale e la specificità degli argomenti sono difficilmente comprensibili ai più. Ci siamo resi conto che avremmo dovuto trovare un metodo accessibile a tutti, un metodo che partisse dalle immagini della tv e non dal di fuori, cioè dalla pura riflessione sui concetti. Com’è possibile, ci chiedevamo, criticare e modificare un fenomeno diffuso come la tv con testi che sono comprensibili solo da chi la tv non la guarda, in possesso di una cultura varia e complessa, da chi insomma non è il target della proposta televisiva generalista? No, non era possibile.

Se gli strumenti teorici e analitici esistevano già, cosa serviva dunque per attivare il cambiamento? Serve metterli in campo, quegli strumenti. Serve passare dalla teoria alla pratica. Serve un atteggiamento attivo e non passivo. Serve far rispettare le regole che già esistono. Serve non accettare sempre e comunque il pensiero dominante.

In questo senso è fondamentale essere consapevoli non solo dei propri diritti, ma anche della possibilità che abbiamo tutti di …

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Homo videns

Le immagini costituiscono un linguaggio ben preciso, autonomo, potente. Un linguaggio, oggi dominante, che si declina in diverse lingue: fotografia, cinema, televisione, computer grafica, solo per citare le più diffuse aree di comunicazione di questo idioma. Ma le immagini hanno notevolmente aumentato la loro componente mistificatoria, da quando la loro produzione e riproduzione elettronica si è potenziata a dismisura. Data la loro enorme diffusione e lo spazio che hanno sottratto ad altre forme di comunicazione, diventa decisivo per la nostra società comprendere la natura del rapporto da intrattenere con le immagini di derivazione elettronica.

In questo libro del 1997, Giovanni Sartori, politologo attento ai mess media, affronta l’importantissima questione dell’immagine televisiva come veicolo di diffusione del sapere, mezzo di affermazione della moderna democrazia, strumento educativo delle nuove generazioni. Questi tre fondamentali compiti della comunicazione televisiva sono ad oggi fallimentari (e l’oggi è, ancor di più, anche quello del 2010), per come la TV si è definita: senza una approccio diverso, che non si basi solamente sulla ricerca dell’ascolto e che possa “spiegare” davvero ciò viene mostrato, la TV rischia di distruggere la capacità di pensiero attivo di chi la guarda molto e senza alternative, e di annullare le conquiste democratiche degli ultimi decenni.

Particolarmente interessante la riflessione di Sartori su come la TV generalista sarebbe migliore, e più democratica, se non fosse gratuita. Pagandola ne avremmo tutti noi il controllo, in quanto saremmo i veri clienti: nell’attuale sistema i clienti (e padroni) sono gli inserzionisti ubblicitari, che non sempre …

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Che posso fare?

Riceviamo e pubblichiamo:

“Sono d’accordo con tutti ma…non credete sia arrivato il momento di agire? Bisogna rendere consapevoli veramente TUTTI di queste cose! Io sono una ragazza di 19 anni di Roma e tutti i giorni sto male nel vedere il modo in cui noi donne veniamo umiliate, in cui noi ragazzi siamo influenzati da queste immagini degradanti di donne-oggetto. on voglio più vedere cose del genere! Non voglio più vedere ragazzi della mia età (ma anche più piccoli) influenzati così nel profondo da queste immagini tanto da non trovarle offensive ma addirittura normali e piacevoli! Voglio impegnarmi attivamente per porre fine a questa situazione che sta rovinando l’intera società e corrompendo nel profondo le nuove generazioni. Che posso fare? che POSSIAMO fare? Aiutatemi vi prego.”

Kukila…

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25 novembre

Sabato 28 novembre Manifestazione Nazionale contro la violenza alle Donne, Piazza della Repubblica, ore 14, Roma

I dati sono durissimi da accettare: la violenza è una delle prime cause di morte in alcuni Paesi e la prima in altri.

Vengono uccise in particolare le donne dai 16 ai 44 anni, una fascia di età che va dall’adolescenza all’età matura, un’età in cui la donna è percepita potente dalla società e dagli uomini. È questa l’età in cui possiamo procreare: prima siamo ancora bambine, dopo entriamo  lentamente in menopausa. La possibilità di dare la vita e quindi di perpetrare la specie appare quindi agli uomini, non a tutti gli uomini,  una nostra capacità imperdonabile proprio perché misteriosa e quindi ingestibile.

Per  scrivere e produrre “IL CORPO DELLE DONNE” il documentario sull’uso del corpo femminile nella tv italiana, abbiamo visionato 400 ore di intrattenimento tv, da cui sono emerse immagini di  donne utilizzate come oggetti, di donne usate come  decorazioni, di donne private del loro volto e imprigionate in una giovinezza inquietante e falsa. Sono emerse anche molte immagini dolorose di donne umiliate: ragazze carponi sotto al tavolo, ragazze derise da un presentatore, giovanissime schernite perché non possiedono forme prosperose o ammutolite da battute oscene.

Perché, ci siamo chiesti? Perché questa umiliazione, perché questa violenza continua verso le donne? Non traspare gioia nelle immagini delle giovanissime modelle che sfilano sulle passerelle di tutto il mondo: anoressiche, gambe e braccia che è doloroso guardare, sguardo perso nel vuoto: viene loro vietato sorridere così …

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L’Europa

Per il fatto di parlare lingue diverse, l’Europa resta spesso un concetto astratto, un’ entità che suggella patti economici ma che lascia, ad oggi, usi e costumi intatti.

Ipotizziamo che la lingua italiana fosse parlata correntemente in tutta Europa e che la nostra televisione, privata e pubblica, potesse trasmettere in Olanda, in Svezia, in Francia… dappertutto.

Immaginiamo la mia amica Kristin, norvegese, mentre prepara la cena a Oslo, verso le h 19 mentre Ole, suo figlio di 9 anni, fa i compiti. Fuori c’è buio e fa freddo, la casa è calda ed accogliente.

La tv è accesa: di solito a quest’ora vanno in onda dei cartoni animati bellissimi che raccontano di fate e gnometti. Ole cambia canale. I suoi amici gli hanno detto che sul nuovo canale italiano c’è un quiz, Mercante in Fiera, dove ci sono dei personaggi come la strega di Biancaneve, però senza i vestiti. Improvvisamente  sullo schermo appare la Gatta Nera : abiti sadomaso, sguardo torvo, sorriso azzerato. Kristin smette di pulire le aringhe comperate al mattino al mercato sul porto, guarda Ole catturato dallo schermo: chi è quella signora vestita come il gatto con gli stivali ma che fa anche paura?

Kristin è dapprima sorpresa, poi incredula. Chiama al telefono la sua amica Gudrun: “Ma hai visto cosa c’è in tv? Accendila… ma è incredibile… ma…..” Gudrun corre ad accendere e non crede ai suoi occhi: vede la Gatta Nera che, truce, passa una busta ad un uomo piccolo e di aspetto comune: “Ma …

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Metterci la faccia

Ha scritto Nadia Urbinati su Repubblica che, di fronte a quanto sta accadendo in Italia, il silenzio di noi donne ammorba l’aria.

Grechine e veline italiane si sono avvicendate negli ultimi tempi sui quotidiani di tutto il mondo, così come grechine e veline sono le donne che pullulano in tv e che vengono descritte ne IL CORPO DELLE DONNE.

Perché non ci ribelliamo? Perché non ci occupiamo della nostra dignità? Voci di critica, di sconcerto, di denuncia si sono avvicendate negli ultimi tempi, ma non sembra che basti.

Deve sentirsi forte lo sdegno e l’opposizione allo sfruttamento vergognoso del corpo femminile nei media, da parte di tutte le donne italiane, altrimenti le nostre denunce cadranno nel vuoto.

Lo dimostra il fatto che mentre protestavamo, probabilmente in pochi, è partita una trasmissione preserale che strumentalizza pesantemente il corpo femminile. Ai dirigenti di Canale 5 non deve essere giunta l’eco del nostro sdegno.

Di seguito il video di Sarabanda, il programma di intrattenimento trasmesso da Canale 5 dal lunedì al venerdì dalle 18.50 alle 20, condotto da Teo Mammuccari e Belen Rodriguez. La puntata che vedete è andata in onda il 19 giugno. In questa fascia oraria il pubblico comprende un’ampia percentuale di bambini e ragazzi.

Le immagini che vedete sono state trasmesse alle 19.40 circa. Subito prima il collegamento con il Tg5, condotto da Cesara Buonamici, con le anticipazioni delle notizie del telegiornale che va poi in onda alle 20.

Questa struttura, cioè le anticipazioni del tg mandate in onda subito

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